[ Prof. Roberto Trinchero ] |
Logica della ricerca empirica in educazioneStrategie di ricerca educativaIl disegno della ricercaFasi della ricerca educativa Identificazione del tema di ricerca Identificazione del problema di ricerca Definizione dell’obiettivo di ricerca Costruzione del quadro teorico Formulazione delle ipotesi Individuazione dei fattori rilevanti e dei relativi indicatori Definizione del campione oggetto di studio e della popolazione di riferimento Definizione delle tecniche e degli strumenti di rilevazione dei dati Rilevazione dei dati Analisi dei dati Interpretazione dei risultati Stesura del rapporto di ricerca ed indicazioni operative Dal problema di ricerca al quadro teorico Formulazione delle ipotesi e definizioni operative Il campione di ricerca La rilevazione dei datiL'analisi monovariata di dati quantitativiL'analisi bivariata di dati quantitativiL'analisi dei dati qualitativiApplicazioni della ricerca educativaLavori degli studenti |
Se l’ipotesi formulata dal ricercatore è “l’autostima di un allievo delle superiori è tanto minore quanto più alte sono le sue ripetenze”, i fattori da essa legati sono l’autostima del soggetto e il fatto di essere ripetente o meno. Questi fattori corrispondono a delle proprietà dei soggetti studiati (ossia i referenti della ricerca stessa), in questo caso gli allievi della scuola superiore. Gli stati sulle due proprietà considerate sono “ripetente” o “non ripetente”, per la proprietà ripetenza, e “bassa autostima” e “alta autostima” per la proprietà “autostima”. Dando una definizione operativa a questi stati, trasformiamo le proprietà in variabili, come nell’esempio a fianco. I valori assegnati alla variabile corrispondenti a ciascun stato sulla proprietà sono arbitrari e vengono decisi dal ricercatore durante la pianificazione della ricerca. Quando le proprietà o i concetti coinvolti nella ricerca sono troppo astratti per essere direttamente operazionalizzabili (ad esempio, l’autostima, il rendimento scolastico o l’intelligenza) è necessario ricorrere ad opportuni indicatori, ossia concetti e proprietà direttamente rilevabili che abbiano un rapporto di indicazione con il concetto astratto di partenza. In questo esempio abbiamo considerato un solo indicatore di autostima, ma è possibile considerarne più di uno (ad esempio “il giudizio dato su di sé” e “il fatto di sentirsi bene con gli altri”). In tal caso è possibile sdoppiare l’ipotesi (e quindi effettuare due controlli anziché uno) o definire degli indici additivi ossia indici di autostima ottenuti sommando i punteggi di autostima ottenuti da tutti gli indicatori, che ovviamente devono essere formulati in modo che all’aumentare del punteggio aumenti il carattere in questione (nel nostro esempio l’autostima). I fattori, e le relative variabili che derivano dalla loro operazionalizzazione, considerati nella ricerca educativa sono molteplici. Per quanto riguarda la ricerca scolastica, Vertecchi (1991) ha proposto una classificazione delle variabili educative in variabili socio-economico-culturali, scolastiche e relative agli allievi, secondo il seguente schema: Dunkin e Biddle hanno proposto una classificazione basata su variabili di contesto, di processo e di prodotto (vedere Postic, De Ketele, 1988, Magri, Rossi, 1998), che qui riportiamo nelle sue linee essenziali: |
Copyright 2024 | DISEF | | | Ultima modifica: 12/12/2004 03:13:09 | Credits | Responsabilità | |