L’analisi dei dati consiste nell’esaminare il materiale empirico raccolto, costrui-re categorie, tabelle e schemi riassuntivi, dai quali ottenere altra evidenza empirica con la quale rivedere il quadro teorico e le ipotesi di partenza, anche ricorrendo alle interpretazioni di altri ricercatori dei dati che egli ha raccolto. In questa fase il ricercatore si serve della sua esperienza e della letteratura sull’argomento allo scopo di presentare in modi diversi l’evidenza empirica raccolta, fornendo di essa più interpretazioni. I metodi di analisi ed interpretazione maggiormente utilizzati sono: a) il metodo pattern-matching, secondo la quale il ricercatore compara il modello che emerge dai dati con quello che egli ha teoricamente predetto sulla base dell’evidenza empirica raccolta nello studio di casi precedenti; b) il metodo explanation-building, in cui egli, partendo dall’analisi di un primo caso, costruisce una teoria esplicativa che viene rifinita studiando via via un certo numero di casi, mediante un processo iterativo di confronto con i dati, rivedendo, cancellando e aggiungendo nuovi asserti alla teoria sulla base dell’evidenza empirica di volta in volta raccolta sui nuovi casi; tale processo di revisione termina al raggiungimento di un “punto di saturazione” in cui l’evidenza empirica raccolta sui nuovi casi non modifica ulteriormente la teoria (a tale scopo può essere utile rappresentare la teoria sotto forma di mappa concettuale); c) l’analisi di serie temporali, in cui vengono costruiti modelli di evoluzione temporale dei fattori sotto esame e se ne controlla la capacità di previsione confrontandoli via via con l’evidenza empirica raccolta.