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[ Prof. Roberto Trinchero ]
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Relazione tra variabili dicotomiche
Relazione tra variabili categoriali non ordinate
Tabella a doppia entrata
Frequenza di cella
Frequenza marginale
Percentuali di riga e di colonna
Frequenza osservata
Frequenza attesa
Confronto tra frequenza osservata e frequenza attesa
Contributo all'X quadro
Bilanciamento degli scarti
Distribuzione chi quadro
Gradi di libertà
Odds ratio
Test chi quadro per due variabili
Forza della relazione
Laboratorio: determinazione dell'esistenza di una relazione tra variabili categoriali con JsStat
Relazione tra variabili categoriali ordinate
Relazione tra variabili categoriali non ordinate e categoriali ordinate
Relazione tra variabili categoriali e cardinali
Relazione tra variabili cardinali
L'analisi dei dati qualitativiApplicazioni della ricerca educativaLavori degli studenti

Contributo all'X quadro

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E’ dato dal rapporto:

che esprime la significatività della differenza tra frequenze osservate e frequenze attese. Tanto più è alto questo rapporto tanto più è significativa tale differenza. Elevare al quadrato le differenze è solo uno stratagemma per evitare di considerare differenze negative. Per evitare che il rapporto vada a infinito le frequenze attese non dovrebbero scendere sotto il valore 1 e in generale il dato è tanto più affidabile quanto più le frequenze attese sono alte, essendo una frequenza attesa alta il risultato del prodotto di due marginali con un alto numero di casi, che danno maggior affidabilità alle inferenze fatte sulla tabella a doppia entrata.

La tabella seguente riporta il voto di maturità (1985) di un campione di 173 soggetti, per macroregione:

Il terzo valore per ogni cella è il contributo al chi quadro. Per la prima cella si ha ad esempio:

=(12-13,3)^2/13,3.

Il contributo al chi quadro è utile per il confronto tra le frequenze osservate e le frequenze attese.

Copyright 2024 | DISEF || Ultima modifica: 26/08/2004 00:41:14 | Credits | Responsabilità |