[ Prof. Roberto Trinchero ] |
Logica della ricerca empirica in educazioneStrategie di ricerca educativaIl disegno della ricercaLa rilevazione dei datiL'analisi monovariata di dati quantitativiL'analisi bivariata di dati quantitativiControllo di ipotesi relazionali Relazione tra variabili dicotomiche Relazione tra variabili categoriali non ordinate Tabella a doppia entrata Frequenza di cella Frequenza marginale Percentuali di riga e di colonna Frequenza osservata Frequenza attesa Confronto tra frequenza osservata e frequenza attesa Contributo all'X quadro Bilanciamento degli scarti Distribuzione chi quadro Gradi di libertà Odds ratio Test chi quadro per due variabili Forza della relazione Laboratorio: determinazione dell'esistenza di una relazione tra variabili categoriali con JsStat Relazione tra variabili categoriali ordinate Relazione tra variabili categoriali non ordinate e categoriali ordinate Relazione tra variabili categoriali e cardinali Relazione tra variabili cardinali L'analisi dei dati qualitativiApplicazioni della ricerca educativaLavori degli studenti |
E’ il totale delle frequenze delle celle di una tabella a doppia entrata per ciascuna riga (totale marginale di riga) o colonna (totale marginale di colonna). La somma dei marginali di riga equivale alla somma di quelli di colonna ed è pari al totale dei casi. In una tabella a doppia entrata la situazione migliore è quella in cui si hanno marginali alti ed equilibrati (ossia non vi sono categorie con pochi casi complessivi). Per questo può essere utile, se le tabelle hanno un elevato numero di righe e di colonne, raggruppare più categorie in una (naturalmente dove ha senso farlo e dove esiste una giustificazione teorica per questa operazione) quando vi sono categorie il cui marginale ha un numero troppo piccolo di casi (Marradi, 1993, 32). 1. Frequenze marginali di riga e di colonna in una tabella a doppia entrata con due proprietà dicotomiche: 2. La tabella seguente riporta la propensione a studiare da soli o in gruppo di un campione di 198 soggetti, per tre regioni italiane: In questo esempio i marginali sono abbastanza equilibrati. Se i marginali di riga fossero stati squilibrati, ad esempio se avessimo preso in considerazione le modalità “un amico”, “due amici”, “tre amici”, “quattro amici”, ... si sarebbero dovuti raggruppare i dati in classi diverse, come è stato fatto nell’esempio. Se fossero stati squilibrati i marginali di colonna era necessario rimettere in discussione i criteri di campionamento, non adeguati per le esigenze dell’indagine, dato che in questo caso non avrebbe avuto senso unificare due colonne. |
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