[ Prof. Roberto Trinchero ] |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Con la nascita della ricerca educativa, e quindi della pedagogia scientifica, prendono corpo tradizioni di ricerca quantitative e qualitative, alle quali corrispondono metodi e tecniche diverse. I metodi quantitativi puntano alla rilevazione di fattori rilevanti in una data realtà educativa, alla loro trasformazione in variabili, alla loro descrizione attraverso parametri statistici e all'individuazione di relazioni tra i fattori stessi, allo scopo di spiegare le loro variazioni. I metodi qualitativi non mirano alla trasformazione di fattori in variabili, ma puntano ad una visione olistica delle realtà educative, allo scopo di comprendere le motivazioni alla base dei comportamenti dei soggetti coinvolti (il dualismo spiegazione-Comprensione). I fautori dell’approccio quantitativo si ricollegano alla tradizione positivistica, sebbene con numerose sfumature. I fautori dell’approccio qualitativo si ricollegano al filone ermeneutico, proponendo studi di tipo clinico, introspettivo, storico, antropologico. ![]() In Francia, nel 1904, Alfred Binet (coaudiuvato in seguito da Theodore Simon), ispirandosi ai lavori di Thorndike negli Stati Uniti, applica metodi quantitativi di raccolta e di analisi dei dati (il test di intelligenza Simon-Binet), e procedure di controllo rigoroso della validità dei risultati allo studio delle attitudini e del successo scolastico. ![]() In Belgio Ovide Decroly studia sperimentalmente con metodi quantitativi, già dal 1904, bambini normali e anormali allo scopo di raccogliere dati sui bambini ritardati e su quelli superdotati. L’approccio clinico, soggettivo, unito ad esigenze di oggettivazione scientifica, occupa un posto importante nella sua opera. Decroly è profondamente influenzato dall’attivismo di Dewey (la scuola ha come fine l’adattamento sociale e culturale degli individui), ed egli lo coniuga costantemente con i metodi di indagine scientifica, dando notevole importanza ai test mentali. In Inghilterra, già nel 1896 Karl Pearson utilizza nella ricerca psicologica il coefficiente di correlazione ideato da Auguste Bravais nel 1846, formalizza il concetto di regressione multipla, delineato da Galton nel 1877, e definisce la distribuzione di probabilità chi-quadro. Charles Spearman pubblica nel 1904 due articoli, in cui illustra la sua teoria dell’intelligenza generale e considerazioni sulla fedeltà della sua misura, in cui definisce il celebre coefficiente di correlazione non parametrica che porta il suo nome e i lineamenti teorici dell’analisi delle componenti principali. Udny Yule definisce nel 1912 l’indice di associazione tra variabili dicotomiche che porta il suo nome. |
Copyright 2025 | DISEF | | | Ultima modifica: 28/05/2004 16:46:34 | Credits | Responsabilità | |