Lo sviluppo di una lesione è una cascata di eventi
LA PRESSIONE
Tutte quelle situazioni che sono causa di ridotta perfusione tessutale rappresentano un fattore di rischio per la formazione di ulcere:
- - l’ipotensione, che permette la formazione di lesioni a pressioni in quella sede inferiori ( poiché sono necessarie pressioni minori per causare l’occlusione dei vasi)
- - le arteriopatie, che riducono l’irrorazione tissutale
- - le anemie, che riducono il trasporto di ossigeno
- - le insufficienze cardiache, che rallentano la distribuzione dell’ossigeno
- - le insufficienze respiratorie, che sono causa di ipossiemia
Il peso del corpo del paziente esercita una pressione (forza applicata perpendicolarmente ad una unità di superficie) sulla superficie su cui esso appoggia, determinando una occlusione del circolo capillare.
Questa condizione causa ipossia tissutale e un accumulo di prodotti metabolici tossici. Vi è inoltre la formazione di edema. Si forma in pratica un circolo vizioso: l’ipossia è responsabile dell’ulcera e dell’edema, il quale aumenta la compressione locale e di conseguenza l’ipossia. Questa condizione di “ipossia-edema-ipossia” non favorisce di certo la guarigione della lesione. Essa all’inizio si manifesta come un’infiammazione locale, con presenza di iperemia, ma con il permanere dell’ipossia le cellule muoiono e compare quindi la necrosi dei tessuti compressi.
Tutte quelle situazioni che sono causa di ridotta perfusione tessutale rappresentano un fattore di rischio per la formazione di ulcere:
- - le arteriopatie, che riducono l’irrorazione tissutale
- - le anemie, che riducono il trasporto di ossigeno
- - le insufficienze cardiache, che rallentano la distribuzione dell’ossigeno
- - le insufficienze respiratorie, che sono causa di ipossiemia
Tutte quelle situazioni che sono causa di ridotta perfusione tessutale rappresentano un fattore di rischio per la formazione di ulcere:
- - l’ipotensione, che permette la formazione di lesioni a pressioni locali inferiori ( poiché sono necessarie pressioni minori per causare l’occlusione dei vasi)
- - le arteriopatie, che riducono l’irrorazione tissutale
- - le anemie, che riducono il trasporto di ossigeno
- - le insufficienze cardiache, che rallentano la distribuzione dell’ossigeno
- - le insufficienze respiratorie, che sono causa di ipossiemia
Non va certo dimenticato un secondo fattore di decisiva importanza: il tempo. In età giovanile è il dolore provocato dalla compressione prolungata che induce il soggetto a modificare automaticamente la postura (stimoli nervosi riflessi). Ciò avviene spontaneamente anche durante il sonno. Nell’età senile, però, a causa della degenerazione della conduzione nervosa e delle eventuali limitazioni motorie, viene a mancare questa naturale forma di tutela alla formazione delle lesioni. Va inoltre sottolineato che la lesione non inizia dalla cute, ma dai piani sottocutanei.
La pressione è in realtà condizionata dalla tolleranza dei singoli tessuti: il tessuto muscolare vicino alle prominenze ossee è più sensibile all’ipossia.
Secondo questo principio la zona sottostante è quindi molto più ampia di quella visibile (può essere di fatto rappresentata come la generazione di un cono di pressione la cui base corrisponde alla superficie ossea), rappresentando quindi solo la punta di un iceberg.