Le basi della ricerca biografica (Rossella Castagno)

La ricerca biografica  appartiene al campo delle ricerche di profondità e ha lo scopo di ricostruire gli aspetti della storia e della vita del soggetto.

Per raggiungere tale obbiettivo ci si deve basare su un tipo di intervista libera poiché l’intervistato è  libero di narrare come vuole la sua vicenda e di scegliere gli eventi che a suo avviso caratterizzino di più il suo percorso sembrando maggiormente significativi.

La peculiarità  di questo tipo di ricerca è costituita da un racconto il più onesto e completo possibile fatto da una persona a un \ una ricercatore \ trice che guida l’intervista  su un segmento dell’esperienza o dell’intero percorso della vita dell’intervistato.

Il ricercatore è colui che chiede e provoca il colloquio fornendo le necessarie garanzie. Egli si mette in gioco in un dialogo  per attivare un clima di fiducia cercando di far superare all’intervistato paure, ansie ed eventuali dubbi. Per ottenere tutto questo è necessario che il ricercatore faccia tutto il possibile per mettere a proprio agio l’intervistato utilizzando un linguaggio comprensibile e creando situazioni che non lo rendano agitato o disiorentato. Egli deve perciò scegliere come luogo d’incontro un posto tranquillo, cordiale e sereno.

L’intervistatore deve garantire un’accettazione positiva incondizionata tipica dell’intervista libera. Si ha così un’accettazione totale di tutto ciò che viene detto dall’intervistato non ritenendolo come possibile evento inventato o non valido.

È importante che, durante l’incontro, l’intervistato non classifichi mentalmente la persona che ha di fronte in base agli episodi da lui narrati. Si evita così l’effetto della stereotipizzazione che impedisce di cogliere le peculiarità dei racconti.

L’intervistatore  non è esterno all’intervista ma  influisce sull’andamento di un’interazione mai effettivamente neutra con la sua presenza. È importante che egli sia il più trasparente possibile durante la relazione con l’intervistato.

È bene inoltre, che l’intervistatore non adotti atteggiamenti valutativi mediante linguaggio verbale e non verbale.

Nel caso della ricerca biografica si ha l’elemento dell’intenzione di conoscenza del ricercatore. Chi intervista vuole conoscere qualcosa di preciso secondo un campo d’indagine ben preciso. In questo modo la direzione  del racconto viene co-stabilita.

L’intervistato accetta l’accordo con il proprio ricercatore e si impegna nel rispondere in modo onesto alla consegna iniziale a lui data nell’intervista.

L’intervista biografica è distinguibile in due tipi:

·         racconto di vita , che secondo Bertaux è il racconto fatto da un soggetto a un’altra persona, che questa sia o non sia un ricercatore, di un episodio qualunque della sua esperienza vissuta;

·         storia di vita, che secondo Atkinson è la storia raccontata , quanto più completamente possibile, sotto la libera scelta di comunicare ciò che si vuole degli aspetti della propria esistenza .Si raccontano perciò episodi della vita che si vuole far conoscere ad altri, sotto la direzione di un’altra persona mediante l’intervista.

In entrambi i tipi di intervista è fortemente espressa la componente narrativa in forma di produzione discorsiva dell’intervistato. Durante questa elaborazione vengono chiamati in causa non solo il puro e semplice raccontare un episodio, ma anche le motivazioni che hanno spinto il soggetto a comportarsi in un certo modo, le reazioni degli altri protagonisti della vicenda e le possibili conseguenze che sono venute a manifestarsi in seguito a determinati comportamenti.

Altra peculiarità comuni oltre la narratività, è il fatto che entrambi i tipi di intervista sono frutto dell’incontro tra due persone. Non si parla quindi di raccolta indiretta o scritta, che rappresenta un tipo di intervista biografica diverso con proprie caratteristiche.

Altri elementi accumunabili sono l’intenzionalità della persona che sceglie di raccontare; l’importanza della memoria per le vicende raccontate; l’interazione sociale dell’intervista che determina un contatto tra l’intervistato e gli altri che lo ascoltano e  la direttività del ricercatore nel condurre un’intervista guidata.

Infine, una ulteriore caratteristica comune è data dalla completezza e onestà del racconto. Quest’ultimo elemento rientra nel “patto biografico”, cioè quell’accordo tra l’intervistatore e intervistato che si instaura nella prima fase della raccolta dei dati. Esso implica contatto, appuntamento e preambolo. Le due persone implicate durante l’incontro stabiliscono le regole dell’intervista e stabiliranno i rispettivi ruoli con le relative responsabilità conseguenti.

È ben chiaro che ogni intervista è diversa dalle altre, anche nel caso in cui venga raccontato uno stesso episodio,  ma da persone differenti.

Ogni individuo ha nel raccontare un andamento singolare ed irripetibile.

Sia nel racconto di vita e sia nella storia di vita, il livello di standardizazione risulta essere minimo se non per un unico elemento altamente standardizzato: la consegna iniziale.

Tale aspetto viene proposto per entrambi i casi nello stesso modo. Infatti, la consegna iniziale orienta il colloquio dirigendolo.

Sia nel racconto di vita e sia nella storia di vita chi intervista ha interessi conoscitivi delimitati che metterà in campo man mano che la ricerca avrà luogo, attraverso le modalità della sua condizione.

Per quanto riguarda il grado della direttività rispetto alla consegna iniziale essa risulta essere basso seppure in modalità diversa per i tipi di intervista.

Nel caso del racconto di vita, la consegna iniziale indirizza il colloquio verso un tema specifico; mentre nel caso della storia di vita avviene l’esatto inverso, ossia  si ha l’invito a parlare  dell’intera biografia, lasciando la libera scelta all’intervistato di raccontare qualsiasi evento lui voglia.

 

L’intervista biografica è un tipo di intervista e come tale rappresenta un’interazione sociale, cioè un tipo di interazione che si instaura tra intervistato ed intervistatore che orienta lo svolgimento della ricerca.

L’intervista è anche un’azione sociale nella quale due attori agiscono intenzionalmente con riferimento all’altro.

 

La ricerca biografica viene identificata nel campo biografico,cioè l’insieme degli approcci teorici e metodologici che utilizzano il materiale biografico nei metodi di ricerca. Si ha una vastità di elementi che compongono un campo biografico come materiale biografico raccolto direttamente o indirettamente, diari, documenti, ecc..

Per tale motivo questo tipo di ricerca è di tipo partecipativo poiché presuppone una buona relazione tra gli attori interessati: l’intervistatore e l’intervistato.

Gli aspetti di tale ricerca riguardano tutti gli elementi riferiti alla raccolta e produzione del materiale empirico come la partecipazione e la situazione d’intervista.

In base alla partecipazione si ha la condizione per la quale i soggetti implicati nell’intervista biografica sono a stretto contatto tra di loro garantendo un atteggiamento propositivo e cooperativo. Per situazione d’intervista si intendel’insieme degli avvenimenti necessari per garantire la conduzione di un intervista che ne garantiscono lo sviluppo.

 

I principi regolatori della ricerca biografica sono:

·         lo statuto della parola degli intervistati;

·         il lavoro del ricercatore \ intervistatore;

·         gli oggetti di studio;

·         gli obbiettivi e gli scopi conoscitivi;

·         gli strumenti di rilevazione.

 

 

Per quanto riguarda lo statuto della parola degli intervistati si considera l’intervistato non solo come fonte informativa dalla quale un ricercatore può estrarre informazioni utili alla ricerca, ma anche come un attore sociale attivo mediante il quale egli stesso si rende conto del grande contributo che la sua esperienza dà allo studio.

Ciò che l’intervistato racconta viene trattata con grande importanza e ritenuta come fonte del tutto attendibile. Le sue parole descrivono esperienze di vita dirette secondo il suo punto di vista.

L’intervistatore è perciò fortemente interessato a ciò che viene raccontato che rappresenta il mondo sociale diretto dell’intervistato.

Ogni concezione del mondo sociale , dal quale si estrapolano episodi di vissuto biografico, viene visto da ogni persona come unico e coerente con un’organizzazione ben precisa. Si parla perciò di illusione biografica specifica per ogni soggetto che racconta qualcosa del proprio vissuto.

L’intendere il racconto dell’esperienza come un ordine ben stabilito della quotidianità è un modo per leggere l’esperienza biografica; ma  ne esiste anche un altro tipo, cioè la riflessione dell’esperienza.

Secondo quest’ultimo approccio la biografia condotta dagli intervistati sarebbe una pura attività riflessiva che permette al soggetto di rivedere episodi passati e di dare delle possibili spiegazioni in merito ad atteggiamenti o comportamenti avuti in certe occasioni.

Si parla perciò di intenzionalità riflessiva attraverso la quale si dà significato a delle esperienze vissute come ritorno su di sé grazie allo stimolo imposto da un altro (il ricercatore che conduce l’intervista).

Tutto questo comporta un grosso sforzo mentale ed è per questo motivo che è molto importante far sentire l’intervistato completamente a proprio agio conducendo il lavoro di riflessione interiore in un luogo che lo possa predisporre e favorire.

Nel patto biografico stipulato, tra i due attori della ricerca, si ha il totale impegno alla sincerità da parte dell’intervistato che deve raccontare i propri vissuti senza omettere o modificare parti del discorso, e l’impegno alla fedeltà, da parte dell’intervistatore che deve riportare nella ricerca soltanto ciò che gli viene raccontato senza alcune modificazioni. In questo modo si ha una corrispondenza tra quanto viene raccontato e quanto viene riportato nella ricerca.

È rilevante quindi la componente della memoria per entrambi i soggetti. È possibile che il ricordo possa venire offuscato con il tempo o che venga modificato inconsciamente proprio dal soggetto stesso distorgendone così la veridicità.

Il disegno complessivo dell’evento raccontato all’intervistatore si compone di tre elementi.

Il primo elemento è il percorso biografico e riguarda la dimensione storica dell’esperienza vissuta. Viene identificata la successione temporale di avvenimenti e di situazioni basilari per la strutturazione del racconto.

Il secondo elemento è la totalizzazione soggettiva, cioè una capacità psichica attribuita all’intervistato che permette un lavoro retrospettivo sulla sua biografia.

Il terzo elemento è detto discorsività del racconto e si riferisce al discorso relazionale tipico dell’intervista stabilito da ciò che un soggetto dice riguardo la propria esperienza.

Il percorso biografico, la totalizzazione soggettiva e la discorsività del racconto costituiscono insieme il mondo sociale dell’intervistato. Tale mondo viene comunicato in modo discorsivo – narrativo durante l’intervista.

 

 Il lavoro del ricercatore \ intervistatore è fondamentale per la gestione corretta dell’ intervista. Tale gestione si basa sulla relazione tra osservatore e osservato e durante l’incontro diventa perfettamente simmetrica.

Il ricercatore utilizzando la sua razionalità scientifica cerca di indagare su episodi totalmente emotivi e riflessivi della vita di un altro soggetto.

È necessario , per tanto, che egli sia totalmente distaccato da pregiudizi e da preconcetti che possono fuorviare la direzione dell’ intervista. 

L’intervistato non deve basarsi su teorie fondate anzi tempo e durante l’ incontro non deve assolutamente paragonare l’ intervista che sta svolgendo con altre. Se facesse ciò compirebbe un grande errore metodologico e la sua intervista non avrebbe totale veridicità.

Durante il suo lavoro, il ricercatore deve avere grande rispetto del mondo sociale dell’intervistato. Soltanto così si può comprendere e spiegare i significati prodotti dall’ interazione  e analizzare i risultati poi ottenuti.

La capacità dell’intervistatore  si centra sulla sua coscienza modificante; infatti egli ha la capacità di ridurre l’opacità del mondo sociale tenendo conto di processi di negoziazione dei significati.

Il quadro di riferimento del ricercatore, cioè il suo sistema di descrizione deve esplicitare: i punti di partenza, i punti di vista, i limiti della narrazione .

Soltanto se vi è l’accettazione dei limiti si può parlare dell’ ammissione della presenza di una zona “scura” non del tutto leggibile.

La ricerca può allargare i confini di ciò che è visibile , e cioè raccontato, ma può solo immaginare ciò che non è stato esplicato nella narrazione. Purtroppo queste  ultima parti non vengono ritenute utilizzabili per la ricerca biografica.  Infatti, anche se il ricercatore può immaginare delle spiegazioni razionali per legare circostanze e avvenimenti mancanti tra un evento raccontato e l’altro, egli non può servirsene  nella sua ricerca perché non sarà del tutto certo che la correlazione da lui immaginata sia veramente accaduta.

Per tale motivo è fondamentale cercare di far ricordare più concetti possibile all’ intervistato ponendogli domande mirate che possano permettere una migliore capacità riflessiva. È questa la funzione più importante del ricercatore, cioè la sua capacità direttiva nella ricerca.

Perciò il criterio metodologico dell’ intervistatore è basato sullo studio accurato di quanto gli viene raccontato, sulla coerenza degli episodi e sulla comunicabilità degli eventi oggetto della sua ricerca.

A fronte di quanto sopra menzionato è possibile definire la ricerca biografica come un’attività sociale e come una funzione cognitiva ( sia da parte del ricercatore e sia da parte dell’ intervistato ).

Ogni racconto entra nel campo dell’ analisi comprensiva, tipica del procedere interpretativo; ogni suo elemento determina un percorso specifico, una propria dimensione precisa che differisce un’ intervista da un’ altra.

Nonostante ogni intervista abbia proprie peculiarità, si possono identificare quattro elementi sempre presenti che rappresentano lo scheletro della ricerca biografica : il corso di vita; il vissuto; l’ interazione d’ intervista e la rappresentazione finale. I quattro elementi sono complementari l’ uno all’ altro.

Il lavoro del ricercatore, basandosi su questi aspetti fondamentali all’ intervista, compie un lavoro sia in senso verticale, analizzandoli in profondità uno per volta , e sia in senso orizzontale, guardando in modo complessivo tutti gli elementi.

Si ha così un processo circolare perché si ha sia la caratteristica della linearità che parte dai singoli segmenti per raggiungere l’ obbiettivo finale e sia  la peculiarità di avere un lavoro mai del tutto concluso che necessita  di una continua rivalutazione  degli elementi della storia.

 

Gli oggetti di studio della ricerca biografica con il passare del tempo sono diventati altamente variegati e numerosi.

Questo è stato l’ effetto del continuo studio condotto dalle ricerche sociali che si sono sempre più interessati a questo campo svolgendo sempre più dibattiti che hanno portato a maggiori studi.

Un intervento sociale notevole deriva dalla Scuola di Chicago, nota per la sua grande tradizione sociologica.

Per molto tempo i ricercatori sociali hanno indirizzato i loro studi verso solo due filoni: la profondità temporale e la marginalità.

Il primo tempo si riferisce ad una dimensione profonda del tempo e tratta temi come le generazioni, le genealogie, la mobilità sociale; mentre il secondo tema riguarda l’aspetto dell’esclusione, della migrazione, dell’emarginazione.

 Attualmente  gli studi si sono indirizzati su altri oggetti e tematiche quali la globalizzazione, la de istituzionalizzazione e la de socializzazione. Tali temi sono strettamente correlati e riguardano diversi aspetti del mondo sociale odierno.

Per globalizzazione si intende quel fenomeno attraverso il quale un soggetto si sente appartenente ad un sistema composto da una varietà di elementi che pur avendo caratteristiche proprie sono tutti in stretta relazione tra di loro. In questo modo il soggetto cresce contornato da più servizi e opportunità di crescere in completezza.

Per de istituzionalizzazione ci si riferisce ad un  processo per cui si allentano le norme e i meccanismi legali basilari delle discipline istituzionali.

Per de socializzazione si ritiene una scomparsa dei ruoli sociali in una comunità. Questo provoca un affievolimento dei valori sociali.

 

Studiare questi tre aspetti determina osservare quali sono state le tematiche che hanno portato alla costruzione della vita biografica di ogni soggetto. Sia la globalizzazione, sia la deistituzionalizzazione e sia la desocializzazione influiscono infatti nella vita sociale di ogni individuo e ne condizionano i comportamenti.

Il mondo moderno è costituito da questi tre aspetti diversamente dalla vita del passato.

E’ questo il motivo per cui numerosi studiosi si sono sempre più interessati negli ultimi anni alla ricerca biografica.

Tali oggetti di studio non si prestano ad essere sufficientemente analizzati mediante il metodo di un’ intervista semi o totalmente strutturata, perché soltanto lasciando raccontare liberamente gli intervistati, mediante una ricerca biografica,  possono emergere spiegazioni su fatti successi nelle loro vite basati su i temi sociali prima evidenziati. Infatti, sottoporre i soggetti a domande già prestabilite non lascia adeguatamente spazio ad un’ accurata auto - riflessione.

 

La caratteristica dello studio delle ricerche biografiche è che partendo da un tipo di intervista ci si può indirizzare verso altre tematiche.

Perciò nascono nuovi oggetti di ricerca come il mondo sociale e le categorie di socializzazione.

Il mondo sociale  è un tipo di attività specifica, che esso sia professionale che meno, in cui un soggetto ci si riconosce. Esempi di mondo sociale sono : insegnamento, volontariato, delinquenza, tipi diversi di lavoro, ecc.. Ogni mondo sociale ha delle regole proprie e  dei sotto mondi all’ interno.

Le categorie di situazione, invece, sono insiemi formati da individui che condividono la stessa situazione sociale. Si ha una condivisione di modelli sociali come ad esempio ragazze madri, tossicodipendenti e disoccupati.

Basandosi su questi due concetti si può attuare una classificazione delle persone poste sotto studio biografico osservando le attività da loro svolte  e la situazione sociale da loro occupata.

 

Gli obbiettivi di studio nelle interviste biografiche definiscono lo scopo di ricostruire i racconti, i limiti del percorso compiuto, le logiche utilizzate per il lavoro e i possibili cambiamenti che accadono durante la ricerca.

Per poter raggiungere tali scopi il ricercatore deve adottare un atteggiamento sia esplorativo e sia analitico.

Egli deve iniziare, durante la prima fase di ricerca, ad analizzare la situazione di partenza formulando tutte le possibili domande.

È in questo momento che può sviluppare delle ipotesi che poi dovranno essere confermate o smentite al termine dello studio.

Il ricercatore adotta un atteggiamento esplorativo nel’ascolto del racconto fatto dall’ intervistato ponendo domande e la maggior attenzione  possibile a quanto gli viene detto.

La raccolta di interviste è dunque orientata dall’interazione di conoscenza del ricercatore.

 

 

Gli strumenti di rilevazione sono i mezzi con cui un ricercatore compie il suo studio attraverso l’esplorazione e l’analisi del campo osservato.

Come già detto, si possono avere due tipi di intervista biografica : racconto di vita e storia di vita.

Le peculiarità di questi due tipologie definiscono strumenti di rilevazione diversi in base alla consegna iniziale che orienta il colloquio tra ricercatore e intervistato.

 

Una caratteristica importante della ricerca biografica è quella di avere una buona collaborazione tra chi intervista e chi viene intervistato. È necessario che si venga a creare quella condizione tale che permetta di avere un totale rispetto e  una fiducia reciproca tra i due soggetti ; soltanto così si possiederà un’ intervista biografica valida e costruttiva.

In questo modo i dati raccolti serviranno per uno studio concreto basato sulla confutazione o approvazione dei dati e delle ipotesi elaborati all’inizio della fase di ricerca .

Al termine della ricerca si avrà una nuova teoria fondata soltanto dall’ insieme dei dati raccolti e informazioni ottenute dall’intervista condotta.

È necessario che il ricercatore che conduce un’intervista di questo tipo faccia parte di un equipe di ricerca in campo sociale. Soltanto essendo un membro interno del gruppo di ricerca, l’intervistatore potrà sentirsi pienamente dentro al disegno di ricerca osservandolo sia dal punto di vista teorico e sia da quello metodologico.

Siccome durante la ricerca possono venirsi a creare condizioni inaspettate  che determinano un cambiamento degli obbiettivi e degli scopi della ricerca, è necessario che il ricercatore attui un controllo intersoggettivo.

Tutti i soggetti che lavorano allo studio di un determinato campo sociale devono sentirsi parte di un gruppo, sorreggendosi, supportandosi e confrontandosi con le ipotesi elaborate l’uno con l’altro.

Nell’ equipe di ricerca , l’intervistatore deve poter trovare aiuto concreto da parte dei colleghi poiché da tutti dipende un buono svolgimento della ricerca biografica.

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Edurete.org Roberto Trinchero