Le strategie didattiche di Davide Antonetti

Il Role Playing

ROLE PLAYING [I1] [E1] [F1] [S1]

E'una modalità didattica che permette l'acquisizione di comportamenti interpersonali, all'interno del gruppo dove la persona interessata svolge il ruolo di attore principale. Deve essere sottolineato e ricordato dall’insegnante il valore strumentale del RP e garantita la riservatezza rispetto a quanto avviene. Un RP standard prevede un gruppo di partecipanti non superiore alle 12-15 unità ed un numero di due attori, generalmente uno principale e uno secondario. L’utilità di questa strategia consiste nell’apprendere il comportamento, obiettivo dell’evento formativo. I partecipanti apprendono comunque l’importanza che riveste la preparazione all’interno di ogni relazione professionale complessa. Tra i limiti del RP occorre citare la necessità di tempo per consentire a tutti i partecipanti di sperimentare attivamente la simulazione, contro la logica di eventi formativi brevi; l’artificiosità della situazione simulata, e un certo grado di imprevedibilità per quanto avverrà in aula. Forti criticità di simulazione (fallimento, incomprensione tra gli attori) sono spie di una cattiva strutturazione dei soggetti o di eccessiva difficoltà del RP rispetto alle capacità del gruppo in quella particolare fase di apprendimento. L’elemento che caratterizza il RP, in modo accentuato, è l’interazione verbale e comportamentale tra due o più ruoli ricoperti da persone. Quindi si tratta di uno strumento fondamentale ed elettivo per imparare a svolgere ruoli sociali, per accrescere le competenze relazionali. Il RP nella formazione trova le più utili applicazioni là dove l’apprendimento desiderato riguarda abilità interattive, sia che queste siano molto codificate (RP prescrittivi e strutturato), sia che si tratta di ruoli minori (RP aperto e semistrutturato). RP è un metodo che fa “succedere” qualcosa,consente espressioni e decisioni dei partecipanti. Per questo si tratta di una tecnica che recepisce la vitalità, che contiene libertà e spontaneità, che fa emergere modelli e stili. La via dell’acquisizione di abilità, nel RP, come in altri metodi attivi, passa attraverso la formazione del formatore [I1]: è nell’aula e nel gruppo che si generano quelle emozioni che producono apprendimento. RP può essere inserito in corsi il cui obiettivo è l’apprendimento di regole comportamentali abbastanza predefinite. RP è utilizzabile dunque all’interno di corsi e seminari di addestramento, quelli che si prefiggono di addestrare le persone all’esercizio di ruoli relativamente definibili a priori. RP può essere utilizzato come metodo di animazione pedagogica [I1] [E1] [F1] [S1], con lo scopo di vivacizzare l’insegnamento.E’centrale il ruolo di chi dirige. Uno degli effetti del RP come animazione pedagogica è la maturazione sociale degli allievi (lavorare con gli altri), e l’esercizio del pensiero critico e della riflessione, essenziale nella fase dei commenti collettivi al gioco. Esempi possibili di RP: una fiaba, rappresentare oggetti parlanti, esprimere stati d’animo e far parlare. Infine, si consiglia a un formatore che conduce un RP di avere qualità personali e preparazione professionale sulle tecniche specifiche. La qualità professionale più richiesta è senza dubbio la flessibilità, ma anche buon senso, e il dipanare le complessità e i differenti livelli degli eventi. Esempio pratico di RP:[I1]

   12/31   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero