Tibullo, un percorso attraverso la I elegia di Beniamino di Dario

Il Corpus Tibullianum

Nuova pagina 1

La tradizione manoscritta ci ha conservato una raccolta di poesie (tutte, tranne una, in distici elegiaci) suddivise in tre libri e attribuite a un poeta di nome Tibullo. Questa silloge è stata definita dagli studiosi Corpus Tibullianum; essa include nel III libro componimenti certamente spurii, insieme ad altri di paternità incerta. (Lat1) (Lat2) (En1) (Fr1) (Fr2) (Esp1)

Il I libro include dieci ampie elegie, di argomento prevalentemente amoroso: la metà di esse (I, II, III, V, VI) hanno infatti richiami alla donna amata da Tibullo, che il poeta canta sotto lo pseudonimo di Delia, mentre tre si riferiscono al giovinetto Màrato, anch’egli amato dal poeta; ad esse si affiancano un’elegia composta per il compleanno di Messalla e una in cui si celebra la vita agreste e si deplora la guerra.

Nelle elegie per Delia si ritrovano molti motivi ricorrenti nella poesia d’amore precedente (soprattutto l’epigramma greco) e contemporanea (le elegie properziane). Tuttavia il poeta fonde con tali temi motivi a lui molto cari, quali l’esaltazione della vita dei campi e l’elogio della pace.

Il II libro comprende sei carmi. Nel primo ritorna l’esaltazione della vita agreste con la descrizione della festa rurale degli Ambarvalia (I1) (Esp2), mentre il compleanno dell’amico Cornuto e l’ingresso del figlio di Messalla, Messalino, in un collegio sacerdotale costituiscono l’occasione della II e della V elegia. La metà delle elegie è invece dedicata alla donna che sostituisce Delia nel cuore del poeta, Nèmesi.

Gli stessi componimenti di incerta attribuzione del III libro sono incentrati ancora una volta sul tema amoroso.

   7/14   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero