La nascita dei fascismi in Italia e Germania di Daniela Raimondo (raimondopatrucco@libero.it), Valter Balzola (), Rossana Denicolai ()

WEIMAR

Il 19 gennaio 1919 si tenne una consultazione nazionale per l'elezione dei deputati all'Assemblea costituente che doveva redigere la Costituzione e, nonostante il boicottaggio dei comunisti, più di trenta milioni di tedeschi si recarono alle urne. Il partito socialdemocratico uscì vincitore dalla consultazione e la neo-eletta Assemblea costituente espresse una maggioranza di fautori della democrazia borghese.

Il primo gabinetto fu costituito dai membri dei tre partiti maggioritari, socialdemocratici, cattolici di centro e democratici: la coalizione di Weimar.

La Costituzione approvata a seguito di un lungo lavoro di rielaborazione e mediazione, all’epoca venne considerata un gioiello di liberalità, basato su di un delicato mélange di parlamentarismo e presidenzialismo. Molti diritti ed istituzioni, che oggi sono normali in tutti i paesi democratici, nacquero proprio in quei giorni. Per la prima volta, anche le donne ebbero il diritto di voto e i sindacati ottennero competenze importanti.

Il clima sociale restava comunque teso. Mentre la nobiltà accolse con disappunto la nascita della repubblica, l'esercito iniziò a far politica ed a fornire la manovalanza per le formazioni di estrema destra.

Nel marzo del '20 si ebbe anche un tentativo di colpo di stato, promosso da squadre armate, i "Freikorps", reclutate fra i soldati e gli ufficiali smobilitati dopo la disfatta.

Le consultazioni del 6 giugno 1920 per l’elezione del Reichstag si risolsero in un disastro per i repubblicani. Il partito tedesco-nazionale e il tedesco-popolare di Stresemann emersero con forza, guadagnando milioni di voti e dozzine di seggi; il partito democratico scese a quasi un terzo della sua forza elettorale, il partito socialdemocratico raccolse soltanto cinque milioni e mezzo di voti, mentre i socialisti indipendenti mostrarono di aver acquistato una nuova grande forza.

La coalizione di Weimar con undici milioni di voti e 225 deputati perse il controllo del Reichstag; gli altri partiti, infatti, nel complesso raccolsero 14 milioni e mezzo di voti e i 251 seggi.

Intanto la violenza dilagava e gli assassini politici erano all'ordine del giorno. Nell'agosto del '21 venne ucciso il ministro delle finanze Matthias Erzberger, che aveva firmato l'armistizio di Versailles; nel giugno del '22 fu assassinato Walther Rathenau, ministro degli esteri, proprietario dell'industria Aeg, uomo di profonda cultura, che stava lavorando per l'applicazione di quegli accordi.

Origini [F1] [E1]

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