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CREATURE IBRIDE: MESCOLANZE DI ANIMALI

Parlando di zoologia fantastica e di creature mostruose, molti sono gli animali compositi. Alcuni di quelli di seguito menzionati devono la loro mostruosità al fatto di comprendere in un unico corpo tante differenti specie di animali, quale è il caso del grifone [F1] [F2] . L'animale, attestato fin dal tempo degli egizi, è un incrocio tra il re della terra - il leone - e la regina dei cieli, ovvero l'aquila di cui ha ali, testa e artigli. Proprio questa particolare mescolanza lo rende un animale simbolico e, al contempo, discusso. In età medievale c'è chi ha ritenuto il grifone simbolo del demonio, chi di Cristo (secondo Isidoro di Siviglia il leone è regalità e forza, mentre l'aquila è ascensione al cielo, quindi resurrezione), chi ancora come Dante Alighieri lo raffigura nel Purgatorio emblema, a seconda delle interpretazioni, o di Cristo o del Papa, detentore del potere temporale quanto di quello spirituale.
Strettamente ricollegato al grifone è l' ippogrifo [E1] , animale che appunto è metà grifone e metà cavallo; già presente nelle Bucoliche di Virgilio (egloga VII,27) quale esempio di assurdità, l'ippogrifo diviene invece una creatura a tutti gli effetti quando Ludovico Ariosto nel suo Orlando Furioso, gli darà corpo e ali, e lo farà volare, con Astolfo in groppa, fino alla luna per cercare il perduto senno di Orlando. Ma il leone compare anche in un'altra creatura mostruosa: la chimera [I1] [E2] [E3] [F3] [F4] [S1] . Figlia di Echidna [E4] [F5] e di Tifeo (oppure di Otro, suo figlio, secondo altri), la si trova in Licia; può apparire dotata di due teste (una di leone e una di capra sul dorso) e con la coda di serpente, ma le versioni sono differenti, dal momento che alcuni la vogliono con tre teste di cui una centrale e due alle estremità. Vale la pena menzionare una delle tante interpretazioni date di questo animale, secondo cui la chimera sarebbe il simbolo delle tre stagioni dell'anno: la parte leonina indicherebbe la primavera, la parte caprinaml'estate, mentre la coda di serpe l'inverno. Una delle prime attestazioni è nell'Iliade, ma se ne trovano testimonanze anche nella Teogonia di Esiodo e nell' Eneide di Virgilio.Nella maggior parte dei casi viene descritta come un essere che sputa fuoco e, proprio questo risulterà essere cagione della sua morte: l'eroe Bellerofonte l'avrebbe uccisa conficcandole un dardo in gola e provocandone il soffocamento.
La coda di serpente compare anche in un'altra creatura, a cui il corso del tempo ha risparmiato significative metamorfosi: il basilisco [E5] [E6] [F6] . In Plinio il Vecchio compare con la forma di serpente, ma nel Medioevo le sue fattezze si complicano e lo si trova rappresentato come mescolanza di gallo e serpente oppure di gallo, serpente e aquila. Se l'aspetto muta, a rimanere intatte nel tempo sono le virtù mortifere attribuite a questa creatura: non solo lo sguardo pietrifica, ma l'alito è velenoso, e in alcune iconografie viene raffigurato come capace di sputare fuoco. Alcune leggende narrano che ci si potesse difendere dall'orrida bestia mostrando uno specchio, secondo altre a procurare la morte sarebbe stato l'odore della donnola; nel Medioevo pare che la morte giungesse dal canto del gallo, e così questo animale faceva spesso compagnia ai viandati nel loro viaggio.
Per concludere: la manticora [E7] [E8] [F7] . Si tratta di una animale composito che, secondo la tradizione medievale, abitava le regioni etiopiche. Il greco Ctesia di Cnido la descrive come un mostro con corpo di leone rosso, faccia e orecchie d'uomo, occhi color celeste, tre file di denti e coda di scorpione.Quest'idea di una commistione, seppur parziale, uomo -leone rimanda ad un'altra figura simile, quella della sfinge, e ad un'altra categoria di belve mostruose: quelle dalla natura ibrida uomo-animale.

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Edurete.org Roberto Trinchero