Miti e leggende di Luca La Grotta (lucalagrotta@infinito.it), Matteo Leonardi (aleonardim@tiscalinet.it), Cristina Merchiori (severnaja@libero.it), Elisa Rossi (elisaros2006@libero.it), Claudia Scaglia (siscla@libero.it).

LIBRI CHE CI PARLANO DI MOSTRI E DI CREATURE FANTASTICHE

Il primo grande contenitore di animali fantastici e di creature ibride è la mitologia greco-latina; a raccontarcene le vicende (e le caratteristiche) sono poemi omerici, la Teogonia [E1] di Esiodo, le Storie di Erodoto o di Plutarco, fino all' Eneide di Virgilio o alle Metamorfosi di Ovidio; fuori dal mondo mitologico inteso in senso stretto,poi, una fauna multiforme fa capolino dalle pagine degli storici, dei filosofi o dei naturalisti greci e latini, come Plinio il Vecchio con la sua Naturalis historia , ma anche Aristotele, Claudio Eliano o Lucano. Così, l'anfisbena, il basilisco, la manticora, la salamandra arricchiscono il repertorio dei mostri epici più noti come le arpie, le sirene, i centauri, la chimera o il grifone, per fare solo alcuni esempi.
Nell'universo degli antichi, erano proprio il politeismo e l'immanentismo religioso a consentire una mescolanza continua tra umano, ferino e divino, mentre i frequenti contatti tra popoli (o gli stessi viaggi e le conquiste) garantivano continuità di tradizioni e, al contempo, integrazione e arricchimento.

Con la diffusione del cristianesimo, il rapporto con l'elemento animale muta radicalmente. Tutto il bagaglio della cultura classica viene riletto in una nuova chiave, questa volta simbolica ed allegorica; bestie, animali fantastici e creature mostruose assumono una connotazione nuova, il cui significato va cercato nella sfera etica e morale.
Una delle opere che più significativamente esprime questo principio è il Fisiologo [I1] [I2] , un'opera enciclopedica alessandrina di autore anonimo e databile all'incirca tra II - III secolo d. C. Al suo interno trovano posto animali, piante e pietre, tanto reali quanto fantastici e classificati più che in base alle caratteristiche fisiche secondo la connotazione simbolica assunta (o le proprietà curative miracolose nel caso di fiori e piante), con ampie citazioni prese di volta in volta dai Salmi, dall'Apocalisse o dai Vangeli.
Alcuni significativi esempi sono la fenice, che nel suo morire e risorgere è simbolo della vita la morte corporale, o il pellicano, che si strappa le carni per nutrire con esse i piccoli, assurto ad emblema di Cristo.
Intorno al V secolo, il Fisiologo viene tradotto dal greco in diverse lingue e, proprio dalla versione latina, prendereanno forma i bestiari .

Medioevo e Bestiari

Scrive Umberto Eco: "L'uomo medievale vive effettivamente in un mondo popolato da significati, rimandi, sovrasensi, manifestazioni di Dio nelle cose, in una natura [...] in cui il leone non era solo un leone, una noce non era solo una noce, un ippogrifo era reale come un leone, perchè come quello era segno, esistenzialmente trascurabile, di una verità superiore". Il mondo dell'uomo medievale è una foresta di simboli: tutto ciò che lo circonda rimanda ad altro, a qualcosa che va oltre le apparenze, perchè fa parte dell'intellegibile disegno divino. La natura è un libro di segni da interpretare, ed è in questo contesto che gli animali si caricano di sovrasensi simbolici, diventano "figure", e non importa se siano veri o fantastici, perchè ciò che conta è il significato riposto, positivo o negativo che sia.
Al di là dei bestiari anche la letteratura si presenta molto ricca in termini di figure mostruose. Il primo diretto riferimento va all'Inferno di Dante Alighieri, ma molto di questo tema si può trovare anche nel Milione di Marco Polo o negli scritti di Leonardo da Vinci; quanto poi ad Ariosto, a lui si deve la partenità del celebre ippogrifo, creatura ibrida metà animale e metà grifone, in grado di volare fino alla luna. Ma a quel punto non c'era più nessun significato da decodificare nel gran destriero alato/ che porta in aria un cavalliero armato . Astolfo alla fine toglie la sella all'ippogrifo e lo libera: dopo l'età medievale tutte le creature mostruose e fantastiche potranno ritornare ad essere se stesse o, come sta scritto nel Libro degli esseri immaginari di J. L. Borges:"Sirena: ipotetico animale marino, leggiamo in un dizionario brutalmente franco", e altrove, in termini ancora più significativi, quando il poeta parla del Ciclope così come è trattato da Gòngora scrive: "questi versi enfatizzano e indeboliscono altri del terzo libro dell'Eneide (lodati da Quintiliano), che a loro volta enfatizzano e indeboliscono altri del nono libro dell'Odissea. Questo declino letterario corrisponde ad un declino della fede poetica...". E forse, è così che la Chimera si è ridotta ad essere una parola da noi usata per indicare qualcosa di impossibile.

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Edurete.org Roberto Trinchero