L'autismo di Lucia Guglielmetti

I ntervento Comportamentale precoce di Lovaas

||[Lovaas] afferma che l'intervento comportamentale precoce e intensivo eseguito a casa, utilizzando i metodi della [Applied behavior analysis] (A.B.A.) consente a molti bambini autistici di arrivare ad avere una vita normale. Lovaas ritiene che il trattamento dei soggetti autistici è migliore se viene effettuato nel loro ambiente di vita senza un ricovero ospedaliero. Lo scopo più importante è aiutare i bambini a vivere e ad agire in un mondo reale e non in uno artificiale. Per ciò il luogo del trattamento è quello naturale del bambino (casa, scuola), e il modo di intervenire consiste nell'insegnamento affidato  ai genitori ed ai parenti. La Applied Behavior Analysis usa metodi basati su principi comportamentali scientificamente stabiliti (apprendimento operante) al fine di costruire repertori comportamentali socialmente utili e ridurre quelli problematici. Secondo il punto di vista analitico comportamentale, l'autismo è una sindrome di deficit ed eccessi comportamentali che hanno basi neurologiche, ma comunque mutevoli in seguito ad interazioni specifiche, attentamente pianificate e costruttive con l'ambiente, visto che i bambini con autismo non imparano facilmente dagli ambienti tipici, ma possono imparare se ricevono appropriate istruzioni. Si pone attenzione nell'insegnare al bambino come imparare dall'ambiente normale. Il trattamento analitico comportamentale per l'autismo si centra sull'insegnamento sistematico di unità di comportamento piccole e misurabili; ogni abilità è suddivisa in piccoli passi, ognuno dei quali è insegnato separatamente tramite la presentazione di una serie specifica di istruzioni (precise e chiare). La regola per iniziare a insegnare un comportamento è sceglierne uno semplice (prefissato); i pasti costituiscono una perfetta opportunità per iniziare l'insegnamento. L'allievo arriva così a padroneggiare all'inizio le prime unità che poi vengono coordinate e messe insieme fino a formare un tutto unico più avanti. A volte viene aggiunto un aiuto (ad esempio un aiuto fisico) per iniziare, che poi viene progressivamente diminuito per impedire che il bambino ne diventi dipendente. Le risposte appropriate sono seguite da conseguenze che funzionano da rinforzo: quando un bambino fa qualcosa di buono lo si ricompensa immediatamente. All'inizio le ricompense (che devono durare solo da 3 a 5 secondi ed essere varie) possono essere notevoli e concrete (gelati, baci, parole di elogio), ed occorre essere veementi nel tono della voce per rendere l'apprendimento divertente; in seguito, lo sviluppo del bambino progredisce e tali ricompense diventano più sottili (un'occhiata, un riconoscimento anche minimo). Bisogna spostare al più presto possibile la ricompensa dal cibo ad altri tipi più normali e naturali, come quelli sociali ("bravo", "bene"); poi si passa da una ricompensa continua ad una parziale, ricompensando solo una volta ogni tanto. Le risposte problematiche (capricci, stereotipie, comportamenti autoaggressivi, ritiro) non vengono rinforzate. Uno scopo prioritario è insegnare al bambino a discriminare tra differenti stimoli (colori, forme, lettere, numeri, comportamenti appropriati e non). Le prove di insegnamento sono ripetute molte volte, inizialmente in rapida successione, finché il bambino dà una risposta facilmente e senza l'aiuto dell'adulto. Il tempo e la velocità delle sedute di insegnamento, le opportunità pratiche, e le conseguenze sono determinate precisamente per ogni bambino e per ogni abilità, le istruzioni sono  personalizzate e preparate secondo lo stile e la velocità di apprendimento di ogni bambino. I risultati delle ricerche condotte da Lovaas e collaboratori sull'intervento comportamentale precoce per l'autismo mostrerebbero efficacia: l'intervento precoce basato sui principi della Applied Behavior Analysis produrrebbe significativi miglioramenti e la riduzione dei comportamenti problematici; in alcuni soggetti questi miglioramenti possono arrivare al raggiungimento di un normale e completo funzionamento intellettivo, sociale, accademico, comunicativo e adattivo. L'integrazione con successo nel corso regolare delle scuole sarebbe un altro effetto positivo. L'età ottimale per iniziare un intervento comportamentale precoce è prima dei 5 anni di età; i migliori risultati sono stati riportati per bambini che hanno cominciato il trattamento a 2 o 3 anni. Potrebbe esserci un periodo ottimale durante il quale il giovane cervello in evoluzione è molto modificabile: in alcuni bambini con autismo l'interazione ripetuta e attiva con l'ambiente fisico e sociale, assicurata dall'intervento comportamentale precoce, può modificare il loro circuito neurale, correggendolo prima che i correlati neurobiologici del comportamento autistico diventino permanenti natura dell'intervento. L’intervento comportamentale è un "pacchetto" di trattamenti che vengono applicati in modo intensivo e sostenuto (con opportunità di apprendimento attentamente pianificate).

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Edurete.org Roberto Trinchero