I livelli di valutazione delle competenze
Pellerey propone di impostare una valutazione delle competenze sul principio di triangolazione, per il quale la rilevazione di una realtà complessa richiede l’attivazione e il confronto di più livelli di osservazione per consentire una ricostruzione articolata e pluriprospettica dell’oggetto di analisi.
La prospettiva su cui si basa per osservare lo sviluppo della competenza nel soggetto, è formata da tre dimensioni di osservazione della competenza: una dimensione soggettiva, intersoggettiva e oggettiva.
Una valutazione di competenza richiede di attivare simultaneamente le tre dimensioni di analisi richiamate, attraverso uno sguardo trifocale in grado di comporre un quadro d’insieme e di restituire le diverse componenti della competenza richiamate nell’immagine dell’iceberg, sia quelle più visibili e manifeste, sia quelle implicite e latenti.
Il rigore della valutazione consiste proprio nella considerazione e nel confronto incrociato tra le diverse prospettive, in modo da riconoscere analogie e differenze, conferme e scarti tra i dati e le informazioni raccolte.
Le tre dimensioni indicate richiedono strumentazioni differenti, da integrare e comporre in un disegno valutativo plurimo e articolato: ciascuna di esse, in rapporto alla propria specificità, può servirsi di dispositivi differenti per poter essere rilevata e compresa.
Al centro delle tre dimensioni, in rapporto all’idea di competenza intorno a cui ruotano i diversi strumenti e punti di vista, si pone la rubrica valutativa, come dispositivo attraverso il quale viene esplicitato il significato attribuito alla competenza oggetto di osservazione e sono precisati i livelli di padronanza attesi in rapporto a quel particolare soggetto.
Questa strumentazione costituisce il punto di riferimento comune ai diversi materiali, in rapporto alle tre dimensioni di analisi e assicura unitarietà e coerenza all’intero impianto di valutazione.
L’elaborazione di rubriche valutative costituisce un passo chiave sia per il momento della valutazione degli apprendimenti, sia per il momento della progettazione formativa; in questo modo si esplica il quadro dei risultati attesi su cui impostare i relativi progetti didattici.
Esempi significativi di rubriche valutative possono essere rintracciati a livello internazionale e costituire punti di riferimento utili per il lavoro didattico dei docenti; tra i più noti: le rubriche valutative del Progetto PISA e il Framework europeo delle lingue straniere.
Come conclusione della valutazione rimane da effettuare il passaggio dalla rilevazione al giudizio valutativo.
La pluralità di informazioni sullo sviluppo della competenza raccolte attraverso le strategie auto valutative, le osservazioni e i commenti dei diversi soggetti interpellati, i compiti autentici e gli altri dati empirici rilevati sulle prestazioni del soggetto richiedono di essere confrontati e ricondotti a una visione unitaria.
La rubrica valutativa fornisce le categorie in base alle quali operare questo confronto, in particolare attraverso le dimensioni di analisi su cui si struttura la descrizione dei livelli di padronanza della competenza.
In termini operativi si propone la costruzione di una tabella a doppia entrata, in cui riportare le dimensioni di analisi desunte dalla rubrica nelle righe e i diversi strumenti di rilevazione impiegati nelle colonne. L’incrocio tra i due piani evidenzierà di quali informazioni disponiamo per rappresentare il livello di sviluppo della competenza del soggetto.
A seguito di questo lavoro, si tratta di pervenire a un’interpretazione delle informazioni raccolte utile a formulare un giudizio di valore sulla competenza acquisita dal soggetto.