INTRODUZIONE
L’ultimo decennio è stato caratterizzato da una progressiva affermazione dell’istanza di formazione alla competenza come chiave di rinnovamento della scuola e del sistema d’istruzione e formazione.
Tale idea è ricondotta alla sempre più evidente difficoltà del sistema di istruzione a rispondere alle attese sociali, insieme alla progressiva presa di coscienza dei mutamenti che caratterizzano oggi la vita individuale e collettiva, con le conseguenti sfide educative che essi comportano.
Negli ultimi vent’anni la convergenza della rivoluzione informatica e delle trasformazioni sociali hanno messo capo ad una nuova società, veloce, complessa, flessibile, oberata di informazioni, ricca di possibilità, ma altrettanto di rischi di marginalizzazione.
Queste trasformazioni sociali e dei saperi hanno modificato anche i bisogni formativi dei giovani. Cittadini di un mondo in continua trasformazione, per orientarsi, per poter scegliere, per poter valorizzare le proprie attitudini, essi hanno bisogno non solo di imparare, ma di selezionare e reperire nuove informazioni e inserirle all’interno dei propri quadri di conoscenza.
Per far questo devono conoscere le strutture portanti dei saperi, sapersi orientare nelle discipline e, attraverso le discipline, nella società.
Nell’ambito della formazione e dell’istruzione, si constata che l’apprendimento fondato su semplici conoscenze e saperi procedurali, non garantiscono la formazione di atteggiamenti funzionali alle richieste della vita e del lavoro, in particolare per quanto riguarda la capacità di problem solving, di assumere iniziative autonome flessibili, di mobilitare i saperi per gestire situazioni complesse.
Sempre più l’insegnamento basato sulla trasmissione del sapere genera negli studenti demotivazione, estraneità e disamore per lo studio, anche in considerazione dell’importanza e rilevanza che assumono i saperi informali e non formali che i giovani realizzano fuori di scuola, attraverso le esperienze extrascolastiche, di relazione, i mass-media.
Per questo l’obiettivo della scuola diventa quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale ,affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri.
Le trasmissioni standardizzate e normative delle conoscenze, che comunicano contenuti invariati, non sono più adeguate.
Al contrario la scuola deve realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.
La scuola persegue perciò una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di una trasformazione dell’offerta formativa e dei moduli didattici, orientati ad un apprendimento sempre più contestualizzato nella realtà.
Il concetto di competenza, l’apprendimento di competenze, l’esercizio della competenza, con i significati sempre più legati alla realizzazione personale che esso assume, sembra venire incontro alle mutate esigenze della società.
Da qui il grande interesse dell’impresa, della formazione, dell’economia, dell’Unione europea e degli Stati per la questione.