Il processo di Copenaghen
Per far fronte a questa situazione si rende necessario che le linee di principio definite a Lisbona vengano tradotte in azioni concrete, perciò il Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 ha chiesto la creazione di un processo specifico per contribuire a rendere i sistemi europei di istruzione e formazione professionale un riferimento di qualità a livello mondiale entro il 2010.
In questo senso va intesa la Dichiarazione di Copenaghen del 30 novembre 2002, con la quale i Ministri dell’Istruzione di 31 Paesi europei stabiliscono delle priorità concrete:
Migliorare le prestazioni, la qualità e l'attrattiva dell'istruzione e della formazione professionale (IFP) Fornire maggiore informazione, orientamento, consulenze e incoraggiare la mobilità e l’apprendimento permanente attraverso la messa in trasparenza di qualifiche e competenze. In funzione di questo obiettivo si sviluppa la prospettiva di un quadro unico per la trasparenza di qualifiche e competenzeche che consenta di mettere in relazione e posizionare, in una struttura a livelli, i diversi titoli (qualifiche, diplomi, certificati ecc.) rilasciati nei Paesi membri.. Questo codice di riferimento comune è basato sui risultati dell’apprendimento. Sviluppare strumenti per il reciproco riconoscimento e la convalida delle competenze e delle qualifiche attraverso la definizione di un approccio comune per il trasferimento dei risultati dell’apprendimento da un sistema all’altro. Per questo obiettivo si comincia a lavorare dal 2002, con la prima Proposta della Commissione europea su un sistema di trasferimento di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET). Questo strumento dovrebbe consentire il trasferimento e la capitalizzazione dei risultati dell’apprendimento in caso di transizione da un contesto di apprendimento ad un altro o di passaggi fra sistemi diversi. Il processo si basa su priorità che sono rivisitate da parte del Consiglio e della Commissione ogni due anni:
Il Comunicato di Maastricht del 14 dicembre 2004 fissa priorità specifiche a livello nazionale nel campo dell'istruzione e della formazione professionale: L'uso di strumenti e riferimenti comuni a sostegno della riforma e dello sviluppo dei sistemi e delle pratiche di IFP; Il miglioramento degli investimenti pubblici e/o privati nell'IFP; Il ricorso ai finanziamenti europei a sostegno dello sviluppo dell'IFP; Lo sviluppo di contesti che favoriscano l'apprendimento, sia negli istituti di formazione che sul luogo di lavoro.
Dopo l'adozione del comunicato di Maastricht, sono stati compiuti progressi sui quadri e sugli strumenti comuni europei per l'IFP: Il quadro unico Europass, l’idea è quella di riunire in un unico formato, più visibile, maneggevole, e sotto il “marchio Europass”, i vari strumenti di trasparenza messi in campo a livello europeo. L’esito di questo processo è la decisione n. 2241/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, con la quale viene istituito il Quadro unico europeo per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze: Europass.
Per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze è stato adottato e si sta lavorando sul: Quadro europeo delle qualifiche e dei titoli e sul Sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET).
Comunicato di Helsinki del 5 dicembre 2006: si basa principalmente sul miglioramento dell'attrattiva e della qualità dell'istruzione e della formazione professionale.
Comunicato di Bordeaux del 26 novembre 2008: il processo ha dimostrato di essere efficace nel promuovere l'immagine dell'IFP, pur mantenendo la diversità dei sistemi nazionali di istruzione e formazione professionale.
Tuttavia, è necessario un nuovo impulso, in particolare per quanto riguarda l'attuazione degli strumenti e dei sistemi di IFP per promuovere la cooperazione sia a livello europeo che nazionale.
Comunicato di Bruges del 7 dicembre 2010, prevede obiettivi strategici a lungo termine per la cooperazione europea in materia di IFP per il periodo 2011-2020.
Affinché l’IFP possa rispondere alle sfide attuali e future, i sistemi europei di istruzione e formazione devono: Essere flessibili e di elevata qualità; Adattarsi all’evoluzione del mercato del lavoro e comprendere i settori e le competenze emergenti; Offrire alle persone i mezzi necessari per adattarsi ai nuovi sviluppi e gestire il cambiamento, dando loro la possibilità di acquisire competenze chiave.
Il processo di Copenaghen è parte integrante del quadro strategico “Istruzione e formazione 2020” (ET 2020) e può contribuire al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 fissati per il settore dell’istruzione.
In base a tale prospettiva, gli obiettivi strategici a lungo termine per la cooperazione europea in materia di IFP per il periodo 2011-2020, richiedono in particolare di:
Migliorare la qualità e l’efficienza dell’IFP e rafforzare attrattiva e pertinenza dell’IFP; Rendere l’apprendimento permanente e la mobilità una realtà; Promuovere equità, coesione sociale e cittadinanza attiva. Il confronto tra Paesi dell'Unione europea fa emergere un panorama complesso e multiforme, caratterizzato da significative differenze fra sistemi di istruzione e formazione di livello nazionale e regionale e da diverse condizioni di governance complessiva dei sistemi.