Ecosistemi e Biodiversità di Anna Maria Filippi (hannasfili@libero.it) Riccardo Perrenchio (ricottanta@tiscali.it)

Come favorire la biodiversità

Un modo per cercare di diminuire la fame nel mondo e i danni sull’ambiente provocati dall’agricoltura industrializzata e da quella tradizionale, è senz’altro lo sviluppo di una varietà di sistemi agricoli sostenibili per la Terra.

Si dovranno seguire alcune linee di condotta per lo sviluppo di tali sistemi come:

- restituire qualsiasi cosa prelevata dal suolo senza privarlo dei suoi nutrienti. Questo lo si potrà fare non coltivando i terreni facilmente soggetti ad erosione, impedendo il pascolo eccessivo del bestiame e utilizzando i fertilizzanti organici. Bisognerà anche utilizzare sistemi di irrigazione che non sprechino l’acqua portando a saturazione dei suoli;

- incoraggiare l’utilizzo di vari tipi di colture senza dipendere troppo dalle monocolture e da una sola specie di bestiame;

- basarsi sulle risorse biologiche rinnovabili localmente e utilizzarle in modo da mantenere la loro rinnovabilità. Questo lo si potrà fare utilizzando fertilizzanti provenienti dai rifiuti delle coltivazioni e dai rifiuti animali, attraverso l’introduzione di strumenti per raccogliere l’acqua piovana utile ad irrigare le colture e con la coltivazione di prodotti adatti alle condizioni ambientali;

- utilizzare al massimo l’energia rinnovabile localmente disponibile come sole, vento ed acqua corrente;

- evitare un eccessivo uso di pesticidi chimici.

Perché è importante non utilizzare i pesticidi chimici?

L’utilizzo eccessivo di pesticidi chimici causa, sia la morte dei predatori naturali e dei parassiti che contribuiscono a mantenere gli organismi nocivi ad un livello accettabile, sia una resistenza genetica verso i pesticidi da parte degli organismi nocivi.

Le azioni che si possono adottare per controllare gli organismi nocivi sono:

- l’utilizzo della rotazione delle colture che prevede di cambiare ogni anno il tipo di prodotto coltivato;

- la coltivazione di prodotti in aree dove non si trovano i principali organismi nocivi;

- la sostituzione delle monocolture con sistemi come l’intercoltura, la policoltura ecc.. che utilizzano la diversità vegetale per contrastare gli effetti dannosi degli organismi nocivi;

- la rimozione delle piante malate o infestate dalla coltura;

- l’impiantare siepi o alberi intorno ai campi coltivati al fine di ostacolare un’invasione da parte degli insetti;

Esistono poi dei tipi di lotte come quella biologica che si sta diffondendo sempre di più tra gli agricoltori che cercano alternative alla guerra chimica, come:

- i cani da guardia per proteggere il bestiame dai predatori;

- le oche per disinfestare gli orti dalle malerbe, per controllare la crescita dei vegetali e per mangiare la frutta marcia;

- gli uccelli per predare gli insetti;

- utilizzo di piante che producono sostanze naturali tossiche come per esempio il grano, il sorgo e la segale che sono in grado di sopprimere le malerbe nei frutteti.

L’utilizzo dei pesticidi può essere eliminato contrastando l’idea per cui si considera come unico insetto buono quello morto. Bisogna capire che gli organismi, come per esempio i ragni, sono estremamente utili perché controllano gli insetti che noi consideriamo nocivi. La guerra chimica che noi facciamo agli organismi nocivi rischia di uccidere tutti quelli che potrebbero essere i nostri alleati in questa battaglia.

   10/16   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero