Riforma e Controriforma di Dario Mastellari (dario_mastellari@email.com), Elisa Molina (elisamolina@alice.it), Agata Carollo (agata.carollo@gmail.com)

La nascita di nuovi ordini

In linea con la volontà di attuare una riforma del cattolicesimo interno alla Chiesa di Roma attraverso una moralizzazione del clero e un concreto intervento nella società fu l’emergere, già alcuni anni prima del Concilio di Trento, di movimenti e ordini religiosi (gli Oratori, i Teatini, i Cappuccini, i Barnabiti, le Orsoline) e di istituzioni caritative ed assistenziali (come la “Compagnia spirituale dell’Oratorio” fondata da Filippo Neri).

Tra questi un ruolo di crescente importanza fu assunto dalla Compagnia di Gesù [I1] [I2] [I3] [I4] [I5] [E1] [E2] [S1] [F1] fondata nel 1540 da Ignazio di Loyola (1491-1556) [I1] [S1] un ufficiale spagnolo che dopo una crisi mistica decise di dedicarsi all’apostolato religioso. L’ordine dei gesuiti ebbe una grande crescita, in esso si prevedeva una formazione lunga e meticolosa consistente in: due anni di noviziato, due di studi letterari e scientifici, tre di filosofia, quattro di teologia. Il gesuita diventava sacerdote dopo verso i trent’anni dopo un ulteriore anno di noviziato. Si trattava di un ordine caratterizzato da una struttura interna fortemente gerararchizzata, al capo della quale era posto il capo dell’ordine, il generale. La stesso reclutamento era frutto di una selezione durissima. Le due dimensioni fondamentali di questo ordine furono sin dall’inizio da una parte l’approfondita formazione culturale, dall’altra un’obbedienza di tipo militare.

Tuttavia, all’estremo rigore esercitato all’interno dell’ordine faceva riscontro un’estrema flessibilità dei gesuiti nei confronti della realtà in cui operavano. Del resto, evitare atteggiamenti di eccessiva rigidità nei confronti degli increduli, degli incerti e dei cosiddetti eretici permise all’ordine di penetrare nella realtà politica, sociale culturale europea al fine di raggiungere l’obiettivo principale della riconquista della Cristianità ai principi morali e dottrinali della Chiesa romana.

Ciò permise ai gesuiti di conquistare un certo ruolo nelle università cattoliche e di fondare scuole di istruzione primaria e secondaria che, grazie alla loro buona qualità culturale e morale, ebbero grande successo soprattutto nella formazione dei giovani appartenenti ai ceti superiori della società. Nell’ambito della formazione i gesuiti introdussero innovazioni significative sia a livello di metodologia didattica che di contenuti e programmi scolastici. Grande importanza era ad esempio attribuita a discipline come la danza e il teatro, se la prima doveva aiutare i giovani ad assumere un portamento elegante, il secondo aveva l’obiettivo di insegnare ad essere disinibiti in società.

I ceti più umili non rimasero esclusi dalle azioni dell’ordine gesuita; anche in questo caso l’ordine mostrò infatti di saper interpretare le esigenze specifiche e proporre delle soluzioni adeguate. In questa direzione può essere letta l’azione di promozione svolta dall’ordine verso il culto delle immagini sacre, dei sontuosi cerimoniali propri delle processioni religiose che si svolgevano anche nei paesi più piccoli. La compagnia di Gesù dunque con la sua obbedienza al papa unita a una preparazione teologica, culturale e politica di ineguagliabile livello divenne uno degli strumenti principali di lotta contro il dilagare del protestantesimo.

  1. Spiega il motivo per cui nel XVI secolo si registrò un proliferare di nuovi ordini religiosi in seno alla Chiesa cattolica.
  2. Quale obiettivo aveva la lunga e meticolosa formazione prevista nell’ordine dei gesuiti? Nel rispondere fai riferimento alle caratteristiche proprie di questo nuovo ordine.
  3. Perché i gesuiti si mostrarono particolarmente flessibili nei confronti della società? Quali furono i maggiori risultati rispetto ai ceti superiori? Come riuscirono a coinvolgere i ceti più umili?
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