Competenze comunicative e apprendimento linguistico di Daniela Fiorio, Annamaria Nigro

L'apprendimento della lingua

Si può imparare senza "apprendere"?

Imparare una lingua/apprendimento/grammatica/grammatica delle dipendenze/modello operativo/ proposta didattica 1/ esercitazione

Dante, nel De Vulgari Eloquentia [I], aggiunge alle considerazioni sull'importanza della lingua volgare, considerata la lingua madre, acquisita in modo naturale, la valutazione su una lingua secondaria, parlata solo da alcuni popoli, come i Greci: Est et inde alia locutio secundaria nobis, quam Romani gramaticam vocaverunt. Hanc quidem secundariam Greci habent et alii, sed non omnes.  Questa lingua viene chiamata "grammatica" dai Romani; la possiedono i Greci e altri popoli, ma non tutti. Arrivarne al pieno possesso è difficile: è necessario lungo e assiduo studio. Si tratta, tra l'altro, di una lingua che Dante riconosce "artificiale" (cum illa potius artificialis existat).

Di che si tratta se non della lingua "standard", al cui apprendimento vengono accostati i ragazzi nella normale pratica didattica?

Nella distinzione introdotta Krashen [E] [F] [ES], è l'acquisizione a generare la competenza linguistica, non l' "apprendimento".

Per "apprendimento" si intende uno studio consapevole delle forme linguistiche, in contrapposizione al contatto diretto con la lingua, l'unico che assicuri, secondo Krashen, la competenza comunicativa.

Indipendentemente dall'accoglienza ricevuta dalle tesi della linguistica acquisizionale, sembra che, negli ultimi anni, specie nel ciclo di studi della Scuola Secondaria Superiore, si sia enfatizzato l'aspetto dell'educazione linguistica come "riflessione sulla lingua" e si sia affermata la tendenza, anche nella didattica delle lingue straniere, a privilegiare le situazioni di contatto diretto con la lingua, invece che con la regola.

Pur riconoscendo l'utilità del ricorso al metodo induttivo nell'insegnamento di una lingua, non sembra eludibile il riferimento alla norma nella pratica didattica. L'apprendimento linguistico, che pure non può fare a meno dell'altro elemento del binomio, l'acquisizione, è l'unica strada praticabile per la conoscenza dello "standard".

Meglio ancora sarebbe non cercare la via unica per lo sviluppo delle competenze linguistiche e affidarsi ad una massiccia esposizione alla lingua reale, all'esperienza delle diverse situazioni comunicative e alla riflessione, all'analisi dell'uso della lingua e delle sue deviazioni rispetto alla norma codificata.

Non è possibile discutere il valore dell'attività metacognitiva nel processo di apprendimento in generale: si dovrebbe, secondo noi, pensare all'educazione linguistica nei termini della riflessione sulle proprie conoscenze in ambito linguistico, una riflessione sull'uso della lingua in vista del dominio delle competenze linguistiche.


Domande-chiave di verifica

  • Qual è la differenza tra apprendimento e acquisizione linguistica?

  • A quale dei due aspetti Krashen attribuisce il merito del progresso delle competenze comunicative?

  • Si può fare a meno dell'apprendimento formale?


 

Per una riflessione ulteriore: che cos'è lo Standard linguistico?

Sabatini-coletti, Dizionario della lingua italiana 2008: standard: s. linguistico (o lingua s.), varietà di lingua a cui ci si riferisce in due accezioni diverse, sia nel senso di modello linguistico di prestigio, codificato e adottato quale mezzo di comunicazione dagli organi di informazione e dalle istituzioni educative, sia nel senso di lingua comune, di livello medio, correntemente usata dai parlanti di una comunità linguistica e priva di tratti socialmente marcati.

Ervin-Tripp, S. 1974 "Is Second Language Learning Like the First?", TESOL Quarterly 8.

Felix, S. (a cura di) 1978 Recent Trends in Research on Second Language Acquisition, Tübingen, Gunter Narr.

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