La teoria di Gaia di Domenico De Luca

Il meccanicismo e Gaia

Nel XVII secolo Cartesio ha descritto la Terra e tutto il mondo visibile come se fosse una macchina.

Nei suoi numerosi scritti, Cartesio, sviluppando un concetto già suggerito da altri filosofi, dando vita al “meccanicismo[I1] . I meccanicisti consideravano la materia inerte, ossia senza vita. Essi paragonavano il mondo materiale ad una macchina, come un orologio che ticchetta in modo uniforme.

Nel XVII vi fu un’alleanza tra scienza e chiesa in quanto una visione del mondo di questo tipo implica un costruttore esterno. La visione del mondo in base alla teoria di Gaia si oppone al pensiero meccanicistico in quanto non considera il mondo come inerte ed inanimato. Quindi le pietre, gli animali, le piante non sono passivi ed inerti. Al contrario, la natura non deve essere considerata come una macchina, ma come una fisiologia vivente, capace di autoregolarsi al variare delle circostanze. Secondo la teoria di Gaia il mondo è un organismo vivente e non una macchina. La teoria meccanicistica implica un'epistemologia mentalistica, per la quale la conoscenza delle cose si ottiene con un apprendimento distaccato privo di soggettività e di percezione. La teoria di Gaia, invece, implica un'epistemologia partecipatoria. Se la Terra, in questa nuova visione, non è più una macchina, così non lo è il corpo umano. La biologa Barbara McClintock, Premio Nobel nel 1984 per la scoperta della trasposizione genetica, è un esempio di epistemologia partecipatoria. Ella sostiene che un vero scienziato deve avere "una sensibilità dell'organismo, e non solo nei riguardi degli organismi "viventi", ma anche "per qualsiasi oggetto che richiami pienamente la nostra attenzione"'. Dopo aver individuato i cromosomi nella sua ricerca della trasposizione genetica ha affermato: “Scoprii che più lavoravo con loro, più i cromosomi diventavano grandi, e che quando lavoravo veramente con loro non ero al di fuori, ma li dentro. Facevo parte del sistema. Ero proprio li, con loro, e tutto diventava grande. Riuscivo perfino a vedere le parti interne dei cromosomi, tutto era veramente li. La cosa mi sorprese perché mi sembrava proprio come se fossi con loro e fossero dei miei amici. Li guardate, e diventano una parte di voi. E vi dimenticate di voi stessi”. Come Barbara McClintock giunse a percepire se stessa all'interno del sistema vivente che stava studiando, cosi l'ipotesi Gaia situa tutti noi all'interno di questo mondo che dividiamo con le piante, gli animali, le pietre. Le cose intorno a noi non sono più inerti. Esse partecipano insieme a noi all'evoluzione di una conoscenza e di una scienza che appartiene all'umanità ne più ne meno che alla Terra.

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Edurete.org Roberto Trinchero