La nascita dei fascismi in Italia e Germania di Daniela Raimondo (raimondopatrucco@libero.it), Valter Balzola (), Rossana Denicolai ()

LA REPUBBLICA DI SALO'

Sulla repubblica di Salò, nata dopo la destituzione e l’incarcerazione di Mussolini, il giudizio degli storici dà luogo a due diverse interpretazioni.

Secondo la prima la liberazione del Duce, avvenuta ad opera dei Tedeschi produce un governo fortemente supportato dall’azione nazista per continuare la guerra a fianco dell’ex alleato, ma senza il quale il fascismo non avrebbe avuto la forza né la volontà di sopravvivere.

L’altra tesi è che in realtà la divisione lacerante a livello geografico dell’Italia è anche e soprattutto una divisione ideologica della popolazione, una parte della quale comunque e sinceramente convinta della necessità di combattere per il nazifascismo, che continua ad avere l’appoggio e l’adesione di alti quadri dell’esercito italiano.

L’Italia rimane così divisa in due zone d’influenza: il sud occupato dagli Anglo-americani, sotto la monarchia con il governo Badoglio [I1] e il re rifugiati a Brindisi; il centro-nord occupato dai Tedeschi con l’appoggio dei fascisti della rinata repubblica di Salò.

Questi ultimi furono inquadrati in diversi reparti come la Guardia Nazionale Repubblicana e la Brigate Nere,. E, più tardi, anche in divisioni regolari. I volontari fascisti erano in larga parte giovani e giovanissimi che vedevano nella prosecuzione della guerra il modo di difendere l’onore nazionale messo in discussione dall’armistizio dell’8 settembre. Altri erano invece spinti da sentimenti di odio e di parte, e furono quelli che più collaborarono con le truppe tedesche alle persecuzioni e alle stragi dei civili. Altri ancora si arruolarono nella “Decima Mas” del comandante Junio Valerio Borghese che cercò, invano, di limitarsi all’impegno militare contro gli alleati, senza rimanere coinvolto in una guerra tra Italiani.

Il governo Mussolini impegnò le sue truppe anche contro i partigiani e la guerra civile divampò con rappresaglie, fucilazioni e lotte fratricide soprattutto nell’Italia settentrionale. Tuttavia i “Repubblichini” non riuscirono in nessun modo ad alterare le sorti di un conflitto che era ormai senza sbocchi.

Non fu semplice poi arginare odi e risentimenti maturati in anni di crudeli rappresaglie e molti furono i combattenti della R.S.I. fucilati o uccisi nei giorni seguenti la resa; mentre altri (non solo fascisti) caddero in seguito alla conquista dei territori di confine tra Italia e Yugoslavia ad opera dei partigiani di Tito.

La stragrande maggioranza, tuttavia, fu rinchiusa nei campi di prigionia e più tardi liberata in virtù della grazia concessa dal governo democratico.

Mussolini, fine e testamento [I2] [S1]

Eventi concomitanti [I3] [I4]

Capitulación de Italia [S2]

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