Macbeth: Follia, cupidigia e destino di Oscar Serino, Basilio Sciacca

AUTOVALUTAZIONE DEL DOCENTE

La nostra modalità di autovalutazione del docente prevede che, al termine del percorso didattico su Macbeth, attraverso domande di tipo aperto egli/ella sia in grado di analizzare separatamente alcuni passi significativi dell’opera per poi metterli in relazione tra loro.
Abbiamo scelto, a titolo esemplificativo, di selezionare due soliloqui di Macbeth e Lady Macbeth situati nella parte iniziale della tragedia che, essendo molto ricchi dal punto di vista tematico, costituiscono un ottimo spunto di analisi e approfondimento di temi che all’interno dell’opera finiscono spesso per intrecciarsi.


I° brano

ATTO I, SCENA QUINTA Inverness. Una stanza nel Castello di Macbeth) (Entra LADY MACBETH, leggendo una lettera)

LADY MACBETH: "Esse mi incontrarono il giorno della vittoria; ed io ho appreso dalla più autorevole informazione che in loro è una scienza più che mortale. Nel momento in cui ardevo dal desiderio di interrogarle ancora, si trasformarono in aria, e in essa scomparvero. Mentre ne ero ancora compreso di stupore, giungevano messaggeri da parte del re, i quali mi salutarono 'signore di Cawdor', col quale titolo, appunto, prima mi avevan salutato queste sorelle, e mi avevano rinviato al tempo avvenire, con queste parole: 'Salve, o tu che dovrai essere re!'. Ciò ho pensato bene di far subito noto a te, o mia carissima compagna di grandezza, affinché tu non perdessi la tua parte di godimento, restando ignara della grandezza che ti è promessa. Riponi questa in fondo al tuo cuore, e addio". Tu sei Glamis e Cawdor, e sarai ciò che ti è stato promesso. Ma temo della tua natura; essa è troppo imbevuta del latte della bontà umana, per prender la via più breve. Tu vorresti esser grande; non sei senza ambizione: ma non hai il malvolere che dovrebbe acccompagnarla: ciò che desideri sommamente tu lo vorresti avere santamente: tu non vorresti agire in modo sleale, ma tuttavia vorresti ottenere ingiustamente: tu, o magnanimo Glamis, vorresti avere ciò che ti grida: "così devi fare, se lo devi avere"; e vorresti quel che hai più timore di commettere che desiderio che non sia commesso. Affrettati a venir qui, affinché io possa versarti nell'orecchio il mio coraggio, e riprovare, col valore della mia lingua, tutto ciò che ti allontana dal cerchio d'oro, col quale il destino e un aiuto soprannaturale sembra ti vogliano incoronato. (Entra un Messo)
Che notizie portate?
MESSO: Il re giunge qui stasera.
LADY MACBETH: Tu sei pazzo a dirlo. Il tuo padrone non è con lui? se fosse così, come tu dici, egli mi avrebbe avvisata per i preparativi necessari.
MESSO: Non vi dispiaccia, ma è vero; il signor nostro è per la via: uno dei miei compagni l'ha precorso, e, mezzo morto dall'ànsima, aveva poco più del fiato necessario per compiere l'ambasciata.
LADY MACBETH: Occupatevi di lui; egli reca grandi nuove. (Esce il Messo) Il corvo medesimo che gracchia il fatale ingresso di Duncan sotto i miei spaldi, è rauco. Venite, o voi spiriti che vegliate sui pensieri di morte, in quest'istante medesimo snaturate in me il sesso, e colmatemi tutta, da capo a piedi, della più atroce crudeltà.
Spessite il mio sangue, occludete ogni accesso ed ogni via alla pietà, affinché nessuna contrita visita dei sentimenti naturali scuota il mio feroce disegno o stabilisca una tregua fra lui e l'esecuzione. Venite alle mie poppe di donna, e prendetevi il mio latte in cambio del vostro fiele, o voi ministri d'assassinio, dovunque (nelle vostre invisibili forme) siate pronti a servire il male degli uomini. Vieni, o densa notte, e ammàntati del più perso fumo d'inferno, affinché il mio affilato pugnale non veda la ferita che fa, e il cielo non possa affacciarsi di sotto la coltre delle tenebre, per gridare: "ferma, ferma!"...

Domande:
  • 1) Qual è il primo ostacolo che Lady Macbeth deve superare per attuare il suo piano?
  • 2) Cosa rivela il soliloquio di Lady Macbeth sulla personalità sua e del marito?
  • 3) Ogni azione che Lady Macbeth invita gli spiriti a compiere si scontra con le leggi della natura. Individuane almeno tre e spiega in che senso esse sono “contro natura”.
  • 4) Attraverso l’uso di quali termini Lady Macbeth pone in contrasto il suo piano omicida con i sentimenti benevoli che lo ostacolerebbero?


II° brano

ATTO I, SCENA SETTIMA - Lo stesso luogo. Una stanza nel Castello (Oboi e torce. Entrano, e passano sulla scena, un Ufficiale di mensa e alcuni Servi con pietanze e piatti. Poi entra MACBETH)

MACBETH: Se tutto fosse fatto, una volta fatto, allora sarebbe bene che fosse fatto presto: se l'assassinio potesse arrestar nella rete le conseguenze, e con la cessazione di esse assicurare l'esito, sicché questo solo colpo fosse il principio e la fine del mio atto, qui, qui soltanto, su questo banco, su questa secca del tempo noi arrischieremmo, con un salto, la vita futura. Ma in casi come questo, noi abbiamo da subire un giudizio anche qui: giacché noi non facciamo che insegnare opre di sangue, le quali, appena insegnate, finiscono per punire il maestro. Questa giustizia dalla mano imparziale porge alle nostre labbra stesse la miscela del nostro calice avvelenato. Egli qui riposa sopra una duplice fiducia: prima di tutto, perché io sono suo parente e suo suddito, forte ritegno, l'una e l'altra cosa, a commettere l'atto; in secondo luogo, perché io sono suo ospite, e come tale dovrei chiudere la porta in faccia al suo assassino, non tenere il pugnale io stesso. Inoltre, questo Duncan ha esercitato così mitemente i suoi poteri, è stato così puro nel suo alto Ufficio, che le sue virtù, come angeli dalla voce di tromba, grideranno alla dannazione eterna della sua soppressione; e la pietà, simile a un pargolo che ignudo cavalca la tempesta, o ai cherubini del cielo, montati sui corsieri invisibili dell'aria, soffierà negli occhi a tutti l'orrendo misfatto, sicché le lacrime affogheranno il vento. Io, per pungere i fianchi del mio disegno, non ho altro sprone che l'ambizione, la quale balza in sella con un salto troppo lungo e ricade dall'altra parte...

Domande:
  • 1) Qual è il maggior motivo di preoccupazione di Macbeth?
  • 2) Che scrupoli morali accompagnano il suo piano?
  • 3) Che cosa rivela questo passo della personalità di Macbeth?
  • 4) Quali metafore usa il personaggio per alludere alle conseguenze del suo crimine?

  • Comparazione
    • 1) Confronta i due soliloqui e discuti le differenti caratteristiche dei due personaggi. Poni particolare atttenzione al modo in cui essi si discostano rispetto alle rappresentazioni convenzionali del genere maschile e femminile.
    • 2) Leggi i passi e rifletti sul modo in cui i due protagonisti si rapportano rispetto alle questioni etiche connesse al loro disegno criminale.
    • 3) Illustra il modo in cui nei due soliloqui emerge il tema dello sconvolgimento della natura come conseguenza dell’azione umana.

       15/15   

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Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero