Narcomafie (Emisfero Nord - Emisfero Sud del mondo) di Luigi Ampola (luigamp@libero.it), Angelo Giorgio(a.giorgio@reply.it), Paola Molino (molarina@hotmail.com), Claudia Olivero(claudia.olivero@email.it)

Geografia delle Narcomafie

Storia

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Il primo Paese dell'America Latina che si affacciò al traffico internazionale di droga, fu la Colombia. La sua storia socio-politica dal dopoguerra (conflitto tra conservatori e liberali) e le grandi risorse naturali presenti sul territorio, diede vita ad una costante instabilità politica che permise la nascita di organizzazioni criminali che sfruttavano il traffico della droga per alimentare i propri interessi.
Storicamente il fenomeno del narcotraffico cominciò ad apparire in Messico durante il boom economico degli anni '60 (periodo del desarrollo estabilizador) e '70 (periodo del desarrollo compartido) nel contesto di una relazione perversa e occulta con lo Stato. Grazie alle risorse generate dall’industria petrolifera e dalla crescita economica, oltre che al sistema di governo autoritario centrato sul PRI come partito egemonico a tutti i livelli, il potere politico riuscì a imporre alcune regole di condotta che vietavano al crimine organizzato la partecipazione nella gestione politica e che proibivano l’introduzione massiccia di droghe nel mercato interno, mentre ne tolleravano l’esportazione ed, infine, esigevano una certa obbedienza alla volontà statale.
Negli ultimi 10 anni, l’indebolimento dello Stato, l’alternanza nel potere politico e la crescente, anche se non completa, democratizzazione delle istituzioni a livello nazionale e regionale hanno condotto alla rottura delle precedenti reti fiduciarie tra la politica e il mondo del narco. In un sistema federale come quello messicano, il progressivo aumento delle competenze dei governatori locali, eletti direttamente dai cittadini in ogni singolo stato, ha favorito l’ulteriore frammentazione dei livelli di gestione della relazione con il crimine organizzato che ha spinto verso l’incremento del consumo locale e ha accettato la violenza come metodo di intimidazione contro la popolazione, le forze dell’ordine e i politici non graditi.

America Latina

[It23] [Fr56] [It24] [En30] [It25] [En31] [It26] Ad ingigantire il potere strategico, già alto per la vicinanza agli USA, dei cartelli del narcotraffico messicano è stata anche la lenta ma costante ritirata dei loro omologhi colombiani che, dopo la morte di Pablo Escobar e la dissoluzione del potente cartello di Medellin nel 1993, hanno perso il monopolio della distribuzione verso il mercato statunitense, il più grande del mondo per tanti prodotti tra cui gli stupefacenti.
Il controverso Plan Colombia, implementato nel 2000 dall’allora Presidente colombiano Andres Pastrana, ripreso insieme ad altre durissime e costose operazioni militari, spesso alternate e confuse con l’antiguerriglia, dall’attuale Capo di Stato Alvaro Uribe, ha comportato un impegno economico, tecnico e militare diretto degli Stati Uniti in Colombia, che ha costretto alla difensiva i "Signori della droga" anche se non ha fermato la violenza e il commercio illecito.

Oggi

Fonti giudiziarie ed istituzionali internazionali hanno definito il nuovo millennio una "nuova era del narcotraffico". Si sta assistendo infatti alla creazione di rinnovati itinerari mondiali del narcotraffico ed esiste la certezza che nuove alleanze delle diverse criminalità organizzate nazionali stiano mutando lo scenario mondiale del fenomeno criminoso.

Le nuove organizzazioni criminali peruviane e messicane [It27] stanno prendendo piede nei traffici illegali di stupefacenti, nelle aree più importanti del pianeta (ovvero Europa e Stati Uniti). Mentre nel secondo caso, la vicinanza territoriale dei due stati favorisce il traffico in una tratta relativamente breve; la cocaina proveniente dal Perù diretta in Europa, invece, prevede una tratta più lunga e tortuosa, che tocca altri stati (Cile e Argentina in primis). Questa serie di passaggi favorisce la redistribuzione dei proventi provenienti dal traffico illecito dell' "oro bianco".

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Il nuovo fenomeno a cui si sta assistendo negli ultimi anni, legato anche a vicende economiche internazionali (crisi delle banche argentine) ha visto i governi e le amministrazioni locali di questi Paesi come complici attivi nel traffico illegale di stupefacenti.
L'aumento dei produttori di droghe ha causato una drastica diminuzione dei prezzi, non solo nei Paesi produttori, ma anche in quelli intermediari e finali. L'effetto di tutto questo, nei tessuti sociali di molti Paesi già deboli dal punto di vista sociale ed economico è disastroso sotto tutti i punti di vista. [It32]

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Edurete.org Roberto Trinchero