L'acqua di Sara Daniele (danielesara@hotmail.com), Federica Sammiceli (federica.sammiceli@gmail.com), Nadia Granero (nadia.granero@libero.it), Eleonora Veneri (eleonora@eleonoraveneri.it)

I tensioattivi: effetto sulla tensione superficiale

Per indagare l’effetto dei tensioattivi si propone l’esecuzione di una esperienza che a partire dalle proprietà già note (assorbimento, capillarità e tensione superficiale) introduce le proprietà dei tensioattivi [IT1].

La carta è fatta con il legno e, come le piante, è formata da piccole fibre di cellulosa [IT1] [EN1] [FR1] [FR2] [ES1] . Queste fibre si dicono idrofile (in greco, idro significa “acqua” e filo significa “che ama”) [IT2] [EN2] [FR3] [ES2] perché attirano l’acqua e le permettono di penetrare nella carta o, per le piante, nello stelo, nelle foglie e nei petali (come abbiamo visto nell’esperimento del sedano).

Le fibre, come le spugne, si gonfiano d’acqua e si distendono e ciò fa aprire le piegature del fiore di carta (e fa sbocciare i fiori veri). Il sapone [IT1] [FR1] [FR2] [EN1] [EN2] [EN3] [ES1] e tutti i detersivi permettono di assorbire l’acqua più rapidamente, facendo diminuire la tensione superficiale. È questo il motivo per cui le fibre della carta si bagnano molto di più e il fiore di carta ha appena il tempo di sbocciare che già affonda.

Una seconda esperienza [IT1] permette di toccare con mano gli effetti di un tensioattivo e offre la possibilità di spiegare come possiamo sgrassare i piatti o lavarci i capelli per mezzo di un sapone.

   6/16   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero