L'intolleranza razziale antiebraica di Giovanni Lauretta (giovanni.lauretta@fastwebnet.it), Fulvia Dellavalle (fulvia_dellavalle@yahoo.it), Daniela De Luca (dana.dl@libero.it), Maria De Luca (deindeit@yahoo.it)

Le origini degli Ebrei

Dalla Bibbia [FR1] [E1] [E2] , un insieme di libri ancora oggi letto e studiato, è stato possibile apprendere la storia e la religione del popolo ebraico. Questo popolo si mosse dalla Mesopotamia e giunse verso la metà del II millennio a.c. nella Palestina, che era abitata dai cananei. Tra questi ricordiamo i fenici, abili navigatori e commercianti, e i filistei. Il nome Palestina significa "Paese dei filistei".

La storia degli ebrei è complessa, e si svolge tra migrazioni, guerre, persecuzioni, deportazioni e massacri. Tuttavia essi hanno sempre conservato la fede nel Dio unico, le loro inconfondibili tradizioni, la loro cultura. I più antichi padri (patriarchi), sempre venerati, furono Abramo, Isacco e Giacobbe, detto anche Israele. Da lui derivò il nome di "popolo di Israele".

Gli ebrei, che erano migrati in Egitto intorno al 1200 a.c., guidati da Mosè [E1] [FR1] [FR2] il legislatore, uscirono dalla terra dei Faraoni dove erano divenntati schiavi e ritornarono in Palestina. La tradizione vuole che Mosè abbia ricevuto direttamente da Dio le due tavole di pietra del Decaloogo (Dieci Comandamenti), che costituisce il fondamento della religioone ebraica, in un atteggiamento di fiducia (fede) e di obbedienza a un unico Dio.

Dopo guerre e contese, intorno al 1000 a.c. le dodici tribù, in cui gli ebrei erano divisi, stabilirono di formare un unico regno, che ebbe coome primo sovrano Davide, guerriero e poeta, e come capitale Gerusaalemme.

Suo figlio Salomone, il sapiente, portò a termine nel 964 a.c. la costruzione del Tempio, elemento indimenticato di splendore e di rimpianto nella memoria ebraica.

Spezzata in seguito l'unità del popolo, le tribù del Nord (Israele) caddero sotto il dominio degli assiri, e quelle del Sud (Giuda) furono vinte dai babilonesi. Gerusalemme subì, negli anni 587-86, una prima distruzione del Tempio e la deportazione degli abitanti a Babiloonia.

Conquistata Babilonia dal re persiano Ciro il Grande, nel 539 a.c. fu possibile al popolo di Israele far ritorno a Gerusalemme e costruire il "Secondo Tempio", che andò distrutto nel 70 d.C., quando l'esercito romano, guidato da Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano, espugnò la città. Già aveva avuto inizio la "diaspora", ossia la dispersione degli ebrei fra le varie etnie.

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