Lo Strutturalismo di Luisella Agodi (gufix70@gmail.com), Alessandro Croce (alcroce@yahoo.it), Alessandra Morelli (morellialessandra@yahoo.it)

La dissoluzione dell’autore

Alla dissoluzione del contenuto corrisponde dunque un’altrettanto radicale dissoluzione della soggettività autoriale[E1]: secondo Barthes,

la critica classica è ingenuamente convinta che il soggetto sia un “pieno”, e che i rapporti intercorrenti fra il soggetto e il linguaggio siano gli stessi che intercorrono fra un contenuto e un’espressione. A quanto sembra, l’utilizzazione del discorso simbolico conduce a una convinzione inversa: il soggetto non è una pienezza individuale [...] ma viceversa un vuoto attorno al quale lo scrittore intreccia una parola infinitamente trasformata (inserita in una catena di trasformazioni), cosicché ogni scrittura che non mente designa l’assenza del soggetto anziché i suoi attributi interiori. Il linguaggio non è il predicato di un soggetto [...] che il linguaggio servirebbe a esprimere, ma è il soggetto. [Barthes: 57-58]
Ciò che intende qui affermare Barthes è che una rigorosa applicazione del metodo strutturale in letteratura non può che condurre ad una dissoluzione del concetto di autore, poiché l’unica vera origine che qui si possa prendere in considerazione è costituita dal campo stesso del linguaggio. Là dove la critica classica vede nel soggetto parlante o scrivente la fonte dei significati che emergono nell’opera, la nuova critica vede invece tale fonte nel gioco stesso dei significanti che si strutturano nel campo linguistico. Ciò che chiamiamo “significato” viene a prodursi solo a partire ed entro tale relazione di significanti, e l’autore accede al significato soltanto successivamente, quando questo si è già prodotto autonomamente. Di questo significato l’autore si nutre, illudendosi di possederlo in sé sin dall’inizio, ma non è così. Dal momento, invece, che un qualsiasi significato si offre sempre e soltanto nei significanti che lo esprimono, ossia nel linguaggio stesso, sarà quest’ultimo a dover essere in definitiva identificato con la fonte, il vero soggetto parlante o scrivente (il soggetto individuale, in tale prospettiva, andrà ridimensionato e individuato come semplice enunciatore materiale). Tale concezione, che molto deve alle formulazioni di uno strutturalista sui generis come Jacques Lacan [I1] [I2] [I3] [E1] [E2] [E3] [F1] [F2] [F3] [F4] [ES1] [ES2] [ES3] [ES4] , (ma in fondo ogni strutturalista è tale) conduce Barthes ad affermare conseguentemente che «l’autore, l’opera non sono se non il punto di partenza di una analisi il cui orizzonte è un linguaggio» [Barthes: 51]. Se fino ad oggi il soggetto del sapere è stato lasciato all’esterno del proprio campo d’indagine, non si tratta oggi di reintegrarvelo, ma di “dissolverlo in esso”, e “poiché tale impresa di dissolvimento è quella stessa della scrittura, ciò equivale a postulare che non può esservi altra scienza della scrittura se non la scrittura stessa” [Barthes: 9].

ESERCIZI

  • Che cosa intende dire Barthes, quando afferma che il linguaggio è il soggetto?
  • Secondo Barthes:
    1. Il significato preesiste al significante
    2. Il significante è assente
    3. Il significato emerge dai significanti
    4. Il significato è la fonte dei significanti

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