Le canzoni di Fabrizio De Andrè di Stefano Galazzo

Bob Dylan

Tra gli artisti che hanno rivoluzionato il modo di scrivere canzoni, Bob Dylan [E & I] [I1] [I2] [I3] [E1] [E2] è stato ed è sicuramente il nome più noto e citato. Con lui, nel panorama della musica leggera degli anni Sessanta, la canzone diventa uno strumento di protesta contro i soprusi e la guerra. Bob Dylan, infatti, fu subito ritenuto, con le sue ballate, uno dei simboli del movimento di contestazione giovanile [I1] [I2] [I3] che dagli Stati Uniti d'America si diffuse pian piano anche in Europa: questo movimento, è bene ricordarlo, per molti versi fu vicino alla cosiddetta Beat generation [E1] [E2] [E3]. Bob Dylan fu, come altri suoi colleghi, una "voce contro", in particolare verso la Guerra in Vietnam [I1] . I cantautori si mobilitarono con la loro musica, infatti, perchè il conflitto finisse, divenendo una sorta di coscienza critica per il Paese, seguiti da folle di giovani che protestavano e partecipavano ai loro concerti. La canzone, insomma, assumeva una valenza politica, si occupava, anche attivamente, di migliorare il mondo, perdendo quella "leggerezza" che, forse, l'aveva contraddistinta per anni. Accanto a Bob Dylan, ricordiamo nomi divenuti leggendari come Joan Baez [I1] [E1] [E2] [E3], che cantò (da sola o con lui) brani dell'amico di Duluth (ad esempio, Blowing in the wind [E1] [E2] [I1] o ancora House of the rising sun [E1] [E2]), ma interpretò anche altre canzoni di forte impegno, come Here's to you, [E1] [E2] (famosa pure nella versione originale di Georges Moustaki [I1] [E1] [E2] [F1], qui presentata in uno spezzone tratto da un concerto dal vivo in cui l'artista francese canta alcuni suoi brani: quello che ci interessa è il primo [E & F & ES]).

Bob Dylan, però, non è stato soltanto il simbolo più celebre della contestazione giovanile in America; da molti è ritenuto un grande poeta, colui che (accanto a pochi altri: su tutti, l'amico-rivale Leonard Cohen [I1][I2][I3] [I4] [E & I][E1][E2][E3]) ha nobilitato l'arte canzone, innalzandola, con le sue ballate che tanto risentono dell'influenza della Bibbia, ma anche di poeti come Walt Whitman [I1] [I2] [I3] [E1]) a livello letterario. Ha cambiato il suo nome di battesimo Robert Zinneman in quello di Bob Dylan in onore del poeta gallese Dylan Thomas [I1] [E1] [E2]. Visionario e apocalittico, la chiave attraverso cui può essere compresa la sua opera è quella religiosa, in particolare da quando si è convertito al cristianesimo. Dal punto di vista strettamente musicale, Bob Dylan ha ritenuto suo maestro Woody Guthrie [E & I] [E1] [E2], al cui capezzale si recò per rendergli omaggio. Importante anche l'influenza del blues [I1] [E1] [E2]. Le sue canzoni, insomma, hanno saputo raccontare le angosce dei giovani americani degli anni Sessanta attingendo alla migliore tradizione musicale statunitense, con una poesia visionaria che molto ricordava il Surrealismo [I1] [I2] [E1] [ES1]. La prima differenza dal suo amico-rivale Leonard Cohen [I1][I2][I3] [I4] [E & I][E1][E2][E3] sta proprio in questo: più concreto, e soprattutto europeo nel modo di concepire la canzone, Leonard Cohen [I1][I2][I3] [I4] [E & I] [E1][E2][E3]; più immaginifico e americano Bob Dylan. Inoltre, c'è una sorta di ritrosia a presentarsi in pubblico, una riservatezza di fondo in Leonard Cohen che invece non notiamo in Bob Dylan, abituato da anni a concerti affollatissimi in giro per il mondo, ma anche più prolifico rispetto al collega canadese. Tra le sue canzoni è bene conoscere (oltre alla già citata Blowing in the wind [E & ES]) Times they are changing [E1] [E2], Masters of wars [E1] [E2], Mr tambourine man [E1] [E2], Like a rolling stone [E1] [E2] e Hurricane [E & I] [E & ES], tutte di forte impegno.

In Italia, naturalmente, l'influenza di Bob Dylan fu notevole: rappresentò un qualcosa di totalmente nuovo, per il modo di scrivere canzoni, e per il forte impegno sociale dei suoi versi. Tra gli artisti che maggiormente ne subirono il fascino sicuramente Francesco De Gregori [I1]. Fu proprio lui che fece conoscere a Fabrizio De Andrè [I1][E1][E2][E3] la musica del menestrello di Duluth, e con lui rese in lingua italiana Desolation row [E1] [E2] trasformata in Via della Povertà [I1] [I2]. In seguito, De Andrè tradusse anche Romance in Durango [E1] [E2], che nella sua versione divenne Avventura a Durango [I1] [I2]. Mi pare, però, di poter affermare che l'influenza di Bob Dylan sul nostro cantautore si fermò sostanzialmente qui: è vero che da quel momento (grazie all'incontro con la canzone angloamericana ma anche a collaboratori di talento come Massimo Bubola) i versi di De Andrè [I1][E1][E2][E3] si fecero più metaforici, meno immediati rispetto a quelli del passato, che erano vicini alla tradizione cantautoriale francese, ma De Andrè continuò, per stile, cura delle canzoni e scarso numero di concerti, ad essere più simile a Leonard Cohen [I1][I2][I3][I4] [E & I][E1][E2][E3] piuttosto che a Bob Dylan, quindi a sentirsi più europeo che americano. Ad accomunarli, ci fu sicuramente l'attenzione per i diseredati, e la speranza che l'arte canzone potesse contribuire a una riflessione di carattere sociale ed esistenziale e al miglioramento dell'uomo. Una cosa però va detta: se Blowing in the wind [E1] [E2] [I1] [E & ES] fu una canzone antimilitarista molto sentita dai giovani americani, il corrispettivo italiano è stato senza alcun dubbio La guerra di Piero [I1] [I2] [I3] e in questo opporsi ad ogni tipo di conflitto armato, sta un forte punto di contatto tra i due, pacifisti convinti da sempre.

   5/10   

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Edurete.org Roberto Trinchero