Lo Strutturalismo di Luisella Agodi (gufix70@gmail.com), Alessandro Croce (alcroce@yahoo.it), Alessandra Morelli (morellialessandra@yahoo.it)

Significante e significato

Il “significato”, rappresentazione mentale, corrisponde a un’emissione vocale riconosciuta e definita “significante”. Come le facce di una moneta, significante e significato [I1] [F1] [E1] [ES1] sono da identificarsi con i due aspetti di una medesima entità, che costituisce l’unità di base di un linguaggio. Se dico cane, l'espressione vocale cane è il significante, il concetto "cane" è il significato e il segno si riferisce ad entrambi.

La relazione tra significante e significato, secondo Saussure, è del tutto arbitraria: non vi è alcun rapporto naturale fra i due, com’è dimostrato, dal fatto che esistono lingue differenti. Che uno stesso concetto venga indicato tra popoli differenti con significanti del tutto diversi è indice del carattere convenzionale delle lingue e dei termini che le compongono. Una volta stabilizzato il loro uso corrente, nondimeno, l’arbitrarietà delle parole si sedimenta in un codice riconosciuto, in cui ogni significante denoterà un significato determinato. Con ciò, rimane però ancora aperta la questione relativa all’esistenza di termini intraducibili o difficilmente traducibili, fatto che testimonia di un secondo genere di arbitrarietà, da riferirsi questa volta alla scelta dei significati.

La constatazione dell’arbitrarietà del rapporto tra significante e significato conduce Saussure a ritenere che un sistema-lingua non reperisca il proprio livello ultimo in un’identità interna dei suoi costituenti primari. Non abbiamo a che fare, né sul versante del significante, né su quello del significato, con unità date e inalterabili. Nella lingua vi sono molte differenze. Una differenza suppone in generale dei termini positivi tra i quali essa si stabilisce; ma nella lingua non vi sono che differenze senza termini positivi. Si prenda il significato o il significante, la lingua non comporta né delle idee né dei suoni che preesistano al sistema linguistico, ma soltanto delle differenze concettuali e delle differenze foniche uscite da questo sistema. Ciò che vi è di idea o di materia fonica in un segno importa meno di ciò che vi è intorno ad esso negli altri segni. La prova è che il valore di un termine può essere modificato senza che si tocchi né il suo senso né i suoi suoni, ma soltanto dal fatto che questo o quel termine vicino abbia subìto una modifica.[F. de Saussure:104] Secondo Saussure, dunque, il significato di un termine viene a prodursi a partire dal sistema di differenze che costituisce, in ultima analisi, il sistema della lingua.

La parola “gatto”, che identifica un contenuto determinato, non possiede in sé e per sé alcun significato, ma lo trova soltanto all’interno di una rete differenziale in cui compaiono altri termini che da esso si distinguono: ad esempio “ratto”, “patto”, “getto”, “gallo”, ecc. Ugualmente, il significato di un colore, poggia sulla sua differenza con gli altri colori. Per esempio, quando mi riferisco al colore rosso, il significato di rosso deriva dalla sua differenza con le altre tinte di un sistema di colori, che sebbene non espresso è implicito.

ESERCIZI

  • Che differenza c'è tra significato e significante?
  • In che rapporto sono tra loro i due concetti?

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Edurete.org Roberto Trinchero