Lo Strutturalismo di Luisella Agodi (gufix70@gmail.com), Alessandro Croce (alcroce@yahoo.it), Alessandra Morelli (morellialessandra@yahoo.it)

Lo schema di analisi

Lévi-Strauss commenta, mettendo in relazione varianti narrative diverse ruotanti intorno allo stesso tema centrale [I] [E1] [E2] [E3] [E4][E5] [F1]

    Non è dunque in modo arbitrario che il mito apinayé (M9) utilizza “il richiamo del legno putrido” per passare dal conseguimento del fuoco da cucina all’incontro di un orco cannibale. Abbiamo già mostrato che la vita breve e il conseguimento del fuoco di cucina sono intimamente connessi. E ora appare altresì chiaro che, in tribù che praticano il disboscamento, anche la cucina vegetariana può essere indissociabile da un “cannibalismo”, egualmente vegetariano. La vita breve si manifesta in due modi: sia con la morte naturale –vecchiaia o malattia- come accade anche agli alberi quando “muoiono” e si trasformano in legna da ardere; sia con la morte violenta provocata da un nemico, che può essere un cannibale –dunque un orco- e che per lo meno lo è sempre in una accezione metaforica, foss’anche sotto l’aspetto del dissodatore alle prese con l’albero vivo. È dunque logico che nel mito apinayé l’episodio dell’incontro con l’orco (che è un’“ombra” o un “fantasma”) faccia direttamente seguito a quello del richiamo del legno putrido (che quindi è anch’esso un fantasma). In questo modo la morte si introduce nei suoi due aspetti.[Lévi-Strauss:206]
In base al confronto su più livelli con tutta una serie di varianti in cui vengono introdotti altri elementi (i tre richiami della roccia, dell’albero duro e del legno putrido uditi dall’eroe apinayé; l’episodio dell’orco, in cui l’eroe inganna il rapitore facendogli divorare una pietra in vece sua) che danno modo di sviluppare ulteriori relazioni oppositive. In particolare, il legno putrido risulta essere, sotto l’aspetto dell’opposizione tra natura e cultura, il termine inverso rispetto alle piante coltivate, e la roccia l’inverso rispetto alla carne umana. Lo schema viene completato da Lévi-Strauss con l’unico termine culinario ancora disponibile, ossia la carne animale, costruendo così una griglia in cui compaiono relazioni tra categorie in opposizione reciproca: roccia, legno duro, legno putrido/carne umana, carne animale, piante coltivate. «La serie dei tre “richiami” –scrive Lévi-Strauss- ricopre, nell’ordine inverso, una suddivisione dell’alimentazione in tre categorie: agricoltura, caccia, cannibalismo. Inoltre, queste tre categorie, che potremmo chiamare “gustative”, sono codificate nei termini di un altro sistema sensoriale: quello dell’udito. Infine, i simboli uditivi impiegati hanno la notevole proprietà di suggerire immediatamente altre due codificazioni sensoriali, una olfattiva, l’altra tattile [...]» [Lévi-Strauss:206]. Questa descrizione viene formalizzata attraverso l’introduzione di una griglia più complessa:

ESERCIZI

  • Quali sono i codici di cui si serve Lévi -Strauss nella sua analisi del mito?
  • Prova ad applicare ad un mito che conosci il tipo di analisi proposta da Lévi-Strauss.

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Edurete.org Roberto Trinchero