Anatomia del sistema nervoso di Tiziana Sacco,Davide Bastino

Filogenesi

I sistemi nervosi si sono sviluppati costantemente durante il lungo periodo temporale in cui si sono evoluti gli animali pluricellulari [I1] , [E1] Gli organismi più semplici, come l’Hydra (Phylum: Platelminti) [I2],  posseggono una rete nervosa diffusa senza centri di controllo superiori: un sistema che può condurre impulsi nervosi (potenziali d’azione) in modo omnidirezionale, cioè in modalità non specifica. Se si considerano animali maggiormente “evoluti”, si nota che mano a mano che la simmetria bilaterale diventa più pronunciata, nella regione cefalica si concentrano cellule sensoriali e centri nervosi. In altre parole, la tendenza evolutiva negli animali pluricellulari è stata rivolta nel corso del tempo all’accentramento delle cellule specializzate e dei sistemi di elaborazione sensoriale a livello del capo: questo processo evolutivo, nel suo complesso, prende il nome di cefalizzazione [E2]. Questo fenomeno evolutivo ha condotto alla formazione di aggregati di corpi cellulari (gangli) da cui dipartono i cordoni nervosi che raggiungono ogni distretto corporeo. Nella maggior parte degli invertebrati, il processo di cefalizzazione si è arrestato in “breve tempo”, lasciando negli animali attualmente viventi parecchi gangli secondari in posizione parallela al cordone nervoso principale. Invece, lungo la linea evolutiva dei vertebrati la cefalizzazione ha condotto allo sviluppo dell’encefalo, una struttura composta da tre porzioni principali: rombencefalo (posteriore), mesencefalo (in posizione mediana) e prosencefalo (anteriore). In particolare, nei pesci e negli anfibi, il prosencefalo è rimasto rudimentale ed ha soprattutto il compito di identificare e integrare le informazioni che provengono dai sensi chimici dell’odorato e del gusto. Invece, nei “vertebrati superiori” e tipicamente nell’uomo, il cervello anteriore si è invece sviluppato notevolmente andando a formare gli emisferi cerebrali, e, in generale, contribuendo a formare un volume encefalico anche 15 volte superiore a quello di “vertebrati inferiori” della stessa taglia. Nell’uomo troviamo, inoltre, rispetto agli altri mammiferi un grado di sviluppo molto maggiore di ciò che viene definito corteccia cerebrale (telencefalo), che si trova a ricoprire completamente gli emisferi cerebrali. La corteccia ha un ruolo nell’associazione degli stimoli in arrivo, nel mantenimento dei ricordi e nella rielaborazione delle informazioni, confrontando ciò che arriva di nuovo con le esperienze pregresse, per poter codificare in un messaggio nervoso, una risposta comportamentale adeguata. C’è da notare come propria dell’uomo è un’enorme espansione della corteccia prefrontale, grazie alle funzioni della quale, l’uomo è in grado di mantenere un comportamento idoneo ad ogni situazione e a concepire le scelte giuste nei diversi contesti ed ambienti, essendo vivo un continuo confronto tra le sue esperienze vissute e le conseguenze ottenute dalle sue scelte nel passato, [E3], [I3]. Chiaramente nell’uomo si è sviluppata anche tutta la parte dell’encefalo che riguarda la comunicazione, fino ad avere delle aree interamente dedicate alla comprensione e alla formulazione del linguaggio scritto e parlato [I4], [I5], [I6]. E’ comunque interessante notare come, invece, tutta la parte di encefalo (ippocampo, amigdala, lobo limbico), che è disposta per funzioni basilari, quindi fondamentali per la sopravvivenza, come l’apprendimento e la memoria e le emozioni, si trovi anche in rettili e anfibi, [I7], [E4].

   9/11   

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Edurete.org Roberto Trinchero