La nascita dei fascismi in Italia e Germania di Daniela Raimondo (raimondopatrucco@libero.it), Valter Balzola (), Rossana Denicolai ()

PRESA DEL POTERE

Uscito dal carcere, in seguito ad amnistia, Hitler riorganizzò il partito che nel giro di pochi anni sarebbe passato dall’anonimato delle elezioni del 1925, agli ottocentomila mila voti nel 1928 e ai sei milioni e mezzo del 1930, fino ad essere il primo partito in Germania, nel 1932, anche grazie alla veemente arte oratoria del suo capo, che colpiva profondamente l’animo frustrato dei tedeschi, umiliati dalle condizioni di Versailles, con discorsi invocanti la nascita di una grande Germania, votata alla rivincita.

Il paradosso del nazional-socialismo, di un’ideologia che fece della violenza e della brutalità, gli strumenti stessi per realizzare i propositi di una grande Germania dominatrice, è dato dal fatto che Hitler, a differenza del fascismo, conquistò il potere in maniera assolutamente legittima, senza ricorrere ad un colpo di mano; ma la nomina a cancelliere del futuro fuhrer del Reich, fu l’ultimo atto di legittimità e democrazia di una repubblica ormai agonizzante e che nel giro di poco tempo si sarebbe tramutata nella dittatura, feroce ed incontrastata, degli uomini con la svastica.

The Rise of Adolf Hitler [E1]

Da Weimar al Nazismo [I1] [I2]

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