L'inquinamento da metalli pesanti di Meri Bucci (m.e.r.i@libero.it), Susanna Ghiani (susannaghiani@tiscali.it), Anna Grandinetti, Marta Massaza (martmassa@jumpy.it), Miriam Zizzo (miriamzizzo@hotmail.com)

Il biomonitoraggio dell'inquinamento ambientale: i microrganismi

Gli organismi unicellulari che possono essere usati per il monitoraggio ambientale sono numerosi e comprendono batteri procarioti e protozoi eucarioti. E' opportuno ricordare che i protozoi ciliati  [I1] [I2] [I3] [I4] [E1] [E2] [E3] sono un gruppo sistematico di organismi appartenenti al regno dei Protisti, caratterizzato dall'essere formato da organismi unicellulari spesso di dubbia o difficile classificazione.

Un ciliato è il Paramecium   [I1] [E1] [F1] [E2], che si trova spesso nelle acque stagnanti.

L'uso dei protozoi come bioindicatori venne già fatto agli inizi del Novecento. Si vide che tali organismi detti saprobici [I1] [I2] [I3] [E1] [E2] ( dal greco sapròs, marcio) da alcuni autori, segnalavano adeguatamente le variazioni nella quantità di sostanza organica in decomposizione presente nei corsi d'acqua.

Essi si localizzano anche nei fanghi attivi degli impianti di depurazione delle acque.

Quasi tutti questi protozoi si nutrono dei batteri presenti nei fiocchi del mixed liquor dei fanghi attivi [E1] [I1], anche se alcuni sono essenzialmente predatori dei ciliati. In tali fanghi è possibile riconoscere la formazione di particolari catene trofiche.

Alcuni studiosi segnalano che la presenza nei fanghi di una concentrazione di protozoi ciliati pari a 107 individui/litro, o superiore, sta a significare un funzionamento buono dell'impianto di depurazione, mentre una presenza pari o inferiore a 104 individui/litro indica una scarsa depurazione.

 

                                                               Paramecium

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