Capitolo I-1 (Erica Magliano)
Origini e linee di sviluppo della sperimentazione nel contesto pedagogico
1. Problematiche e orientamenti nel dibattito pedagogico tra XIX e XX secolo nell’ Europa Occidentale
Nel corso della seconda parte dell’Ottocento l’Europa è soggetta a cambiamenti economici e politici che la porteranno ad abbracciare un nuovo clima culturale e sociale. Caratterizzata da una pace diffusa e dall’espansione europea in Africa e Asia, quest’epoca sarà segnata dalla ripresa della rivoluzione industriale e soprattutto dalla nascita dell’economia moderna.
In questo periodo storico di grande svolta si sviluppa un nuovo sistema di produzione che si fa strada grazie alle scoperte scientifiche. Proprio il rapporto tra scienza e tecnologia, tra cui esiste un legame di interdipendenza e di influenza reciproca, dà vita a questo processo di cambiamento.
L’impiego della sperimentazione scientifica, che gradualmente incomincia a trovare spazio in nuovi campi, sembra rappresentare uno dei risultati di questa evoluzione in ambito scientifico.
Parallelamente, in ambito filosofico maturano correnti di pensiero quali il Positivismo e l’Evoluzionismo che esaltano la scienza e originano una nuova visione dell’uomo e della natura.
Tali condizioni hanno incoraggiato la sperimentazione in ambito pedagogico.
Tuttavia, prima dell’Ottocento, diversi autori avevano contribuito ad avvalorare la ricerca sperimentale in campo educativo: Rousseau esprimeva la necessità di osservare il bambino al fine di un intervento educativo efficace; Kant sosteneva che credere che in educazione non fossero necessari esperimenti rappresentasse un grave errore; infine Bernard affermava che l’osservazione e l’esperimento costituissero i principali strumenti di conoscenza.
Nel corso del XIX secolo si assiste ad un consolidamento dell’idea secondo la quale la pedagogia debba fondarsi sull’osservazione, sull’esperimento e sulla verifica.
Secondo il parere di De Landsheere la ricerca educativa è legata all’industrializzazione: egli sostiene infatti che il progresso tecnologico abbia determinato lo sviluppo dell’istruzione.
Differentemente Graff, analizzando il rapporto tra alfabetizzazione e industrializzazione, sostiene che l’espansione economica non sia in grado di indurre, a breve termine, lo sviluppo dell’educazione.
L’idea di un’istruzione rivolta a tutti, fino a quel momento debole, nasce verso la metà del XIX secolo. Nella seconda fase di industrializzazione, infatti, il processo industriale aumenta la richiesta di manodopera specializzata ed è proprio quest’ultima che induce lo sviluppo dell’istruzione. In questi anni inizierà la lotta all’analfabetismo e i paesi si adopereranno per promulgare leggi sull’obbligo scolastico.
Per quanto riguarda la situazione italiana, G. Vigo sofferma la propria attenzione sul rapporto tra l’industrializzazione e la frequenza scolastica.
Già alla fine dell’Ottocento, con lo sviluppo della grande industria, aumenta il capitale umano qualificato e migliora la qualità dell’istruzione. Quest’ultima comincia a rappresentare un valore.
Vigo sostiene che “la società industriale richiede un nuovo tipo di uomo” poiché, per inserirsi nella società industriale, occorre la formazione di una nuova mentalità, e conseguentemente, una ristrutturazione di tipo sociale ed educativa.
Queste sollecitazioni rappresentano il punto di partenza per l’ampliamento della sperimentazione dalle scienze naturali a quelle umane. Proprio in questo senso sembra emergere l’idea secondo cui sia possibile applicare il metodo scientifico alla società. A dimostrazione di quanto detto si ricordi che Buyse ha fornito il suo importante contributo proprio per attribuire al sapere pedagogico un carattere scientifico – sperimentale.
Negli ultimi decenni del XIX secolo la psicologia dimostra una vera e propria apertura rispetto al metodo sperimentale con la fondazione del primo laboratorio di psicologia sperimentale. I tratti sperimentali acquisiti dalla psicologia incominciano ad essere trasposti all’ambito pedagogico.
Tra il XIX e il XX secolo il metodo sperimentale è applicato in modo gradualmente maggiore con crescente frequenza allo studio di situazioni e processi educativi.
Successivamente, con la prima guerra mondiale, l’Europa Occidentale vivrà un periodo di stallo rispetto alla ricerca sperimentale nell’ambito educativo.
Concludendo possiamo dire che dall’industrializzazione al XX secolo si sono verificate grandi innovazioni e molti cambiamenti in ambito pedagogico. La successione degli eventi, la necessità, la crescita dell’uomo e una nuova mentalità hanno portato a considerare la pedagogia come una scienza che, in quanto tale, ha avvertito il bisogno di sviluppare un aspetto sperimentale. E grazie ad un’indagine di tipo scientifico, utilizzata ai fini dell’educazione e come risposta nei confronti dei bisogni legati alla pratica educativa, l’uomo ha iniziato e continua tutt’ora a ottenere risultati importanti.