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12.12.2005

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ABILITA' SOCIALI
 

di Walter La Gatta

L’immagine

Gli abiti devono essere scelti facendo molta attenzione al contesto in cui ci si deve muovere : andare in discoteca con un vestito da gran sera è sbagliato e controproducente come andare ad una serata di gala in blue-jeans. Una nota di anticonformismo, una piccola eccentricità può talvolta aiutare ad uscire dal grigio, a distinguersi dalla massa, e può essere considerata anche un'espressione di intelligenza e di sicurezza interiore, ma l'esagerazione, la ricerca di 'effetti speciali' negli altri non porta mai risultati positivi. La scelta degli abiti deve sempre rispondere dunque a criteri di sobrietà, discrezione, buon gusto. E’ inutile poi vestirsi elegantemente se si trascura l'igiene e l'ordine di alcune parti del corpo, fra cui importantissime sono le mani, i capelli e l'odore.  Un'immagine curata, distinta, non può che produrre piacevoli effetti sulle persone, le quali possono così mostrarsi più favorevoli a mettere da parte la loro innata diffidenza nei confronti dell'estraneo.

Il sorriso

Una persona sorridente, al di là di quello che dice, comunica sempre tranquillità interiore, distensione e serenità. Il sorriso però non deve apparire forzato, ma sincero e gradevole. Per essere più convincenti si dovrebbe imparare a non focalizzare l'attenzione sulla sola bocca, ma anche sugli occhi.

 Lo sguardo 

Anche quando non si è impegnati in un sorriso, lo sguardo deve risultare sempre aperto, intenso, e prolungato. Se ci si trova a parlare con più persone, è bene imparare a conversare guardandole tutte negli occhi, una alla volta.

 Gli occhiali 

Data l'importanza dello sguardo nella comunicazione sociale, non è mai consigliabile parlare con qualcuno indossando occhiali da sole, specie quelli con lenti molto scure o a specchio; gli occhiali da vista invece impediscono solo parzialmente il contatto degli sguardi e pertanto non costituiscono una barriera critica per la comunicazione. Talvolta un paio di occhiali elegante può essere utilizzato deliberatamente per 'darsi un tono', oppure per dare di sé l'immagine di una persona intelligente, colta o intellettuale.

 Come entrare in un locale senza sentirsi a disagio 

Quando si entra in qualche locale o si è invitati a prendere parte alla conversazione di un gruppo di persone, non si dovrebbe mancare di salutare, o almeno sorridere a tutti; può bastare anche un semplice cenno del capo, purché sia eseguito in modo simpatico e caloroso. E' sconsigliabile in questi casi tentare di imporsi subito agli altri assumendo atteggiamenti di superiorità, aggressività o falsa disinvoltura. Ciò è ancor più sconsigliabile se non si è completamente padroni dei propri gesti e se non si possiede una profonda consapevolezza dei messaggi del corpo.

Le posture

Gli atteggiamenti devono essere congrui con quanto si vuole comunicare di sé stessi. Come prima cosa si devono evitare le posizioni corporee troppo rigide e goffe. Stando seduti ad esempio, è bene non intrecciare le braccia o le gambe perché questo atteggiamento è facilmente interpretato come un sistema di chiusura, quasi ci si volesse così difendere dalla minaccia rappresentata dall'interlocutore. Per assumere una posizione rilassata è consigliabile lasciarsi andare sulla sedia, facendo in modo che le braccia siano aperte, le dita delle mani allargate ed i palmi bene in vista; i piedi dovrebbero invece essere ben poggiati a terra, su tutta la pianta.  Quando si compiono dei gesti, fare in modo che essi siano sempre misurati, ed appaiano quanto più possibile 'naturali'.

 Le espressioni verbali

Un amabile conversatore non parla mai troppo di sé stesso, ma sposta abilmente l'attenzione sulla persona o sulle persone con le quali è a colloquio, mettendo in primo piano i loro problemi, le loro storie ed i loro interessi. Per dare una buona immagine di sé, specie quando non si conosce a fondo l'interlocutore, è bene cancellare dal proprio lessico alcune espressioni negative (non pensi che... ? - non ti sembra giusto, no ?), indisponenti (non hai capito quello che volevo dire - non sono d'accordo - non ti sei spiegato bene), dubitative (forse, se non sbaglio ... - pare, sembra, si, può essere vero che ...) autosvalutative (hai un minuto per me? - scusa se ti ho fatto perdere tempo - scusami, ma non capisco mai bene al primo colpo...) personali  (Io... io.... io).

 Come evitare le posizioni di inferiorità

A volte capita di trovarsi con persone che fanno di tutto per farci sentire in imbarazzo davanti a loro, mettendoci in una posizione di inferiorità: l'apprendimento di alcuni semplici stratagemmi può riportare la situazione in nostro favore.            

Distanza dei corpi : diminuirla sensibilmente ed entrare con parti del corpo o oggetti personali nello spazio dell'altro.

Sguardo : Per riprendere il controllo della interazione occorre indirizzare lo sguardo al di sopra del livello oculare dell'interlocutore. Chiudere le palpebre per qualche istante in più di quello che verrebbe naturale. 

Oggetti dell'altro : toccarli, utilizzarli o avvicinarli a sé.

Atteggiamenti di superiorità dell'altro : copiarli e riproporli immediatamente.

Assumere un atteggiamento aggressivo : mani sui fianchi, cappotto o giacca aperta in segno di sfida. Piedi uniformemente distanziati. Pollici infilati nella cintura.

Fumo : utilizzare preferibilmente dei sigari, soffiare il fumo in alto, oppure in faccia alla controparte. Se anche l'altro fuma, allontanargli il posacenere in modo che debba cambiare posizione per gettare la cenere.

Dominio territoriale : sedere sulla sedia più alta, davanti all'altro, appoggiarsi al muro o sugli oggetti di cui si vuole. Per mettere in soggezione l'altro lo si può invitare a sedersi al centro di una stanza senza niente davanti a lui, in una sedia senza braccioli, non girevole e lontana dalla scrivania. 

Stretta di mano : nell'atto di stringere la mano fare in modo di rivolgere il palmo della propria mano destra verso il basso .

Temporeggiare : gingillarsi con gli oggetti che sono sul tavolo, portarsi gli occhiali alla bocca e cose del genere, sostenendo sempre lo sguardo dell'altro.

Stabilire una relazione di dominanza: elevare lievemente il tono della voce e piegare contemporaneamente la testa all'indietro.

 

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