Gli abiti
devono essere scelti facendo molta attenzione al contesto in cui ci
si deve muovere : andare in discoteca con un vestito da gran sera è
sbagliato e controproducente come andare ad una serata di gala in
blue-jeans. Una nota di anticonformismo, una piccola eccentricità
può talvolta aiutare ad uscire dal grigio, a distinguersi dalla
massa, e può essere considerata anche un'espressione di intelligenza
e di sicurezza interiore, ma l'esagerazione, la ricerca di 'effetti
speciali' negli altri non porta mai risultati positivi. La scelta
degli abiti deve sempre rispondere dunque a criteri di sobrietà,
discrezione, buon gusto. E’ inutile poi vestirsi elegantemente se si
trascura l'igiene e l'ordine di alcune parti del corpo, fra cui
importantissime sono le mani, i capelli e l'odore. Un'immagine curata,
distinta, non può che produrre piacevoli effetti sulle persone, le
quali possono così mostrarsi più favorevoli a mettere da parte la
loro innata diffidenza nei confronti dell'estraneo.
Una
persona sorridente, al di là di quello che dice, comunica sempre
tranquillità interiore, distensione e serenità. Il sorriso però non
deve apparire forzato, ma sincero e gradevole. Per essere più
convincenti si dovrebbe imparare a non focalizzare l'attenzione
sulla sola bocca, ma anche sugli occhi.
Anche
quando non si è impegnati in un sorriso, lo sguardo deve risultare
sempre aperto, intenso, e prolungato. Se ci si trova a parlare con
più persone, è bene imparare a conversare guardandole tutte negli
occhi, una alla volta.
Data l'importanza dello sguardo
nella comunicazione sociale, non è mai consigliabile parlare con
qualcuno indossando occhiali da sole, specie quelli con lenti molto
scure o a specchio; gli occhiali da vista invece impediscono solo
parzialmente il contatto degli sguardi e pertanto non costituiscono
una barriera critica per la comunicazione. Talvolta un paio di
occhiali elegante può essere utilizzato deliberatamente per 'darsi
un tono', oppure per dare di sé l'immagine di una persona
intelligente, colta o intellettuale.
Quando si entra in qualche locale
o si è invitati a prendere parte alla conversazione di un gruppo di
persone, non si dovrebbe mancare di salutare, o almeno sorridere a
tutti; può bastare anche un semplice cenno del capo, purché sia
eseguito in modo simpatico e caloroso. E' sconsigliabile in questi
casi tentare di imporsi subito agli altri assumendo atteggiamenti di
superiorità, aggressività o falsa disinvoltura. Ciò è ancor più
sconsigliabile se non si è completamente padroni dei propri gesti e
se non si possiede una profonda consapevolezza dei messaggi del
corpo.
Gli
atteggiamenti devono essere congrui con quanto si vuole comunicare
di sé stessi. Come prima cosa si devono evitare le posizioni
corporee troppo rigide e goffe. Stando seduti ad esempio, è bene non
intrecciare le braccia o le gambe perché questo atteggiamento è
facilmente interpretato come un sistema di chiusura, quasi ci si
volesse così difendere dalla minaccia rappresentata
dall'interlocutore. Per assumere una posizione rilassata è
consigliabile lasciarsi andare sulla sedia, facendo in modo che le
braccia siano aperte, le dita delle mani allargate ed i palmi bene
in vista; i piedi dovrebbero invece essere ben poggiati a terra, su
tutta la pianta. Quando
si compiono dei gesti, fare in modo che essi siano sempre misurati,
ed appaiano quanto più possibile 'naturali'.
Un amabile
conversatore non parla mai troppo di sé stesso, ma sposta abilmente
l'attenzione sulla persona o sulle persone con le quali è a
colloquio, mettendo in primo piano i loro problemi, le loro storie
ed i loro interessi. Per dare una buona immagine di sé, specie
quando non si conosce a fondo l'interlocutore, è bene cancellare dal
proprio lessico alcune espressioni negative (non
pensi che... ? - non ti sembra giusto, no ?),
indisponenti (non
hai capito quello che volevo dire - non sono d'accordo - non ti sei
spiegato bene), dubitative
(forse, se non sbaglio ... - pare, sembra, si, può essere vero che
...) autosvalutative (hai un minuto per me? - scusa se ti ho fatto perdere tempo -
scusami, ma non capisco mai bene al primo colpo...) personali
(Io... io.... io).
Come evitare le posizioni di inferiorità
A volte capita di trovarsi con
persone che fanno di tutto per farci sentire in imbarazzo davanti a
loro, mettendoci in una posizione di inferiorità: l'apprendimento di
alcuni semplici stratagemmi può riportare la situazione in nostro
favore.
Distanza dei corpi : diminuirla sensibilmente ed entrare con
parti del corpo o oggetti personali nello spazio
dell'altro.
Sguardo : Per riprendere il controllo della interazione
occorre indirizzare lo sguardo al di sopra del livello oculare
dell'interlocutore. Chiudere le palpebre per qualche istante in più
di quello che verrebbe naturale.
Oggetti dell'altro : toccarli, utilizzarli o avvicinarli a
sé.
Atteggiamenti di superiorità dell'altro : copiarli e
riproporli immediatamente.
Assumere un atteggiamento aggressivo : mani sui fianchi,
cappotto o giacca aperta in segno di sfida. Piedi uniformemente
distanziati. Pollici infilati nella cintura.
Fumo : utilizzare preferibilmente dei sigari, soffiare il
fumo in alto, oppure in faccia alla controparte. Se anche l'altro
fuma, allontanargli il posacenere in modo che debba cambiare
posizione per gettare la cenere.
Dominio territoriale : sedere sulla sedia più alta, davanti
all'altro, appoggiarsi al muro o sugli oggetti di cui si vuole. Per
mettere in soggezione l'altro lo si può invitare a sedersi al centro
di una stanza senza niente davanti a lui, in una sedia senza
braccioli, non girevole e lontana dalla
scrivania.
Stretta di mano : nell'atto di stringere la mano fare in modo
di rivolgere il palmo della propria mano destra verso il basso
.
Temporeggiare : gingillarsi con gli oggetti che sono sul
tavolo, portarsi gli occhiali alla bocca e cose del genere,
sostenendo sempre lo sguardo dell'altro.
Stabilire una relazione di dominanza: elevare lievemente il
tono della voce e piegare contemporaneamente la testa
all'indietro. |