Un software per imparare l'italiano

A partire dal concetto che utilizzare i videogame all’interno di un percorso educativo – didattico migliori il rendimento e le prestazioni degli alunni, possiamo pensare di ideare software specifici per l’apprendimento dei contenuti della lingua italiana. L’utilizzo di videogame, o più semplicemente di un approccio ludico, può essere una soluzione per creare percorsi di apprendimento di successo.

Spesso, quando i giochi sono intenzionalmente progettati come didattici, trascurano le qualità del medium e trasferiscono, semplicemente, modalità di insegnamento appropriate per la tradizione di stampa in un contesto multimediale. La sfida sarà quella di produrre applicativi propriamente educativi che conservino le qualità di “giocabilità” richieste dagli utenti. Lo scopo è mantenere viva la motivazione degli studenti e sostenere i processi di auto-apprendimento necessari per imparare a giocare. Il giocatore sarà sollecitato a percorrere soluzioni creative e originali, ma in un contesto preordinato e controllabile.

Un altro aspetto che si deve valutare accuratamente, quando si progettano software didattici,  è quello di come distribuire le difficoltà nel gioco, esattamente come un educatore suddivide i carichi di studio in una programmazione didattica. L’apprendimento è più efficace se i nuovi compiti inducono un lieve senso di frustrazione, che motiva il giocatore ad imparare e continuare la sessione di gioco.

I videogame hanno il vantaggio di individualizzare i percorsi di gioco e di calibrarli sulle abilità di ogni alunno. Riuscire a creare software specifici per i soggetti in formazione che si stanno seguendo, aiuta il lavoro del docente e consente di tararlo secondo le esigenze specifiche della classe.

Il videogioco ha tutte le caratteristiche per essere un utile strumento per apprendere la lingua italiana. Innanzi tutto perché è progettato per coinvolgere a livello globale i sensi dell’utente in un contesto virtuale, che diverte il fruitore e abbassa il suo filtro affettivo. In secondo luogo perché, essendo concepito per essere fortemente interattivo, presenta ambienti e contesti complessi e spesso realistici. Infine perché è incentrato su una dimensione puramente giocosa che, come abbiamo già sottolineato, ha una funzione importante, soprattutto nell’apprendimento delle materie scolastiche, ponendo al videogiocatore situazioni sempre varie, spesso incentrate sul problem solving e ricompensate con premi e gratificazioni in caso di successo.

Per questi motivi, nel progettare un software ludico a scopo didattico dovremo tener conto di tutti i possibili linguaggi propri del videogame: il testo, il video, l’audio e l’interattività.

 

TESTO

Il testo ha la funzione essenziale di aiutare l’utente a decifrare l’interfaccia ed i sistemi di configurazione ed interazione del sistema, i quali regolano la fruibilità del gioco. La sua funzione primaria, per lo più pragmatica e relativa al sistema di regole del gioco, ha anche il compito di accompagnare la narrazione della storia, attraverso descrizioni e norme.

VIDEO

Il videogioco esiste solo in funzione dell’interazione con elementi visuali, visivi e visibili, presenti su di uno schermo. Nel nostro caso, pensando ad una funzione dal punto di vista glottodidattico, l’immagine digitale generata dal gioco è importante perché ha il compito primario di integrarsi sia con l’aspetto testuale, che con quello auditivo, fornendo quell’essenziale funzione iconica che facilita cognitivamente il soggetto in formazione e permette di creare inferenze essenziali per l’apprendimento.

SUONO

La qualità dell’input auditivo nel videogioco è senza dubbio simile a quella di qualsiasi altro materiale glottodidattico e permette il confronto diretto con la lingua parlata. E’ essenziale, però, che esso sia integrato con quello visuale, che lo contestualizza e giustifica, e con quello testuale, il quale può riprenderlo completamente come se fosse un sottotitolo, facilitandone la comprensione.

INTERATTIVITA'

Non è propriamente una caratteristica tecnica del videogioco, ma va tenuta ben presente in fase di progettazione perché è una proprietà irrinunciabile del videoludere e permette di interagire con il software senza mediazioni, in un ambiente cognitivamente e linguisticamente stimolante. L’interattività, oltre a coinvolgere emotivamente chi apprende, permette al giocatore di “manipolare” gli oggetti, processo che diventa fondamentale veicolo di conoscenza, soprattutto per apprendimenti precoci della scuola dell’infanzia e primaria.

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Edurete.org Roberto Trinchero