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[ Prof. Roberto Trinchero ]
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InformazioniSitografia
Logica della ricerca empirica in educazioneStrategie di ricerca educativaIl disegno della ricercaLa rilevazione dei datiPrincipi di rilevazione dei dati
Rilevazione mediante questionario
Rilevazione mediante test di cognitivi e di abilità
Rilevazione mediante test di profitto
Rilevazione mediante intervista
Rilevazione mediante colloquio
Rilevazione mediante osservazione
Rilevazione mediante analisi dei documenti
Rilevazione sociometrica
Rilevazione mediante portfolio
Caricamento dati su calcolatore
Validità e attendibilità della rilevazione
La validità di una rilevazione dei dati
Tipi di validità
L’attendibilità di una rilevazione dei dati
Fonti di invalidità della rilevazione
L'analisi monovariata di dati quantitativiL'analisi bivariata di dati quantitativiL'analisi dei dati qualitativiApplicazioni della ricerca educativaLavori degli studenti

Tipi di validità

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La validità può poi essere:

Validità di facciata o validità apparente Validità che fa riferimento alla percezione dello strumento di rilevazione da parte dei soggetti coinvolti nella rilevazione dei dati. Esempio: in un test che mira a rilevare le competenze in matematica degli adulti, una domanda del tipo “Se Marco ha undici mele e ne mangia quattro, quale sarà la proporzione di mele che ha consumato?” sarà immediatamente riconosciuta come non adeguata ai soggetti della ricerca, dato che questo tipo di formulazione è pensato per soggetti in età da scuola primaria, e quindi mancherà di validità apparente. Una formulazione corretta potrebbe essere “Se il suo reddito mensile fosse di 1100 euro e lei ne spendesse 400 per l’affitto in quale proporzione l’affitto inciderebbe sul suo bilancio mensile?”. L’abilità rilevata è la stessa, ma la formulazione è adeguata ad un pubblico adulto.
Validità di contenuto Riguarda i contenuti espressi dagli indicatori, i quali devono essere coerenti con quanto si intende rilevare e rappresentativi degli obiettivi dell’indagine. Si ha se l’insieme di indicatori prescelto per un concetto ne copre effettivamente l’intero dominio di significato del concetto in questione.La si controlla su un piano puramente teorico, scomponendo analiticamente il concetto studiato in tutte le sue dimensioni ed assicurandosi che l’indicatore le copra tutte, mediante una rassegna della letteratura o l’ascolto del parere di più giudici.
Validità in base ad un criterio E’ una verifica che non avviene sul piano teorico, come per la validità di contenuto, ma su quello empirico, ossia all’atto della rilevazione dei dati. La validazione dei dati raccolti mediante un insieme di indicatori predisposto dal ricercatore avviene servendosi di un secondo insieme di indicatori, che si suppone già validato o comunque provvisto di validità di contenuto. Allo stesso gruppo viene somministrato un test nuovo da validare e un test vecchio già validato: se ci si aspetta che i risultati siano in relazione si ha validità convergente, se ci si aspetta che i risultati non lo siano (perché il secondo test valuta un costrutto diverso) si ha validità discriminante.
Può essere predittiva, se vi è coerenza tra il dato dell’indicatore e un dato rilevato mediante un evento successivo ad esso connesso (ad esempio se vi è relazione tra il risultato del test di ammissione all’università e i voti ottenuti agli esami) o concorrente se il dato dell’indicatore è coerente con un altro rilevato nello stesso momento temporale (ad esempio due test di profitto basati su tipi di domande diverse che rilevano la stessa abilità).
Può essere validità per gruppi noti, se l’indicatore viene applicato a soggetti della quale sia nota al posizione sulla proprietà da rilevare (ad esempio si chiede ai soggetti quanti esami hanno sostenuto, avendo già il dato di controllo a disposizione).
Validità di costrutto Riunisce e riassume le validazioni effettuate sul piano teorico (validità di contenuto) e sul piano empirico (validità in base a un criterio). E’ un giudizio sull’appropriatezza delle deduzioni effettuate su un costrutto in base alle rilevazioni empiriche ottenute da un insieme di indicatori e alle riflessioni teoriche su di essi. Si ha validità di costrutto se la riflessione teorica e le rilevazioni empiriche collimano nel determinare che l’indicatore ha rappresentanza semantica con un singolo costrutto, se le rilevazioni empiriche sono coerenti con quanto previsto dalla riflessione teorica, se le rilevazioni ottenute mediante un indicatore concordano (secondo quanto previsto dalla definizione del costrutto data all’atto della definizione del quadro teorico di riferimento) con quelle ottenute mediante altri indicatori o ricorrendo a tecniche diverse di rilevazione (validità convergente), se la rilevazione empirica evidenzia l’assenza di relazioni tra gli indicatori del costrutto sotto esame e altri volti a rilevare costrutti diversi da questo (validità discriminante), se l’evidenza empirica dimostra che fattori che il quadro teorico prevede siano in relazione sono effettivamente in relazione tra di loro (validità fattoriale).

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