Costituire una cooperativa sociale di Pasquale Colletti

CHE COS’È UNA COOPERATIVA

La società cooperativa [ I ] [ F ] è un’impresa molto particolare. Da un punto di vista economico aziendale vi è una differenza fondamentale tra le cooperative e gli altri tipi di società.

1) Le altre società [ I1 ] [ I2 ] nascono infatti allo scopo di conseguire e ripartire tra i soci gli utili patrimoniali (scopo di lucro). La società cooperativa, invece, si fonda sullo scopo mutualistico. La sua attività si traduce infatti in “vantaggi” che si riflettono direttamente sui soci.

2) Ecco dunque un altro fondamentale principio che regola le società cooperative: quello della rilevanza dei soci, i veri protagonisti dell’attività.

3) Da questo principio ne deriva un’altro, altrettanto importante: la limitazione del capitale. In una società cooperativa infatti la misura della partecipazione del singolo socio al capitale è soggetta ad alcuni limiti massimi, proprio perché in un’impresa di questo tipo l’elemento portante è costituito dal lavoro, dalle idee, dallo spirito di collaborazione di chi vi prende parte, e non… dai soldi!

4) Nelle altre società, inoltre, gli utili di esercizio vengono distribuiti ai soci in proporzione al capitale versato, mentre nelle cooperative gli avanzi di gestione rimangono nel patrimonio sociale e possono essere destinati agli investimenti, allo sviluppo delle attività imprenditoriali, all’istituzione di servizi comuni.

5) Il capitale sociale è variabile, cioè aumenta o si riduce in relazione all’ingresso o all’uscita dei soci, senza che ciò comporti problemi di modifica statutaria.

6) C’è qualcosa poi di ancora più importante: la democraticità della partecipazione nell’Assemblea, nella quale ogni socio persona fisica ha un solo voto, indipendentemente dall’eventuale possesso di ammontari diversi di quote od azioni di capitale sociale (principio “una testa un voto”).

“Il suo obiettivo è soprattutto quello di promuovere il profitto e il benessere dell’umanità. È questo scopo che differenzia in qualche modo una società cooperativa da una impresa economica ordinaria, e che giustifica il fatto che una cooperativa non va giudicata soltanto dal punto di vista della capacità commerciale, ma anche dal punto di vista del suo contributo ai valori sociali e morali, che elevano la vita umana al di sopra di ciò che è puramente materiale e animale” (estratto dai principi della cooperazione, nella formulazione dell’alleanza cooperativa internazionale [ I1 ] [ I2 ] del 1966).
Cooperare - lo esprime con chiarezza l’etimologia della parola - vuol dire scegliere di operare insieme , unire sforzi, lavoro, iniziative, risparmi, nel tentativo di raggiungere un obiettivo comune, in grado generalmente di conseguire esiti socialmente desiderabili. Il principio mutualistico consiste essenzialmente in questo, in un reciproco sostegno, nel permettere cioè di realizzare assieme quello che non sarebbe possibile realizzare individualmente. È questo l’elemento fondante che ritroviamo in ogni tipo di cooperativa, qualunque ne siano la base sociale ed il fine particolare.
“Per la famiglia di nuova formazione la cooperativa è il mezzo per procurarsi un’abitazione civile a prezzo contenuto. Per la casalinga è il negozio di fiducia. Per il dettagliante è la struttura che gli offre merci garantite a buon prezzo e la possibilità di modernizzarsi per resistere alla concorrenza. Per i lavoratori di un’azienda in crisi la cooperativa è una possibile via per salvare il proprio posto di lavoro. Per il giovane è uno strumento per entrare in modo autonomo nel mondo del lavoro e per valorizzare le proprie capacità professionali. Per il contadino, per il camionista, l’artigiano, il pescatore, è lo strumento per divenire, associandosi ad altri contadini (o camionisti, o artigiani, o pescatori) un imprenditore moderno ”
Va comunque subito evidenziato, onde evitare malintese idealizzazioni, che l’attenzione alla migliore utilizzazione delle risorse umane e l’acquisizione da parte del socio del vantaggio mutualistico non deprimono in alcun modo il requisito della redditività economica delle imprese in questione, le quali, se aspirano ad affermare un ruolo realmente alternativo ed innovativo rispetto alle società ordinarie, devono essere in grado di sussistere ed affermarsi all’interno di un sistema di libero mercato. Competere e cooperare non sono più due termini necessariamente antagonisti: un movimento che desideri affermare l’etica della cooperazione, in un sistema economico aperto e concorrenziale, non troverà altra strada che quella di coniugare in forma complementare la cooperazione al suo interno e la competizione verso l’esterno.
Il successo della cooperativa, pertanto, è strettamente correlato al contributo delle persone che operano al suo interno.
Una cooperativa è organizzata, alla pari di qualsiasi altra impresa di persone,[ I ] in modo da garantire una corretta ed efficace distribuzione del potere al suo interno. Ogni socio - iscritto nel libro da almeno tre mesi - ha diritto di parola, nonché di fare parte dell’elettorato attivo e passivo. L’organo di base è l’assemblea dei soci - dove vale il principio “una testa un voto”, indipendentemente dalla quota di capitale posseduta - che discute e approva le linee generali dell’attività e nomina il consiglio di amministrazione e il presidente che si preoccupano di gestire concretamente, nel quotidiano, le attività della cooperativa, assumendo di volta in volta le decisioni più appropriate per il suo sviluppo. Infine, elementi di differenziazione tra le cooperative e le altre forme di società sono facilmente rintracciabili negli statuti [ I ]che definiscono gli scopi ed i diritti e doveri dei soci. Tra i propri obiettivi, spesso le cooperative, oltre alla soddisfazione dei propri soci e la loro crescita economica e morale, inseriscono la lotta alla disoccupazione, il servizio a favore di alcune categorie deboli, la valorizzazione delle risorse del territorio, la promozione della cultura, ecc.

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