Le strategie didattiche di Davide Antonetti

IMPORTANZA DELLE STRATEGIE DIDATTICHE PER UN FORMATORE:"il gruppo" e le sue fasi di sviluppo

Il gruppo [I1] [I2] [I3] [E1] [S1],sia come dimensione collettiva che come dimensione di lavoro in ambito formativo, svolge una funzione fondamentale per l'apprendimento [I1] [E1] [F1] [S1].Il gruppo infatti è un luogo dove costante è la ricerca e la verifica. Per alcuni aspetti la formazione e lo sviluppo di un gruppo sono paragonabili alla formazione e allo sviluppo individuale; come per la formazione degli individui, vanno rispettate le fasi di sviluppo di un gruppo e va mantenuta un'adeguata coerenza tra il livello di sviluppo del gruppo e la qualità dei compiti ad esso richiesti.Il fenomeno di sviluppo di un gruppo è rappresentato da un "processo continuo" nel tempo relativamente differenziato tra soggetto e soggetto. Nella realtà, un gruppo è in sviluppo continuo e non compie salti di prestazione. Per definire al meglio il legame tra gli stati soggettivi dei partecipanti di un gruppo, gli stati di sviluppo del gruppo stesso e i compiti suggeribili,occorre dotarsi del quadro di riferimento che sto per elencare:1)-FASE COSTITUENTE; 2)-FASE DI IDENTIFICAZIONE; 3)-FASE DI COAGULO; 4)-FASE DI MATURITA'; 5)-MORTE DEL GRUPPO.

1)-FASE COSTITUENTE:la dimensione soggettiva solitamente presente in questa fase negli individui che costituiscono il gruppo è la dimensione dell'insicurezza.Con essa, gli individui tendono spesso a usare la strategia comportamentale [I1] [I2] [E1] [F1] [S1] che risulta educativamente la più vincente.In questa fase si può parlare di gruppo solo in termini sociologici [I1] di copresenza fisica.Gli individui sentono il bisogno di insediarsi in situazione,più che di socializzare con altri soggetti.Gli scambi verbali [I1] [I2] [E1] [F1]sono,in questa fase,di tipo informativo e totalmente privi di contenuti valutativi.I compiti assegnati alle persone devono servire per favorire il processo di comprensione della situazione che costituisce la tensione principale dei partecipanti.Le tecniche che si adattano a tali obiettivi sono quelle di raccolta di informazioni e di comprensione,che quindi si traducono nella definizione del contratto psicologico formativo,nell'uso di lezioni e nella realizzazione di raccolta di esperienze.Lo sforzo di evitare,nei momenti costitutivi di gruppo,condizioni conflittuali [I1],è teso a favorire l'ingresso graduale di tutti i partecipanti nel gruppo.Questa fase dura,se opportunamente gestita,non più di mezza giornata o,al massimo,una giornata d'aula.

2)-FASE DI IDENTIFICAZIONE:è il primo reale momento di anelito alla socializzazione [I1] [I2] [E1] [F1] [S1] all'interno del gruppo.Gli individui,mirano a stabilire dei rapporti interpersonali che ritengono affidabili.Nascono infatti in questa fase le prime alleanze.In questa fase il gruppo pesa e misura le proprie risorse personali,comincia a stimare gli individui per il loro reale contributo attuale e potenziale sia in termini di autorevolezza ed equilibrio individuale,sia in termini di conoscenze e capacità professionali.Le attività che il formatore-progettista può inserire in questa fase sono di tipo elaborativo e valutativo,intorno a un materiale comune.Questi compiti inducono maggiori livelli di conflittualità di gruppo rispetto a compiti di tipo informativo.Con un'adeguata conduzione questa fase può essere superata dopo una o due giornate di formazione.

3)-FASE DI COAGULO [I1]:la dimensione soggettiva prevalente di questa fase è caratterizzata dalla tensione al confronto,anche acceso,delle proprie idee e convinzioni.La qualità della tensione al confronto è notevolmente dipendente dal superamento delle fasi precedenti.L'obiettivo implicito di questa fase è costituito dalla voglia di misurarsi dei componenti del gruppo,dalla voglia di dimostrare e dimostrarsi il proprio livello d'incidenza nel gruppo.In una fase di gruppo,in cui gli individui hanno un atteggiamento psicologico caratterizzato dalla tensione al confronto,c'è la possibilità di sperimentare adeguatamente:l'intreccio,il confronto,lo scontro,le reazioni e l'organizzazione didattica delle diverse risorse personali che lo compongono.La motivazione al confronto dei soggetti si caratterizza per la ricerca e la gestione di frequenti scambi conflittuali.Il conflitto è il fenomeno fisiologico di un gruppo già formato e rappresenta un mezzo per la sua crescita,però non è un mezzo attraverso il quale si nasce.Questa fase pone il gruppo in continua ricerca di misura ed equilibrio di frontiera fra conflitti vitali e quelli disfunzionali.Nessuno può garantire che i rapporti non si guastino:è solo sperimentando il rischio [I1] [E1] [F1] [S1] che si matura la dote della misura.Spesso per tali ragioni i gruppi hanno l'impressione di essere regrediti nel loro sviluppo anche quando il risultato dei conflitti è rappresentato da un maggior coagulo.Tale fase si supera col tempo e con prove ripetute;in attività formative questa fase richiede più giorni (5-7 circa).

4)-FASE DI MATURITA':essa viene dall'affinamento qualitativo della fase precedente di coagulo.Il sentimento individuale prevalente in questa fase di gruppo è rappresentato dal senso di appartenenza al gruppo.Questo sentimento è percepibile dalla tensione al gruppo in modo indifferenziato come centro di riferimento lavorativo piacevole.L'appartenenza ha come oggetto prevalente il gruppo nel suo complesso e nei suoi scopi,e non i rapporti sociali privilegiati.Questa appartenenza è di natura soggettiva e liberamente assunta;si matura la motivazione [I1] [I2] di appartenenza agli aggregati sociali tanto più essi ci lasciano liberi anche di non appartenere.In questo caso,gli individui non vivono costrizioni all'appartenenza ma,al contrario,vivono in prima persona la responsabilità di appartenere e non appartenere per libera scelta.I compiti che meglio si adattano a questa fase di sviluppo del gruppo sono "compiti progettuali".Questi hanno un elevato grado di difficoltà in quanto in essi intervengono compiti di diagnosi,di valutazione e di decisione,inteso quest'ultimo aspetto come molte decisioni e non una decisione sola.Le attività di formazione degli adulti [I1] possono richiedere tempi di durata più o meno rilevante.Si può andare dalla giornata di formazione a corsi lunghi quattro e più settimane.E'intuibile che più la durata del corso propone una lunga esposizione alla convivenza collettiva,più va prestata attenzione allo sviluppo e alla manutenzione del gruppo.Esistono inoltre attività formative centrate invece su obiettivi più comportamentali e che richiedono dosi massicce di elaborazione collettiva.In queste ultime la cura per lo sviluppo dei gruppi assume maggior importanza rispetto alle prime.E'discutibile spingere verso alti livelli di appartenenza quei gruppi formati da individui provenienti da ambienti diversi che esporteranno come singoli l'apprendimento acquisito.Per tali gruppi può essere funzionale un buon funzionamento in fase di coagulo.

5)-"MORTE" DEL GRUPPO:la maggior parte della formazione degli adulti,pur rivolgendosi a gruppi e pur utilizzando funzionalmente il gruppo come palestra di apprendimento,mirano di fatto ad un trasferimento dell'apprendimento di tipo individuale.Il gruppo rappresenta perciò una funzione transitoria dell'apprendimento,che verrà invece speso nell'attività quotidiana a titolo individuale.Il gruppo assume così la funzione di "strumento" formativo tanto più utile quanto più risulta significativo per gli individui.Ma,tanto più è significativo,tanto più sarà difficile da lasciare per proseguire in solitudine un discorso nato collettivamente,e all'approssimarsi della fine di un corso di formazione questo fenomeno produce effetti tanto più visibili quanto più è stata intensa l'esperienza collettiva.In questa fase,il sentimento prevalente negli individui è quello di separazione,dove razionalmente ogni individuo prende atto della fine dell'esperienza formativa.Il gruppo non nutre alta motivazione al lavoro collettivo,mentre si evidenzia una motivazione diffusa verso atti conviviali collettivi.Poichè il gruppo conviviale non è più disposto a fondersi nel gruppo lavorativo,e l'emotività relazionale non ha più voglia di legarsi alla razionalità [I1] [I2] [E1][F1] [S1],è opportuno destinare luoghi e tempi alla convivialità di gruppo disgiunti da luoghi e tempi rivolti all'apprendimento di contenuti;pensando cioè di rivolgersi non più ad un gruppo,bensì ad una somma d'individui che hanno lavorato proficuamente insieme e che ora sono in procinto di continuare il cammino da soli.Di conseguenza è consigliato l'utilizzo di tecniche didattiche che non implichino un eccessivo impegno,facilitino molto il lavoro collettivo e consentano di ricucire,almeno sul piano intellettuale,la frattura causata dalla conclusione dell'esperienza formativa.

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