Traumatologia e riabilitazione. La scoliosi di Emanuela Mercuri

-INTRODUZIONE-

La colonna vertebrale [E 1] [E 2] [E 3][I 1] [ES 1] [F 1] [F 2] [F 3] [ES 2] [ES 3] assume una valenza fondamentale nell’organizzazione della postura eretta. Rappresenta in effetti una “colonna” portante a cui si staccano, lungo tutto il decorso, numerosi “tiranti” muscolari e legamentosi.

Il rachide può essere visto come un supporto che deve rispondere a due requisiti meccanici nell’apparenza contraddittori: la rigidità e la mobilità. Ciò é reso possibile da una strutturazione del rachide in segmenti dette “vertebre” posti un modo continuo l’uno sull’altro.

Quando il corpo é in posizione simmetrica le trazioni meccaniche sviluppate hanno evidenziato la medesima intensità e la colonna, a una visione frontale, si presenta allineata. Ma quando, ad esempio, facciamo gravare il peso corporeo su un solo arto inferiore (appoggio monopodalico), la colonna é maggiormente trazionata in alcuni punti e costretta ad assumere un decorso sinuoso.

Le alterazioni delle curve fisiologiche del rachide rappresentano un fatto patologico che può portare anche serie conseguenze nell’organizzazione delle funzioni vitali.

Tali alterazioni della morfologia delle curve possono evidenziarsi sia:

- sul piano frontale (prendono il nome di scoliosi);

- sul piano sagittale (prendono il nome di ipercifosi e iperlordosi)

La percentuale di incidenza nell’età giovanile delle deviazioni rachidee é piuttosto alta. Si stima che essa sia destinata ad aumentare in relazione alla sempre minore quantità di movimento dei soggetti in crescita. E’ dunque significativo che queste importanti patologie vengano presentate nelle loro caratteristiche originali.

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