I giochi di squadra: il Calcio di Carla Deplano (carladeplano@libero.it)Cristina Montù (chryssy1977@libero.it)

LA TECNICA CALCISTICA, FONDAMENTALI INDIVIDUALI: IL CALCIO DELLA PALLA(I35)

Essere in possesso della tecnica di questo sport significa avere la capacità di controllare, spostare e calciare la palla, servendosi di tutte le parti del corpo che il regolamento permette di utilizzare. Una buona base atletica si rivela indispensabile per poter correre, saltare, scattare, senza eccessivo dispendio di energie (I36), per tutta la durata della partita. A tale condizione fisica ottimale (I37) si perviene con un costante e appropriato allenamento che, unito ad un indispensabile predisposizione naturale e a una buona dose di fortuna può, far raggiungere al calciatore anche i più prestigiosi livelli di questo sport.

FONDAMENTALI INDIVIDUALI

I fondamentali individuali sono l’insieme delle abilità che ogni giocatore deve possedere per poter controllare il pallone in ogni situazione e allenare continuamente per renderle sempre più efficaci. Sono: il calcio della palla o tiro, la ricezione, il controllo, il gioco di testa, il contrasto, la rimessa laterale e, per il portiere, la parata.

1) Il calcio della palla.

(EN31)

Si tratta di tutto quello che riguarda il lancio del pallone con i piedi (F23), dal passaggio ad un compagno, al tiro in porta. L’esecuzione di questo gesto tecnico può avvenire in sette modi principali: con l’interno del piede, con l’interno del collo del piede, con l’esterno del piede, con il collo del piede, con il tacco, con la punta, con la rovesciata.

Con l’interno del piede:(EN32) è una tecnica che sfrutta la parte interna del piede nel punto in cui si ha l’articolazione dell’alluce con il metatarso. Detto anche tiro di piatto, è un tiro molto preciso ma poco potente e quindi usato nei passaggi corti e in tutte le situazioni in cui è necessaria la precisione. E’ usato nei calci di rigore se si vuole superare il portiere con un tiro tecnico.

Con l’interno del collo del piede: tiro considerato una variazione del tiro con l’interno del piede rispetto al quale l’impatto del pallone avviene più in alto, in una zona del tarso posta poco sotto il malleolo interno. Con questo tiro si ottengono potenza e precisione. Il pallone inoltre acquista un particolare effetto: colpito di lato, effettua una rotazione, assumendo una traiettoria curva che consente di raggiungere un compagno evitando un avversario ed ingannare quindi il portiere nei tiri di porta.

Con l’esterno del piede(EN33): è una tecnica che sfrutta il piede nella sua parte esterna, precisamente nel punto in cui il mignolo si articola con il metatarso. La realizzazione di questo tiro avviene tenendo la punta del piede rivolta verso l’interno nel momento in cui si calcia il pallone. E’ un tiro potente, che imprime alla palla una traiettoria curvilinea, si usa nei passaggi e nei tiri in porta da una distanza media; se il tiro in porta è eseguito da certe posizioni dell’area di rigore, la traiettoria curvilinea può essere molto insidiosa per i portieri.

Con il collo del piede: detta anche di collo pieno; in questa tecnica l’impatto del pallone avviene sul collo del piede, nel passaggio tra la caviglia e il tarso. Tiro molto potente, è usato in tutte le situazioni in cui è necessario un lancio lungo, come nei rinvii, effettuati dai difensori, del pallone lontano dalle zone di tiro vicine alla propria porta.

Con il tacco(ES15): si tratta di un tiro sofisticato, non molto usato, che però in alcuni frangenti di gioco può risolvere situazioni complicate o portare al goal. L’impatto del piede con il pallone avviene con il tallone al centro se eseguito su un tiro semplice raso terra, con l’esterno se si colpisce un pallone in fase aerea e con l’interno del tallone, per un tiro sempre da raso terra, ma con una traiettoria più angolata.

Con la punta: tiro sconsigliato perché poco preciso. Se eseguito come un piccolo tocco può essere risolutivo, soprattutto sotto rete per conquistare un goal. Molto utile per il controllo della palla, questa abilità può essere impiegata anche come tiro d’emergenza, pur di non lasciare il pallone all’avversario. Bisogna tuttavia evitare la potenza; infatti il più piccolo tocco produce subito uno spostamento sensibile.

La rovesciata: è un tiro dall’area di rigore; si tratta di una sforbiciata eseguita con la schiena alla porta, in cui il giocatore prima slancia una gamba per poi colpire con l’altra, di collo pieno, il pallone. Tutto questo avviene mentre il giocatore si proietta schiena a terra, come se dovesse fare una capovolta indietro, con le braccia allargate per attutire l’impatto con il terreno. Ci vogliono tempismo, per cogliere il momento giusto per eseguirla, coraggio e doti acrobatiche, ma è uno dei gesti più spettacolari dell’attaccante.

Tutti questi modi di calciare possono essere realizzati con diversa intensità eseguendo così otto tipi di tiri: raso terra(ES16), corti e di media lunghezza, a mezza altezza corti, medi e lunghi, oppure alti corti, medi e lunghi. Il giocatore per riuscire a eseguire questa varietà di tiri deve avere un perfetto controllo del corpo. Infatti nel momento in cui calcia il pallone si trova in equilibrio su un piede solo, spesso in corsa. Deve quindi tenere una postura corretta e funzionale a questo compito. Per prima cosa la distanza tra i due piedi non deve mai essere molto grande. Oltre i 30-50 centimetri non si possono più gestire i movimenti per un buon lancio e il giocatore diventa statico. Il busto deve essere eretto, se si corre, moderatamente inclinato in avanti, mantenendo così l’equilibrio. Forti inclinazioni del busto sbilanciano tutta l’azione e possono verificarsi solo in determinate circostanze, come durante un tiro molto lungo in cui bisogna caricare la posizione o nel caso di un’improvvisa deviazione per evitare un avversario. Il calcio al pallone avviene in tre fasi: l’avvicinamento, fase in cui si devono valutare le condizioni di gioco e decidere che tipo d’impatto avere con la palla che sta arrivando, il caricamento, il calcio.

   12/27   

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Edurete.org Roberto Trinchero