I carboidrati di Stefano Bottigliengo (stefanobottigliengo@libero.it), Tristana Cacciatori (tcacciatori@hotmail.com), Marta Leporati (marta.leporati@infinito.it)

AMIDO

[I26][I27][I28][F28][F31][F34][Es28][Es31][Es34][Es35][En28][En29][En32][En36]

AMIDO

L’amido è un polisaccaride prodotto dalle piante fotosintetiche, a partire da anidride carbonica ed acqua, con il processo della fotosintesi clorofilliana.
Esso rappresenta il più importante materiale di riserva energetica del mondo vegetale [En38], immagazzinato dalle piante principalmente nei semi, nei tuberi, nelle radici in grani di forma e dimensioni caratteristiche per ogni specie vegetale.
È il componente fondamentale dell’alimentazione animale ed umana. L’uomo lo assume giornalmente attraverso svariati alimenti, principalmente: grano, granoturco, riso e i cereali in generale, pane, pasta, patate, tuberi e legumi [I29][I33][Es29][Es33][En38].

L’amido può essere utilizzato direttamente da industrie cartarie, alimentari, farmaceutiche, cosmetiche, tessili, e di colla. Invece, modificato o demolito, può servire in diverse tecniche o entrare a comporre preparati di rilevante importanza industriale [Es33][En38].

L’aspetto microscopico dell’amido è quello di piccolissimi granuli bianchi di varia dimensione e forma a seconda dell’origine: più piccoli se di cereali (media 10 micron) e più grandi (20-100 micron) se di tuberi.I granuli sono da considerare aggregati molecolari (micelle) che si formano per il costituirsi di legami a idrogeno tra le catene di amido.

I granuli di amido hanno comportamento diverso nell’acqua [I31].
  • Sono insolubili in acqua fredda che non contenga sostanze chimiche formanti legami ad idrogeno.
  • Se la membrana esterna del granulo viene spezzata, in acqua fredda si rigonfiano passando progressivamente a prodotto gelatinoso: la colla d’amido.
  • Se i granuli intatti sono trattati con acqua calda, una porzione di amido solubile diffonde attraverso la membrana.
  • Nell’acqua bollente i granuli si rigonfiano fino a scoppiare formando una sospensione colloidale detta salda d’amido.
Nei granuli di amido sono state isolate due frazioni, quindi l’amido è formato da un miscuglio di due tipi di molecole: l’amilosio e l’amilopectina.
Queste due componenti sembrano corrispondere a carboidrati diversi di alto peso molecolare e di formula (C6H10O5)n, i quali però vengono progressivamente idrolizzati a destrina (una miscela di polisaccaridi a basso peso molecolare), maltosio e infine D-glucosio: quindi sia l’amilosio e l’amilopectina sono polimeri costituiti da unità di D-glucosio che differiscono per forma e dimensioni [F29].



L’amilosio [F30][F33][Es27]

Rappresenta circa il 20% dell’amido ed è la frazione idrosolubile che si dispone all’interno dei granuli.

Esso è costituito da lunghe catene lineari (poco o niente ramificate), ognuna formata da 1000 o più unità di D-glucosio unite da legami α-1,4-monoglicosidici come nel maltosio [I30][Es29][En26][En30][En31][En37].

L’amilosio è la frazione di amido che dà una tipica ed intensa colorazione blu con lo iodio [F32][F33]. Si pensa che questo sia dovuto alla formazione di un complesso colorato per incapsulamento delle molecole di alogeno nella struttura dell’amilosio: infatti le catene di quest’ultimo assumano una disposizione a forma di elica, con sei molecole di D-glucosio per spira e la struttura stabilizzata da legami ad idrogeno, avente lo spazio interstiziale vuoto esattamente sufficiente a contenere le molecole di iodio, che insinuandosi determinano la suddetta colorazione.



L’amilopectina [F30][F33][Es27][En27]

Rappresenta circa il 80% dell’amido ed è la frazione insolubile in acqua.
Essa costituisce una struttura globulare e finemente spugnosa, che è responsabile del rigonfiamento dei granuli ma che li rende insolubili in acqua.


Essa è costituita anche fino a 5000 unità di D- glucosio, tuttavia la struttura è più complessa di quella dell’amilosio perché è molto ramificata. Tale struttura è formata da molte centinaia di corte catene lineari, di circa 20-30 unità di D-glucosio legate mediante legami α-1,4-monoglicosidici come nel maltosio, dove l’estremità avente l’unità di D-glucosio con l’ossidrile in posizione 1 libero si connette all’ossidrile in posizione 6 di una catena adiacente mediante legame α-1,6-monoglicosidico [I30][Es29][En26][En30][En31][En37].

Essendo caratterizzata da una struttura molto ramificata, l’amilopectina è la frazione di amido che non permette la reazione cromatico con lo iodio.




L’amido viene parzialmente idrolizzato a maltosio dall’azione delle amilasi.
Infatti l’α-amilasi, che idrolizza i legami α-1,4-glicosidici interni, fraziona l’amilosio e l’amilopectina in spezzoni sempre più piccoli: tuttavia, mentre può idrolizzare del tutto l’amilosio a maltosio, tale amilasi non è in grado di spezzare i legami α-1,6-gicosidici dell’amilopectina.
Nell’ultimo caso il residuo che rimane prende il nome di destrina limite o α-destrina, la quale per essere completamente idrolizzata deve subire l’azione di un enzima deramificante detto α-1,6-glicosidasi o α-destrinasi.
Invece la β-amilasi presente nel malto agisce staccando molecole di maltosio a partire dall’estremità non riducente delle catene, cioè quella con l’ossidrile in posizione 4 libero.
L’uomo e gli animali digeriscono l’amido perché dotati di enzimi α-glicosidasici in grado di demolire i legami α-glicosidici, presenti appunto in amilosio ed amilopectina.

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