Pericoli elettrici di Dario Sabato (dariosabato@fastwebnet.it), Emanuele Leone (emanuele.leone@inwind.it), Giuseppe Gilardi (gilgiuseppe@yahoo.it)

2.4 Fibrillazione ventricolare

03_3 Fibrillazione ventricolare È l'effetto più pericoloso prodotto dal passaggio di corrente nel corpo umano ed è quello che provoca il maggior numero di decessi per folgorazione elettrica.
La fibrillazione ventricolare [IT1]  [EN1] è uno stato di asincronismo completo delle fibre miocardiche ventricolari, durante il quale ciascuna fibra sviluppa una contrazione propria e indipendente.
Nel cuore attraversato da correnti elettriche esterne tali correnti si sovrappongono a quelle fisiologiche, prodotte dal nodo senoatriale, che hanno la funzione di far contrarre in modo ritmico e regolare le fibre muscolari dei ventricoli. La presenza di correnti esteme fa perdere l'ordine di azionamento ritmico, generando una contrazione scoordinata e caotica che impedisce al cuore di svolgere la sua funzione e che porta alla morte per arresto cardiaco e della circolazione sanguigna.
La fibrillazione si automantiene per cui, una volta innescata, continua anche se cessa la causa che l'ha provocata. La morte del soggetto può essere impedita solo con la defibrillazione, che consiste nell'applicare al miocardio, mediante un apposito apparecchio defibrillatore, una tensione alternata o impulsiva con valori di circa 500 V per l'alternata e 4000 V per 0,3 s (valore di cresta) per gli impulsi. Questo shock elettrico produce la depolarizzazione rapida e simultanea di tutte le fibre del muscolo cardiaco, permettendo al nodo senoatriale e alle vie di conduzione di ristabilire il normale ritmo cardiaco.
Nella pratica è piuttosto difficile che si abbia a disposizione l'attrezzatura e il personale specializzato per la defibrillazione e, inoltre, il tempo entro cui si deve intervenire per evitare danni irreparabili al muscolo cardiaco e al tessuto cerebrale, dell'ordine di qualche minuto, può essere troppo breve per il trasporto in un centro specializzato. Questo tempo può essere prolungato con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.
Gli esperimenti compiuti per stabilire i valori di corrente pericolosa nei riguardi della fibrillazione ventricolare hanno avuto come soggetti gli animali. L'estrapolazione all'uomo dei risultati così ottenuti introduce delle incertezze. Le prove effettuate hanno evidenziato che la corrente necessaria per produrre fibrillazione dipende dalla durata del contatto,
dalla massa corporea e dai punti di applicazione della corrente. Gli ultimi due fattori influenzano la distribuzione delle linee di corrente all'interno del corpo; tenendo presente che la corrente che interessa la regione cardiaca è una frazione di quella totale, variabile in funzione della distribuzione interna, risulta evidente che, a parità di corrente totale, la probabilità d'innesco della fibrillazione aumenta al crescere della densità di corrente nella regione cardiaca.
Esperimenti condotti su animali di varia massa corporea con corrente alternata a 50 Hz e durata costante di 5 s hanno fornito il valore di circa 180 mA per massa di 70 kg e percorso più sfavorevole, con probabilità di innesco della fibrillazione del 50%. Altri esperimenti, condotti a 60 Hz con durate variabili, hanno consentito di stabilire, estrapolando all'uomo i dati di animali con massa corporea di 70 kg, una soglia di fibrillazione con probabilità 0,5% pari a:

I = (165÷185)/t (mA)

essendo t la durata del contatto, in secondi. Si deduce, per esempio, che in un contatto di durata 5 s si ha probabilità di fibrillazione 0,5% con corrente di circa 80 mA, mentre riducendo la durata a 0,1 s essa aumenta a circa 550 mA.

Per tener conto dei punti di applicazione della corrente è stato introdotto un fattore di percorso

Percorso

Fattore di percorso

Mani - Piedi      

1

Mano sinistra - Piede sinistro

1

Mano sinistra - Piede destro

1

Mano sinistra - Entrambi i piedi   

1

Mano sinistra - Mano destra

0,4

Mano sinistra - Dorso

0,7

Mano sinistra - Torace

1,5

Mano destra - Piede sinistro

0,8

Mano destra - Piede destro

0,8

Mano destra - Entrambi i piedi  

0,8

Mano destra - Dorso  

0,3

Mano destra - Torace 

1,3

Glutei - Mani  

0,7


Contatto interno
Un caso particolare, estremamente pericoloso, è quello del contatto interno che si può verificare, per esempio, nei pazienti ricoverati in unità coronariche e aventi cateteri in prossimità del cuore. In questo caso la corrente può fluire attraverso il catetere, andando tutta a interessare il muscolo cardiaco, raccogliendosi sulla piccola superficie a contatto con l'elettrodo. In questa zona la densità di corrente può diventare tale da provocare fibrillazione, anche se la corrente totale immessa nel corpo ha valori molto più piccoli rispetto al caso di contatto esterno. Da esperimenti
condotti su cani si è visto che in queste condizioni una corrente di 20 µA con frequenza 50 - 60 Hz può innescare la fibrillazione ventricolare. Prudenzialmente si può ritenere non pericoloso il valore limite di 10 µA, valore estremamente basso, che impone l'uso di sofisticati sistemi di protezione.
Sull'effetto della frequenza nei riguardi della fibrillazione si conosce relativamente poco: resta comunque confermata la minore pericolosità dell'alta frequenza rispetto ai valori industriali. Esperimenti condotti sui cani hanno mostrato che, per produrre fibrillazione usando correnti di frequenza 3 kHz, occorre un'intensità da 22 a 28 volte maggiore di quella relativa a 60 Hz. Nel caso di contatti interni si sono raggiunti valori di 2 mA a 300 Hz senza provocare fibrillazione.

Un altro fattore da considerare è lo stato di salute generale dell'infortunato: la debolezza fisica conseguente a malattia o altro fa diminuire la soglia di fibrillazione, rendendo più probabile il suo innesco. Anche per questa ragione gli impianti elettrici per ospedali e locali medici sono soggetti a norme di prevenzione degli infortuni più severe rispetto a quelle per
ambienti normali.

   9/23   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero