Narcomafie (Emisfero Nord - Emisfero Sud del mondo) di Luigi Ampola (luigamp@libero.it), Angelo Giorgio(a.giorgio@reply.it), Paola Molino (molarina@hotmail.com), Claudia Olivero(claudia.olivero@email.it)

- In Europa -

In Europa

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Agli inizi degli anni '70 in Europa le organizzazioni criminali si trasformarono da piccole organizzazioni provinciali "arcaie" a grandi sistemi di impresa internazionale. Esse infatti concepivano alla stessa stregue delle grandi industrie nazionali l'importanza del mercato libero, che nel dopoguerra si sviluppò vertiginosamente.

Cosa Nostra, in particolare, intuì il grande guadagno che si sarebbe potuto trarre dal traffico internazionale di stupefacenti, campo fino ad allora inesplorato. Iniziò, in pochi anni, a gestire un mercato monopolistico internazionale di stupefacenti, che diedero vita a una massa enorme di movimenti di capitali, a loro volta reinvestiti per aumentare il traffico e le risorse finanziare nei diversi mercati internazionali.

A partire dagli anni '80 la mafia siciliana si assicurò una grossa fetta del traffico di eroina internazionale trasformando il commercio illegale di stupefanceti in una vera e propria impresa, quasi si trattasse di una normale attività commerciale.
I siciliani incomimnciarono a stabilire rapporti con gli americani: Stati Uniti per il commercio e Sud America per la produzione effettiva delle sostanze; il lavoro era parcellizzato, in quanto la struttura familiare di Cosa Nostra aveva imposto un'organizzazione capillare del traffico.
Numerose persone a diversi livelli e in diverse nazioni, venivano impiegate nella produzione e nel commercio del "malaffare". Una parte di esse era incaricaricata di mantenere i rapporti con i produttori e conosceva le rotte per il commercio (inizialmente le stesse che ricoprivano il contrabbando di sigarette). Vi erano invece coloro che si occupavano della raffinazione delle sostanze, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, che immettevano le sostanze finali sui mercati più floridi. [Fr27]

A partire dagli anni '90, grazie al massiccio intervento delle forze dell'ordine (in primis ad opera di magistrati lungimiranti come Falcone e Borsellino) Cosa Nostra perse il suo primato all'interno del commercio internazionale di stupefancenti e si assistette all'ingresso di altre organizzazioni malavitose.
La 'Ndrangheta in pochi anni si espanse nel settore prendendo l'egemonia nel traffico internazionale di cocaina, grazie ai canali diretti di approvvigionamento dai Paesi del Sudamerica e alla dimostrata abilità nel gestire complessi sistemi di riciclaggio. Agli occhi dei narcos colombiani, la 'Ndrangheta è l'organizzazione più affidabile, perché quasi impermeabile al fenomeno del pentitismo.

Oggi sembra che prevalga un "doppio livello di commercio": il primo internazionale, gestito dalle grandi e storiche organizzazioni criminali, che col tempo sono riuscite a costrutire una fitta rete finanziaria atta al commercio delle sostanze nei diversi mercati internazionali e al reciclaggio di denaro. Il secondo, molto più dettagliato e parcellizato, che, tramite "canali" cinesi, portoricani, curdi, turchi, armeni e peruviani, riguarda il commercio ai consumatori finali nelle grandi città europee e statunitensi.

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