Il Microcredito per uno sviluppo sostenibile di Donata Cappello (docappello@hotmail.com), Giulia Pagano (paganogiulia@libero.it)

LA GRAMEEN BANK

LE ORIGINI

La Grameen Bank [EN1] [EN2] [EN3] [FR] [ES] [IT] mosse i primi passi nel 1976 , quando il suo fondatore, il docente di economia dell’Università di Chittagong (Bangladesh) Muhammad Yunus [EN] [FR] [ES] [IT1] [IT2], pensò a una possibile soluzione per aiutare i poveri, tradizionalmente esclusi dal sistema bancario formale. Le riflessioni di Yunus furono stimolate dalle quotidiane scene di miseria durante la carestia del 1974. In particolare, rimase colpito da una donna, Sufia Begum, che aveva una piccola attività produttiva, ma che non riusciva mai ad ottenere un margine di guadagno sufficiente per uscire dalla sua condizione di povertà. Sufia, per la sua produzione di sgabelli, necessitava del bambù come materia prima, che acquistava presso la bottega a cui rivendeva il prodotto finito. Il guadagno ottenuto dalla vendita di sgabelli le consentiva però appena di non morire di fame e di continuare a dipendere dal commerciante che le forniva la materia prima e le ritirava gli sgabelli. Yunus, vedendo che anche altre persone si trovavano nella sua stessa condizione, prestò di sua iniziativa una piccola somma di denaro ad un certo numero di persone, affinché potessero liberarsi dal circolo vizioso che li rendeva dipendenti da questo sistema di usura. Si trattava naturalmente di una situazione temporanea. Infatti, si rivolse presto a istituti bancari affinché prestassero delle piccole quote ai poveri, proponendosi lui stesso come garante per coprire la mancanza di garanzie offerte dai poveri. Nonostante ciò le banche non concedevano molto facilmente prestiti a persone così poco affidabili e redditizie. Così nel 1983 Yunus decise di creare un istituto di credito autonomo: la Grameen Bank.

PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO

Le attività della Grameen Bank non si basano, come già anticipato, sulla richiesta di garanzie per accedere ai prestiti; vige il principio dei prestiti collettivi: si formano volontariamente dei gruppi di cinque persone (Solidarity Group), generalmente appartenenti allo stesso livello sociale ed economico e facenti parte del medesimo villaggio.

La Grameen Bank è dotata di una struttura organizzativa molto efficiente, da cui indubbiamente deriva parte del suo successo. I gruppi si riuniscono, in un numero che varia da sei a dieci, in un centro, dove avvengono incontri per discutere delle attività e degli eventuali problemi, e dove si amministrano anche le transazioni bancarie. La Banca ha un Consiglio di governatori, che approva le politiche generali e funziona da collegamento con il Ministero delle Finanze e le ONG. Esiste un ufficio centrale, che si occupa delle risorse umane e materiali, nonché delle attività di ricerca e sviluppo. Da esso dipendono degli uffici di zona, uffici di area e le branche, le più piccole unità amministrative che gestiscono le operazioni sul campo, ognuna delle quali controlla tra i 50 e i 70 centri. Il personale è altamente qualificato e si rivolge ai poveri con una tecnica finalizzata a una loro partecipazione, affinché intervengano e partecipino attivamente al buon andamento delle attività. Una caratteristica importante della Grameen Bank è rappresentata dal fatto che è la banca stessa ad andare dai poveri, tendenzialmente ostili alla burocrazia e timorosi della città, per questo i suoi impiegati si spostano da un villaggio all’altro per incontrare i clienti.

I clienti della Grameen Bank devono attenersi alle cosiddette Sedici Decisioni [EN1] [EN2] [EN3], cioè a dei principi che descrivono lo spirito fondante della banca: rendere partecipi tutti i clienti di uno sviluppo auto-sostenibile. Quella fondata da Yunus non vuole essere semplicemente una banca che attua operazioni finanziarie, bensì si tratta di un programma che mira ad accrescere le potenzialità di crescita economica e sociale dei meno abbienti. Sono principi che i membri devono imparare a memoria, da recitare nel corso di ogni incontro. L’intento non vuole essere quello dell’indottrinamento, ma di dare indicazioni di riferimento ai poveri volte a sradicare certe abitudini perniciose e ad assumerne altre che contribuiscono a un processo di sviluppo.

La Grameen Bank prevede anche altre forme per sostenere lo sviluppo, come crediti speciali per la casa, progetti per la diffusione della telefonia nei villaggi, di internet nelle scuole e negli istituti di ricerca, per l’utilizzo di energia alternativa ed ecologicamente sostenibile.

Il modello della Grameen Bank è probabilmente quello più riprodotto nel mondo. È stato esportato infatti in 58 paesi di quattro continenti (anche in paesi non in via di sviluppo, come in Europa), con buoni risultati, anche se non sempre positivi. Non sempre infatti l’adozione di un modello in un contesto diverso porta agli stessi risultati: è necessario modificarlo per andare incontro alle peculiarità del contesto in cui viene impiantato. In generale, si può comunque affermare che questo modello ha avuto un grande successo, imputabile essenzialmente a due fattori:

  • il carattere collettivo del prestito ne favorisce la restituzione in quanto la pressione e il sostegno offerto del gruppo sono molto forti;
  • la buona configurazione organizzativa, efficientemente strutturata e basata su un rapporto diretto dei rappresentanti della banca con i clienti.
Naturalmente resta aperta la questione della limitata sostenibilità di questo modello di microfinanza, le cui fonti di finanziamento restano in gran parte esterne.

   10/21   

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Edurete.org Roberto Trinchero