Le centrali idroelettriche di Mirco Marengo (INSERIRE MAIL), Maurizio Peano (IDEM), Garnero Alberto (garnero.alberto@tiscali.it)

GLI SCARICHI

CENTRALI IDROELETTRICHE

Oltre al bacino di raccolta dell’acqua sorgono altre necessità:

  1. Deve esistere la possibilità di svuotare il serbatoio d'acqua creato dalla diga
  2. Deve esistere la possibilità di mantenere nel serbatoio il livello d'acqua voluto, diverso in generale da quello massimo/minimo.
  3. E’ necessario prevedere la possibilità di incanalare parte dell'acqua per destinarla all'uso idroelettrico, o per irrigazione.

Gli scarichi sono le strutture che realizzano questi obbiettivi, la loro realizzazione è sede di particolare attenzione, da parte dei progettisti, poiché assicurano il corretto funzionamento dell'impianto. La normativa prevede che gli scarichi siano dimensionati per far fronte alla massima portata di piena sul bacino, inoltre che le eventuali paratoie di apertura/chiusura delle condotte siano azionabili sia a mano, che tramite due forme di energia diverse (per questo motivo su certe dighe si prevede una piccola turbina che genera l'energia necessaria ad azionare i motori elettrici per aprire le paratoie, paratoie, oppure, più spesso, un gruppo elettrogeno di potenza adeguata in grado di supplire alla eventuale mancanza di energia sulla rete elettrica).Gli scarichi possono essere: superficiali, di fondo, ad esaurimento.

Nella parte terminale vi sono gli organi di presa che sono utilizzati per portare l’acqua nelle dighe a valle tramite delle condotte forzate. Per quanto riguarda gli scarichi superficiali si può dire che stanno sulla superficie del bacino creato dalla diga, arrivando in una diga, sono le prime opere che anche il neofito riesce a individuare, per dirla tutta sono le uniche cose che uno vede a parte la diga e la casupola del custode. A loro volta questi condotti si dividono in:

·        Sfioratori a stramazzo

·        Scarichi di superfici soggetto a saturazione

·        Sfioratori a sifone

·        Scaricatori con paratoia

Scarichi di superficie

Soggetti a saturazione, esempio supremo di questi scarichi è rappresentato dallo scarico di superficie a calice dell'impianto di Pontesei, dalle figure sottostanti si vede come l'acqua sia inghiottita dal calice e convogliata verso il cunicolo di scarico, del diametro di 4 metri. Perchè la forma a calice? La risposta è semplice: la quantità d'acqua che entra nel calice è proporzionale alla circonferenza di quest'ultimo, intuitivamente si comprende come con una circonferenza maggiore si possa 'maneggiare' una quantità d'acqua maggiore, quindi per riempire tutta la sezione del calice è necessario costruire un profilo che si allarga in superficie.

Sfioratori a sifone

Questo tipo di scarico è il più elementare nella costruzione il funzionamento e simile a quelli appena descritti cioè, man mano che aumenta il livello d'acqua e il carico idraulico, a un funzionamento prima a pelo libero, fino ad arrivare al funzionamento in pressione con portata tendente alla portata di saturazione.

Scarichi con paratoie

Infine come scarichi di tipo superficiale abbiamo quelli con paratoie.

   5/12   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero