L'intolleranza razziale antiebraica di Giovanni Lauretta (giovanni.lauretta@fastwebnet.it), Fulvia Dellavalle (fulvia_dellavalle@yahoo.it), Daniela De Luca (dana.dl@libero.it), Maria De Luca (deindeit@yahoo.it)

Razzismo.

Secondo il De Mauro il razzismo è un “insieme degli orientamenti e degli atteggiamenti che distinguono razze superiori da razze inferiori e attuano comportamenti che vanno dalla discriminazione sociale, giuridica e istituzionale alla persecuzione e allo sterminio di massa, volti a tutelare la purezza della razza superiore e la sua egemonia sulle razze inferiori | estens., ogni atteggiamento discriminatorio variamente motivato nei confronti di persone diverse per categoria, estrazione sociale, sesso, opinioni religiose o provenienza geografica”.

Razzismo [I1] [I2] [I3] [I4] [I5] [EN6] [EN7] [EN8] [EN9] [EN10] [I11] [F12] [EN13]

Il dizionario Zingarelli 2008 aggiunge che l’ideologia razzista stabilisce “un’arbitraria gerarchia tra le popolazioni umane, attribuisce particolari qualità fisiche e biologiche ad una razza, affermando la necessità di preservarla pura e legittimando discriminazioni e persecuzioni nei confronti di razze ritenute inferiori”. Queste forme d’intolleranza, di diversa gravità, possono giungere – se si arriva ad associare razzismo e politica – alla persecuzione organizzata e istituzionalizzata e al genocidio. Se fin dalle prime esperienze di aggregazione umana si sono viste forme di discriminazione nei confronti di determinati gruppi, il razzismo ha dato veste scientifica e sistematica a questi atteggiamenti. In particolare, dalla metà dell’Ottocento, correlando studi antropologici e biologia genetica ha trasformato i pregiudizi in nozioni “scientifiche”, che hanno giustificato negli anni successivi comportamenti come comportamenti e atti politici gravi e feroci. Se il mondo antico abbiamo persecuzioni a danni di alcune popolazioni (pensiamo ad esempio alle molte subite dagli ebrei), esse sono legate a ragioni politiche e sociali. Con la modernità vediamo vere e proprie stragi di popolazioni legate a ragioni razziali: si pensi al trattamento riservato dai conquistadores spagnoli alle popolazioni dell’America nel ‘500 e allo sfruttamento operato dagli uomini bianchi a danno delle popolazioni africane a cavallo tra ‘700 e ‘800. Anche il ‘900 è un secolo che vede svilupparsi molte forme di razzismo, talvolta assorto anche a ideologia di Stato, con tragiche conseguenze. Nelle società multirazziali la compresenza di modi di tradizioni e modi di vita differenti obbligano e trovare soluzioni differenziate. Secondo l’ottica di Lorenzo Fischer (2007) possiamo quindi distinguere tra una prospettiva interculturale (che ammette un “riconoscimento nella sfera pubblica delle varie culture”), una posizione di multiculturalismo pluralista (che riconosce la superiorità dei diritti individuali su quelli collettivi), una posizione multiculturalista radicale essenzialista (in base alla quale esistono solo i diritti collettivi) e, infine una posizione multiculturalista radicale comunitaria (che dice che i diritti individuali devono essere subordinati a quelli etnici: tutte le differenze hanno valore positivo e vanno protette). La posizione che ci sembra più difendibile e applicabile nel quotidiano ci sembra essere la prima..

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