L'intolleranza razziale antiebraica di Giovanni Lauretta (giovanni.lauretta@fastwebnet.it), Fulvia Dellavalle (fulvia_dellavalle@yahoo.it), Daniela De Luca (dana.dl@libero.it), Maria De Luca (deindeit@yahoo.it)

Razzismo biologico e razzismo scientifico

I nuovi concetti sulla selezione naturale vennero utilizzati per sostenere la necessità di eliminare gli individui affetti da malformazioni congenite e da malattie ereditarie. All’inizio del 1900 in tutta Europa si cominciò a studiare l’eugenetica e l’ereditarietà con finalità espressamente e volutamente razzista.

Come le teorie di Darwin, anche quelle di altri vennero strumentalizzate dai gruppi europei che in politica e nell’ambiente accademico lavoravano per fornire al razzismo biologico [IT1] [IT2] [IT3] [EN1] [EN2] una base scientifica, gettando le fondamenta ideologiche per le grandi dittature del XX secolo. [ES1] [ES2] [ES3] [EN1]

Coloro che si cimentavano nello studio delle razze, si servivano di conoscenze approssimative basate su modelli positivisti che riguardavano misurazioni del corpo, confronti e classificazioni spesso arbitrari.

La finalità era quella di dimostrare che tra dato fisico e dato psichico ci fosse una forte correlazione, ma l'obiettivo reale era quello di dare legittimità a ideologie razziste totalmente inconsistenti , perchè fondate sulle pretese di dimostrare la trasmissione genetica dell'inferiorità di alcune razze rispetto ad altre.

I ceti più poveri e incolti della popolazione non erano in grado di avere opinioni personali sull’argomento e subivano le idee del mondo più istruito. In parte, il razzismo scientifico [IT11] [EN1] [ES1] confermava l’ignoranza e i pregiudizi che la maggior parte della popolazione manifestava. [ES1] [ES2] [ES3] [ES4] [ES5]

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