Il Web 2.0 di Matteo De Fazio

Evoluzione

Come si passa da Web 1.0 a Web 2.0?
Occorre premettere che il Web è in costante movimento e in costante aggiornamento. Non è un oggetto, che si può sostituire con uno migliore, con uno nuovo. Ecco perchè quando si parla di 2.0 e di differenze, si intende un evoluzione avvenuta gradualmente, accompagnata da altri cambiamenti sul mercato o nella tecnologia del web, ma non certo una data precisa, dalla quale un determinato servizio ha smesso di esistere, o dalla quale il web 1.0 si è trasformato in qualcosa di "più nuovo". Come già detto il Web 2.0 è un cambiamento soprattutto dell' approccio alla rete, della filosofia, delle modalità attraverso le quali dati e informazioni passano da un utente all'altro. Lo scambio e la 'condivisione' tra gli utenti sono uno dei nodi centrali del 2.0. Non vi è più un distributore unico, dal quale gli utenti prendono i contenuti, ma ogni utente diventa fruitore e distributore. Soggetto e oggetto.

Durante gli anni novanta presero piede le cosiddette aziende dot-com [It7] [Es1], ovvero quelle aziende che offrono servizi e hanno la propria attività quasi esclusivamente su internet. Questo fenomeno, che prese il nome di New Economy, culminò con una crisi dei mercati finanziari che avevano investito nel dot-com, spesso in modo eccessivo e indiscriminato, contribuendo a creare una bolla speculativa che non tardò a scoppiare. Molte aziende scomparirono con migliaia di posti di lavoro, altre diminuirono nettamente il loro valore. Tra le società che sopravvissero alla crisi, si individuarono alcuni elementi comuni. Le sopravvissute, avevano capito che il web non era soltanto pubblicare contenuti, ma far partecipare gli utenti ponendo maggiore attenzione quella che viene definita la long tail (lunga coda) del web, ovvero anche il più piccolo degli utenti. E ancora progettando e realizzando una sempre maggiore decentralizzazione di internet: come nelle reti peer to peer [It8] [It9], dove ogni utente client, avendo accesso ad un file e condividendolo, diventa a sua volta server, permettendo una maggiore efficacia tanto più aumenta il numero delle condivisioni.Un fattore fondamentale diventa l'utilizzare l'intelligenza collettiva, un unione di tutte le piccole parti per formare qualcosa di globale e dinamico.
Il primo ad utilizzare il termine 2.0 fu Dale Dougherty con Tim O'Reilly (fondatore di una casa editrice americana che pubblica libri e siti di informatica), in una conferenza nell'ottobre del 2004. Nel corso della conferenza si analizzò la direzione che stava prendendo Internet, dopo la crisi delle dot-com. Nello schema vi sono alcuni punti centrali sul web 2.0, emersi in un braistorming in una delle conferenze di O'Reilly[En4] [It10] [Fr4].
Fonte:www.xyz.reply.it
La mappa evidenzia molti dei punti di cui parleremo nel Percorso, ma vale la pena di sottolineare come al centro vi siano concetti come L'architettura della partecipazione, propria del web 2.0, che rende gli utenti indispensabili per il funzionamento dei servizi, e che li rende parte integrante, a volte anche non esplicitamente. Collegato a questo, sempre in relazione alla sopravvivenza di alcune imprese internet, troviamo il saper sfruttare l'Intelligenza collettiva, ovvero offrire un contesto che renda possibile (e fondamentale)lo scambio di opinioni, lo scambio di link, l'unione di più esperienze. O'Reilly scrive: “Amazon vende gli stessi prodotti che vendono i suoi concorrenti, quali Barnesandnoble.com, e riceve le stesse descrizioni del prodotto, le stesse immagini di copertina e gli stessi contenuti editoriali dai suoi fornitori. Ma Amazon ha fatto della partecipazione degli utenti una scienza. Conta su un numero sempre maggiore di recensioni da parte degli utenti, invita a partecipare in vari modi su virtualmente qualsiasi pagina e ancora più importante, usa l’attività degli utenti per produrre risultati di ricerca migliori. [...] Contando su una partecipazione sempre maggiore, non sorprende che le vendite di Amazon superino quelle dei concorrenti”.

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Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero