Come costruire un progetto educativo di Fabia Facchinetti (facchinettifabya@libero.it), Anna Natella (anna.natella@lycos.it)

Progetto Assistenziale Anziani

Progetto assistenziale anziani

Progetto assistenziale anziani

La II Assemblea mondiale delle Nazioni Unite sull'invecchiamento, che si è tenuta a Madrid nell'aprile 2002, ha rilevato nelle sue conclusioni che l'Italia è il Paese in cui più alta è la percentuale di cittadini over 60 (24,5%).

L'incremento della vita media, che ha determinato una crescente proliferazione della popolazione anziana, i mutamenti avvenuti all'interno della famiglia, imposti da una diversa organizzazione delle attività lavorative e dalle trasformazioni sociali in generale hanno favorito l'emergere di una serie di problematiche riguardanti la condizione anziana che sta diventando una vera e propria questione sociale.

È opinione condivisa che la principale urgenza cui far fronte sia quella che riguarda la cura sanitaria e l'assistenza delle persone anziane, soprattutto di quelle non autosufficienti.

È necessario aggiungere, inoltre, che soluzioni assistenziali e le procedure di accesso ai servizi socio-sanitari di assistenza alle persone anziane seguono le linee guida regionali.

L’ obbiettivo generale degli enti e delle cooperative presenti sul territorio nazionale è la tutela ed il sostegno della persona anziana mediante interventi mirati a prevenire e rimuovere situazioni di bisogno. I progetti assistenziali rivolti agli anziani si occupano delle persone che si trovano momentaneamente o permanentemente in difficoltà sul piano della gestione della vita quotidiana e che non hanno la possibilità di ricevere aiuto dai familiari: si tratta di persone che non hanno un reddito sufficiente per vivere, o che hanno gravi limitazioni a livello delle funzioni quotidiane.

Il primo luogo a cui la persona anziana autosufficiente, o parzialmente autosufficiente, può rivolgersi è il Servizio Socio-Assistenziale del Consorzio o/e Comune di residenza. Qui, un operatore fornirà tutte le informazioni necessarie al bisogno oltre alle indicazioni sull'iter da seguire.

Se la persona non è autosufficiente, invece, è indispensabile valutare il grado di autonomia attraverso un esame più approfondito presso l'Unità di valutazione geriatrica (UVG). A questo scopo, l'operatore aiuterà il cittadino nella compilazione della richiesta. Gli accertamenti presso l'UVG individueranno la sistemazione più adeguata per la persona, che sarà inserita in una graduatoria per l'accesso a una delle strutture disponibili.

Relativamente dunque alle condizioni di salute, a quelle familiari e al reddito si potrà essere indirizzati verso il Servizio di assistenza domiciliare (SAD), Assistenza domiciliare integrata (ADI), o più in generale verso interventi alternativi al ricovero.

Rispetto all'inserimento in presidi residenziali autorizzati, le possibilità variano fra: Residenze assistenziali (RA), Residenze assistenziali flessibili (RAF), Residenze socio assistenziali (R.S.A.), comunità alloggio, strutture semiresidenziali, case albergo, case protette.

 

1 Sevizi Generici

Servizio socio-assistenziale

Il Servizio socio-assistenziale si rivolge ai cittadini che vivono situazioni di disagio familiare, economico, sociale ed educativo. Lo scopo principale consiste nel rendere un servizio di accoglienza a chi ne ha bisogno, passando attraverso l'ascolto del problema che la persona pone sotto forma di sostegno e orientamento psicologico e sanitario.

Il servizio, quindi, si compone di due fasi:

-         l'ascolto del bisogno;

-         la proposta di un mezzo per la soluzione del bisogno.

Il Servizio interviene sulle necessità per sostenere il singolo e la famiglia.

Gli interventi socio-assistenziali sono attuati a partire dall'analisi delle esigenze di assistenza, con il coinvolgimento fattivo della persona, nel rispetto della sua dignità, della sua libertà e delle sue convinzioni personali.

 

Unità di valutazione geriatrica

L'Unità valutativa geriatrica (UVG) è una Commissione dell'ASL e dell'Ente gestore dei servizi socio-assistenziali che ha la funzione di valutare le condizioni psico-fisiche e ambientali della persona anziana e il suo grado di autonomia, tenendo conto delle esigenze di ciascuno, della famiglia, delle risorse dei servizi, al fine di elaborare un progetto di assistenza.

Questa valutazione ha come obiettivo un miglioramento delle diagnosi dello stato dell'anziano, della scelta del luogo di cura, dello stato affettivo e cognitivo.

Fanno parte dell'UVG operatori sanitari di diverse discipline, integrati dall'assistente sociale che ha in carico la persona anziana, dal medico curante e/o da altre figure professionali specialistiche.

Qualora l'UVG si esprima per il ricovero in struttura, verrà assegnato alla persona anziana un punteggio che tenga conto, oltre del grado di salute ed autonomia, anche della situazione abitativa e socio-familiare. Il punteggio attribuito regola l'accesso ai posti disponibili nelle strutture convenzionate e dà diritto al richiedente di fruire della partecipazione dell'azienda sanitaria al pagamento della retta.

 

Piano Di Assistenza Individualizzato (PAI)

Il Piano di Assistenza Individuale (P.A.I) si propone l’obiettivo di evitare di dare a tutti una risposta uguale, per poter porre l’accento sulla personalizzazione dell’intervento verso il mantenimento o il recupero delle potenzialità residue ancora ravvedibili.

Con i P.A.I si passa da un’organizzazione lavorativa che affida agli operatori la semplice esecuzione delle mansioni ad una in cui tutti coloro che operano all’interno dell’organizzazione vengono responsabilizzati in vista di determinati obiettivi. Tutti quindi, responsabilmente, sono chiamati a dare il personale contributo per il raggiungimento degli obiettivi che, all’interno del PAI, ci si è prefissati di ottenere.

La persona viene posta all’attenzione di una équipe che lavora per conoscere i suoi bisogni, la sua storia, le sue potenzialità e le sue aspettative ed in base a queste analisi predispone interventi affinché i bisogni vengano soddisfatti e le potenzialità residue incoraggiate e rafforzate.

Ogni intervento sarà comunque unico, cosi come unica sarà la persona verso cui il “piano” indirizza gli interventi. Ognuno ha una sua propria personalità, un suo carattere ben definito, una sua storia personale, cosi che persone apparentemente simili sotto diversi aspetti, abbisognano di strategie differenti di intervento perché interventi, valutati buoni per alcuni, possono invece risultare inefficaci se non addirittura controproducenti per altri. In questo modo riusciremmo a dare senso e dignità alla persona, conferendogli l’opportunità di decidere Lei stessa in primis a quali interventi, se la mente è ancora lucida, sottoporsi e a quali no. Cercare di ridonare il senso del vivere all’anziano significa cercare di farlo partecipe di un progetto che ponga obiettivi seppur minimi in un ottica che è in divenire.

 

2 Servizi alternativi al ricovero

L’obbiettivo specifico è quello di mantenere il più possibile l’anziano autosufficiente presso il proprio ambiente, rispettandone la sua capacità di autodeterminazione.

 

Assistenza Domiciliare di base

E’ un intervento di aiuto domestico prestato da personale professionale (operatori socio sanitari - OSS) del Servizio Sociale, finalizzato a sostenere la persona anziana nello svolgimento delle attività quotidiane e nel soddisfacimento dei suoi bisogni essenziali, favorendo il più a lungo possibile il mantenimento dell’autonomia personale e la permanenza nel proprio ambiente di vita.

L’intervento comprende prestazioni quali:

-         cura dell’igiene personale

-         aiuto per le attività domestiche

-         servizio di accompagnamento

-         commissioni e disbrigo pratiche burocratiche

-         socializzazione.

 

Pasti domiciliari

Il Servizio Pasti a domicilio è una prestazione integrativa del Servizio Domiciliare che ha l’obiettivo di garantire una adeguata alimentazione agli anziani o adulti in difficoltà, soli o con presenza di nucleo familiare non in grado di provvedere. Fornisce pasti nutrizionalmente adeguati ed eventualmente preparati su dieta personalizzata certificata dal medico curante. I pasti vengono consegnati a domicilio dal personale del servizio.

 

Assistenza domiciliare integrata

L'Assistenza domiciliare integrata (ADI) permette al cittadino di usufruire a domicilio di un programma assistenziale personalizzato per evitare il ricovero in ospedale o in casa di riposo o per essere dimesso con un programma adeguato di assistenza.

L'ADI è curata da un accordo tra l'ASL e i Comuni.

 

L'assistenza domiciliare integrata semplice

Offre prestazioni infermieristiche o riabilitative a persone con ridotta capacità di autosufficienza per lo più di età avanzata, per soddisfare i bisogni come medicazioni, prelievi, cambio catetere, ecc.

 

Assistenza domiciliare integrata complessa

Offre un insieme di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali a persone gravemente non autosufficienti.

Presupposti indispensabili per l'attuazione dell'ADI complessa sono:

-         il riconoscimento di bisogni assistenziali complessi tali da non poter essere soddisfatti dall'intervento della sola figura infermieristica e/o sociale;

-         la disponibilità del medico di medicina generale a coordinare tutti gli interventi assistenziali secondo un programma concordato con il Distretto;

-         la disponibilità del nucleo familiare a collaborare al piano assistenziale proposto.

 

3 Assistenza economica

Assistenza economica

Il Servizio Sociale può erogare contributi economici a sostegno di anziani che vivono in condizioni di povertà o con limitato reddito o che riportano un invalidità pari o superiore al 74%.

I contributi economici a favore di persone anziane possono essere erogati secondo due criteri:

-         minimo vitale: indica “la misura” del reddito ritenuta necessaria a garantire condizioni minime di sussistenza, cioè il soddisfacimento dei bisogni fondamentali quali l’alimentazione, l’abbigliamento, le spese generali, la vita di relazione. Il contributo di integrazione al minimo vitale è erogato in modo continuativo nella misura della differenza tra il minimo vitale del nucleo familiare ed il reddito di cui il nucleo dispone.

-         sostegno economico straordinario: beneficiari di questo contributo possono essere gli anziani che, godendo del sostegno al minimo vitale, presentino documentate esigenze specifiche che con quest’ultimo non possono essere soddisfatte.

 

Assegno di cura per anziani

Nella rete integrata socio-sanitaria di aiuto in favore dell'anziano non autosufficiente e della sua famiglia, esiste anche la possibilità di erogazione dell'assegno di cura. Dal 1996 l'assegno di cura è un’ulteriore offerta di servizio per mantenere l'anziano non autosufficiente ultrasettantacinquenne al suo domicilio, a prevenzione dell'istituzionalizzazione. Titolare dell’assegno di cura, per le sue funzioni verso l’anziano, può essere anche l’amministratore di sostegno. L'importo giornaliero dell'assegno di cura varia in relazione alla gravità della condizione di non autosufficienza.

 

Assegno sociale

L'assegno sociale è erogato dall'INPS alle persone residenti in Italia di età maggiore di sessantacinque anni, che non hanno diritto ad altre forme di pensione. L'importo dell'assegno è variabile, viene rivalutato annualmente ed è corrisposto in tredici rate mensili. L'assegno sociale sostituisce dal 1996 la pensione sociale. Per richiedere l'assegno sociale è necessario presentare una domanda alla sede dell'INPS della propria zona. Se approvata, l'assegno è erogato a partire dal primo giorno del mese successivo quello di presentazione della domanda.

 

Indennità di accompagnamento

L'indennità di accompagnamento, pagata dall'INPS, è un sostegno economico statale che può essere erogato alle persone che non possono compiere gli atti quotidiani della vita, ai non deambulanti, che hanno bisogno di assistenza continuativa e che non siano ricoverati gratuitamente presso strutture pubbliche da più di un mese. Per richiedere il riconoscimento di invalidità e l'indennità è necessario presentare una domanda alla Commissione Medica per gli Invalidi Civili della ASL di residenza allegando alcuni documenti.

 

4 Presidi Socio-Assistenziali

Centro Diurno

E’ un servizio che dà la possibilità alla famiglia di non allontanare da casa in modo definitivo l’anziano, pur essendo in difficoltà nella gestione dell’assistenza al proprio congiunto non autosufficiente per motivi di lavoro, di gravosità dell’impegno di aiuto, ecc. Il Centro Diurno ospita durante le ore diurne l’anziano, proponendogli attività adeguate alle sue capacità, per mantenere o migliorare le sue abilità funzionali e la sua autonomia. Con la frequenza al Centro Diurno è possibile fruire anche del servizio di trasporto.

 

Dimissioni protette

Si tratta di dimissioni da un ricovero ospedaliero concordate con l'utente, i suoi familiari, i servizi sociali territoriali e con il coinvolgimento del medico di famiglia. Lo scopo è quello di sostenere la persona anziana nel rientro a casa, garantendo la continuità della cura e l´assistenza. Le dimissioni protette vengono attivate dai reparti ospedalieri di degenza con la collaborazione del servizio sociale professionale ospedaliero.

 

Ricoveri di sollievo

E’ un ricovero temporaneo della persona anziana normalmente assistita a domicilio. L’intervento può essere utile per alleviare i familiari che assistono l’anziano.

 

Residenze assistenziali (R.A.)

Le Residenze assistenziali (R.A.) sono strutture collettive che forniscono alle persone adulte e anziane, autosufficienti o parzialmente autosufficienti, prestazioni di tipo alberghiero, specifici servizi a carattere assistenziale, prestazioni di tipo culturale e ricreativo, oltre a prestazioni che mirino al recupero o al miglioramento dell'autosufficienza della persona.

Le R.A. hanno una capacità ricettiva variabile tra i 10 e i 60-80 posti-letto e funzionano in maniera permanente nell'arco delle 24 ore, per l'intera settimana e per tutto l'anno.

Gli interventi riguardano l'assistenza diretta della persona (igiene personale, pasti, pulizia ordinaria degli ambienti), la protezione della persona (controllo e sorveglianza) e altre funzioni di natura assistenziale.

 

Residenze assistenziali flessibili (R.A.F.)

Le Residenze assistenziali flessibili (R.A.F.) sono strutture socio-assistenziali di "ospitalità permanente" con l'obiettivo di fornire accoglienza, prestazioni assistenziali e di recupero a persone in condizioni psico-fisiche di parziale autosufficienza o di non autosufficienza per cause sopravvenute durante il ricovero, a meno che, esigenze di carattere sanitario accertate non richiedano il ricorso a soluzioni diverse.

Si fa ricorso alle R.A.F. quando non è possibile attivare un programma di Assistenza domiciliare integrata (A.D.I.) e quando non sono necessarie cure e prestazioni sanitarie tipiche delle Residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.).

Le R.A.F. forniscono prestazioni sanitarie analoghe a quelle erogabili attraverso l'A.D.I.

I presidi o reparti R.A.F. possono avere una capienza variabile tra i 10 e i 60 posti letto e sono attivi nell'arco delle 24 ore, per l'intera settimana o per tutto l'anno.

 

Residenza sanitaria assistenziale (R.S.A.)

Particolare rilievo nell'assistenza geriatrica assumono le Residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.) che sono strutture dipendenti dalle ASL create per dare risposte alle esigenze di anziani non autosufficienti e non trattabili a domicilio.

Sono strutture a metà strada tra una casa albergo e un ospedale vero e proprio. In media devono avere 60 posti letto, suddivisi in settori da 20-25. Agli ospiti è destinata una camera che divideranno al massimo con altre tre persone, dotata di bagno autonomo.

L'assistenza sociale nelle residenze è assicurata 24 ore al giorno dal personale addetto che aiuta gli anziani non autosufficienti nelle faccende domestiche e nella cura della propria persona; mentre degli aiuti sanitari si occupano infermieri, terapisti della riabilitazione, medici di famiglia, geriatri e altri specialisti.

Per richiederne l'accesso a una RSA è necessario rivolgersi alla ASL o al Servizio sociale del quartiere di residenza, in modo da avere riconosciuta la condizione di non autosufficienza.

Per quanto riguarda la partecipazione alle spese, l'indirizzo prevalente è quello di far pagare all'utente le spese alberghiere e sociali, mentre quelle sanitarie sono a carico dell'ASL.

 

Casa Protetta

E’ una struttura residenziale destinata ad accogliere gli anziani non autosufficienti, senza familiari in grado di assicurare loro tutela ed assistenza a carattere continuativo. La struttura fornisce altresì assistenza sanitaria e riabilitativa. L’UVG predispone una lista d’attesa per tutti gli anziani che necessitano d’inserimento in Casa Protetta, lista che sarà costantemente aggiornata da successive eventuali valutazioni su situazioni urgenti, tenendo conto del grado di priorità assistenziale.

 

Centri diurni per malati di Alzheimer

Istituiti per la prima volta in Piemonte a metà degli anni Novanta, i centri diurni per malati di Alzheimer dipendono dalle ASL.

Ospitano un massimo di 15 pazienti e vi si accede dopo un accertamento dell'Unità di valutazione geriatrica (UVG) che verifica l'idoneità del paziente e lo inserisce in una lista di attesa.

I pazienti possono rimanere al centro per un orario variabile, che generalmente va dalle 7.30 del mattino alle 17.30 per cinque giorni alla settimana. Requisito fondamentale è la presenza di una rete familiare che si occupi del paziente per il resto della giornata.

Al Centro si svolgono attività di riattivazione e mantenimento delle capacità residue o di rallentamento della perdita sia delle abilità cognitive che di quelle di base e comportamentali. I pazienti sono seguiti da un educatore per le attività di tipo sociale, dagli infermieri per la parte sanitaria e dall'assistente domiciliare (ADEST) e dall'Operatore tecnico dell'assistenza (OTA) per l'assistenza diretta. L'équipe è composta anche da un geriatra e da vari consulenti, psicologo, psichiatra, fisiatra e terapista, che intervengono a seconda delle necessità.

In molti centri è prevista la consulenza psicologica e psichiatrica per le famiglie dei pazienti.

 

Centri sociali

I centri sociali, presenti in molti Comuni e in gran parte autogestiti, sono il punto di incontro, aperto a tutti, per persone non più giovani.

Possono iscriversi ai centri sociali tutte le persone di età maggiore a cinquantacinque anni, residenti nella circoscrizione in cui il Centro si trova. Il limite scende a cinquanta anni per i pensionati, mentre le persone con invalidità superiore al 70% devono aver compiuto almeno quarantacinque anni.

 

Comunità alloggio

Sono piccole strutture, da 15-20 posti letto, che offrono ospitalità permanente o temporanea a persone di età superiore ai 65 anni, che vivono in condizioni di solitudine, o che hanno un'autonomia limitata.

Tra questi tipi di strutture, chiamate "residenze sociali assistite", sono comprese anche le comunità di accoglienza e le case famiglia, tutte organizzazioni a gestione familiare o autogestite che assicurano, oltre alle attività di tipo alberghiero, l'assistenza e l'aiuto alla persona, attività di animazione e di socializzazione.

La richiesta di ospitalità deve essere presentata ai Servizi sociali del proprio Comune. Il costo della retta è fissato da ogni struttura. Se la persona anziana o i suoi familiari non possono affrontare le spese, il Comune può prevedere una quota di compartecipazione alla spesa.

 

Case albergo

Le case albergo sono un complesso di appartamenti autonomi che dispongono di alcuni servizi collettivi, come la sala riunione, il soggiorno e la sala da pranzo comune, servizi igienici e servizi di lavanderia e pulizia. Nelle case albergo sono anche previsti alcuni servizi di assistenza di base, come l'ambulatorio, il pedicure, il barbiere e il parrucchiere, insieme con un programma di attività ricreative e culturali interne ed esterne.

Possono usufruire delle case albergo principalmente le persone pensionate, sole o in coppia, che non hanno bisogno di un'assistenza particolare e che vogliono condurre una vita autonoma in un ambiente di comunità, utilizzando, se gradiscono, gli spazi e i servizi comuni. Le case albergo, come anche le case di riposo o le case protette, devono essere autorizzate dai Comuni, secondo standard di qualità stabiliti a livello regionale e dalla ASL competente per l'aspetto igienico-sanitario.

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Edurete.org Roberto Trinchero