Come costruire un progetto educativo di Fabia Facchinetti (facchinettifabya@libero.it), Anna Natella (anna.natella@lycos.it)

Formazione permanente

Educazione permanente

Educazione permanente

L'educazione permanente rientra nel campo dell'educazione degli adulti e comprende forme assai diversificate di iniziative e di interventi, ciascuna delle quali definisce i propri obiettivi in relazione alle variabili che ne caratterizzano la natura (scopo, tipo di utenza, contesto, ecc.).

L’ attività di Educazione degli adulti  è quella di incrementare le loro capacità di:

-         Imparare ad imparare, nel senso di costruire significati in relazione alle esperienze di vita, di lavoro, di cittadinanza;

-         Aumentare il benessere fisico, culturale, economico, sociale e civile;

Quando si parla di educazione permanente ci si riferisce al fatto che tutta la vita umana può essere vista come un continuo processo formativo; si rileva che  gli individui non cessano mai di formarsi, di fare esperienze che  possono essere convenientemente ed utilmente organizzate, progettate, strutturate, migliorate.

L'educazione permanente degli adulti è un'attività formativa che accompagna lo sviluppo della persona e garantisce il diritto all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

Il classico percorso che vedeva la frequenza di un ciclo scolastico e il successivo inserimento nel mondo ha lasciato il posto ad un'alternanza tra i due per rispondere alle esigenze della società e del mondo professionale.

L'educazione degli adulti prevede una serie di corsi e progetti tra i quali:

-         corsi finalizzati all'alfabetizzazione (istruzione elementare);

-         corsi di scuola media (le cosiddette 150 ore);

-         corsi negli istituti d'istruzione di secondo grado per conseguire il diploma di stato o di qualifica;

-         corsi di alfabetizzazione funzionale degli adulti;

-         percorsi integrati di istruzione e formazione;

-         progetti pilota per l'integrazione dei sistemi formativi.

Le tecniche principali per l’insegnamento agli adulti sono:

-         Casi/incident: situazione-problema, stimola i partecipanti a prendere una decisione, a proporre un intervento.

-         Game: ricostruzione di una situazione di problem-solving o di decision-making estranea alla specifica realtà di lavoro: puzzle, enigmi, piani d’azione…

-         Role-play: ricostruzione di una situazione reale in funzione di profili di ruolo predefiniti: la situazione è quella di “mettersi nei panni di” e vedere la situazione da quel determinato punto di vista.

-         Action learning: intervento centrato su problemi concreti, è finalizzato a creare un legame circolare tra l’attività quotidiana di lavoro e l’apprendimento.

-         Autocaso: l’oggetto di discussione è un caso reale, vissuto da uno dei partecipanti nell’ambito della propria esperienza di lavoro.

 

1 Diritto allo studio

Col CCNL metalmeccanici 1973 è stato introdotto per i lavoratori dipendenti un nuovo diritto a permessi che sospendono la prestazione di lavoro per poter accedere a corsi di studio. Precedentemente nei contratti della categoria esistevano solo le “facilitazioni per lavoratori studenti”.

In particolare prima del 1970 erano previsti solo l’esonero dal lavoro straordinario e dal lavoro festivo per i lavoratori frequentanti corsi serali o festivi, con la possibilità di ottenere permessi per sostenere gli esami finali.

Il Contratto del 1973 per garantire al lavoratore l’esercizio del diritto allo studio prevedeva due tipi di interventi:

-         facilitazioni per lavoratori studenti, fra cui permessi retribuiti per tutti i giorni di esame (più due giorni retribuiti precedenti esami universitari) e in aggiunta permessi retribuiti per 120 ore annue (utilizzabili per gruppi di 30 ore trimestrali);

-         permessi retribuiti per l’elevazione culturale e professionale dei lavoratori, conosciuti come le “150 ore” di permessi triennali, utilizzabili anche in un solo anno, purché il corso seguito abbia una durata doppia rispetto alle ore di permesso.

Ai lavoratori frequentanti corsi di alfabetizzazione e di recupero dell’obbligo scolastico i permessi inizialmente limitati alle 150 ore del punto b), col contratto 1976 vennero  elevati a 250 ore triennali, comprensive delle prove di esame, ma con la condizione che le ore di permesso rappresentassero  non più dei 2/3 delle ore di corso.

L’idea che guidava questa innovazione contrattuale era quella di costruire un ponte fra scuola e lavoro, fra impresa e società.

L’idea coltivata era di attuare queste novità nel diritto allo studio all’interno delle istituzioni scolastiche (statali o legalmente riconosciute, e in particolare le strutture formative regionali) producendo cambiamenti nella tradizionale burocrazia scolastica. Ma ciò non fu di facile realizzazione: perché ad esempio la formazione professionale (attribuita come competenza alle Regioni create da poco) soffriva di  debolezza e di subalternità: la prima derivava da un impianto di centri per la formazione che tradizionalmente si rivolgevano solo alla fascia giovanile, svolgendo anche opera di supplenza rispetto alla mancata riforma scolastica con prolungamento dell’obbligo; invece la subalternità era originata dal fatto che l’intervento formativo sugli adulti era quasi esclusivamente determinato a valle dei processi di crisi e ristrutturazione delle grandi imprese, e perciò fortemente condizionato dalle espulsioni di massa di manodopera dequalificata: si creavano così situazioni familiari con reddito zero, le quali sollecitavano corsi formativi per giustificare un salario di assistenza.

Fortunatamente nel primo decennio di applicazione delle nuove norme contrattuali sul diritto allo studio si registrò una significativa apertura sia delle scuole dell’obbligo che della fascia superiore del post-obbligo e dell’Università. In effetti nel corso degli anni Settanta quasi tutti i contratti nazionali di categoria hanno acquisito le “150 ore” di permessi retribuiti per lo studio.

 

2 Lifelong Learning Programme

Il Programma d'azione comunitaria nel campo dell'apprendimento permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), è stato istituito con decisione del Parlamento europeo e del Consiglio il 15 novembre 2006, e riunisce al suo interno tutte le iniziative di cooperazione europea nell'ambito dell’istruzione e della formazione dal 2007 al 2013. Ha sostituito, integrandoli in un unico programma, i precedenti Socrates e Leonardo, attivi dal 1995 al 2006.

Il suo obiettivo generale è contribuire, attraverso l'apprendimento permanente, allo sviluppo della Comunità quale società avanzata basata sulla conoscenza.

Il Programma di apprendimento permanente rafforza e integra le azioni condotte dagli Stati membri, pur mantenendo inalterata la responsabilità affidata ad ognuno di essi riguardo al contenuto dei sistemi di istruzione e formazione e rispettando la loro diversità culturale e linguistica.

La struttura si presenta come un insieme composto da:

-         quattro programmi settoriali che mantengono i nomi delle precedenti azioni dei programmi Socrates e Leonardo

-         un Programma Trasversale teso ad assicurare il coordinamento tra i diversi settori,

-         un Programma Jean Monnet per sostenere l’insegnamento, la ricerca e la riflessione nel campo dell’integrazione europea e le istituzioni europee chiave.

 

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Edurete.org Roberto Trinchero